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Descrizione
Affrontare la tematica dei rapporti tra Dante e i Fedeli d’Amore vuol dire calarsi in una complessa realtà storica, sociale culturale, politica e religiosa e vuol dire anche e soprattutto venire a contatto con una “Organizzazione” a carattere esoterico.
La realtà medievale è lo sfondo scenico sul quale si muovono i personaggi che ci interessano.
Le forze animatrici di questo mondo, emergente dalla grande crisi della “romanità”, sono:
- da una parte, il potere della Chiesa Cattolica che, oltre che sul piano spirituale, si dispiegava anche sul piano temporale e si caratterizzava, perciò, non solo per l’imposizione della dottrina cattolica in termini rigorosamente dogmatici, sotto il terribile controllo dell’Inquisizione (istituita da Gregorio IX [Ugo de’ Segni 1227-1241] nel 1231), ma anche per la sua ingerenza in tutti gli affari pubblici e privati;
- da un’altra parte, il potere imperiale, che proprio nel periodo da noi considerato, seconda metà del XIII secolo, attraversava una grave crisi, che sfociò in una prolungata vacanza del trono con tutte le conseguenze, relative al frammentarsi delle influenze politiche e al deterioramento e decadimento dei concetti basilari del neouniversalismo del Sacro Romano Impero;
- da un’altra parte, infine, le autonomie comunali che si andavano affermando, destreggiandosi con alterna fortuna tra le due grandi Istituzioni della Chiesa e dell’Impero.
In questa composita realtà andremo insieme a ricercare, per ben individuarli, i rapporti tra Dante e i Fedeli d’Amore.
Scopriremo insieme i frammenti di quelle concezioni iniziatiche, manifestatesi in un originale fenomeno, fecondo di stimoli rinnovatori dei tempi e che oltre al suo peculiare contributo di idee, ha dato all’Italia una nuova, durevole e unitaria espressione d’arte e di linguaggio che va sotto il nome di “Dolce Stil Novo”.
Allo stato attuale degli studi in materia, i rapporti tra Dante e i Fedeli d’Amore sono ancora molto poco conosciuti.
Si constata, per altro, che la storia della letteratura italiana, particolarmente nei suoi riflessi scolastici, sia universitari che di livello inferiore, non solo non si occupa minimamente della “questione” dei Fedeli d’Amore, ma ne sottace qualunque sia pure elementare riferimento.
L’esistenza dei Fedeli d’Amore, ad onta delle reticenze dubbiose di molti critici accademici, è, tuttavia, incontrovertibile, giacché lo stesso Dante ne fa menzione in ben sette occasioni, a dire solo di quelle riscontrabili nel componimento “Vita Nova”.
Invero, direttamente connessa alle vicende dei Fedeli d’Amore, si svolse una cospicua parte della vita di Dante e di numerosi altri personaggi, noti nella letteratura italiana, tra i quali citiamo, solo per fornire qualche esempio: Jacopo da Lentini (metà XIII see.), Pier delle Vigne, Guido Guininzelli (1230 C.-1300 c.), Guido Cavalcanti (1260 C.-1300), Lapo Gianni (1260 C.-1320 c.), Dino Frescobaldi (1271-1316), Gianni Alfani (1270 C.-1340 c.), Dante da Maiano, Cino da Pistoia (1270-1336), Cecco d’Ascoli, Bonagiunta Orbiciani, ecc.
Da poco meno di un secolo la voce “Fedeli d’Amore” comincia a trovare specificazione in qualche enciclopedia e in qualche volume di storia della letteratura solo per essere definita a livello di “setta ereticale” e segreta, dalla dubbia esistenza, senza ulteriori, maggiori particolari.
Le stesse biografie di Dante non riferiscono nulla in proposito e il problema storico-letterario, lungi dall’essere più o meno indagato, è stato del tutto ignorato.
Non sono, invece, ignorate alcune e piuttosto numerose questioni interpretative delle Opere di Dante. A tal proposito, anzi, quando le soluzioni proposte si rivelano palesemente insufficienti, la critica ufficiale si trae dall’imbarazzo, definendo semplicisticamente “oscure” le espressioni in esame, adducendo a sostegno dei miseri risultati il logoro argomento di presunti condizionamenti mistici e superstiziosi, tipici dell’epoca dantesca, senza mai ammettere alla base delle “oscurità” la benché minima relazione con l’esistenza, la concezione e le convenzioni dei Fedeli d’Amore.
A dispetto dell’indirizzo biografico e storiografico corrente, una piccola, ma agguerrita, schiera di studiosi ha combattuto e combatte un’ammirevole battaglia con lo scopo d’informare l’opinione pubblica e, specialmente, il mondo culturale, circa la complessa vicenda dei Fedeli d’Amore e dei particolari rapporti intercorsi tra loro e Dante e la rilevanza di tali rapporti nella concezione e nell’Opera del Sommo Poeta.
Dettagli Libro
Editore | Bastogi Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2015 |
Formato | Libro - Pagine: 43 - 14x21cm |
EAN13 | 9788899376178 |
Lo trovi in: | Saggi che ispirano |
Autore
Luigi Sessa è nato a Napoli, risiede a Roma dove svolge la professione forense. Il suo interesse si è da tempo rivolto allo studio delle origini della Libera Muratoria e le sue opere hanno segnato una svolta decisiva nell’impostazione metodologica nel campo della storia della Massoneria.
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