ALIMENTAZIONE

L'Apprendista Macrobiotico - Anteprima del libro di Dealma Franceschetti

Esiste una sola "macrobiotica"?

Esiste una sola "macrobiotica"?

Non credo che esista una sola macrobiotica. Oggi esistono diversi modi di concepirla e applicarla. Dalla macrobiotica originaria di George Ohsawa si sono sviluppate alcune correnti. Le più conosciute in Italia sono quella di Michio Kushi e di Mario Pianesi.

Queste due correnti sono molto diverse tra loro, ma entrambe interessanti.

Michio Kushi ha cercato di adattare la macrobiotica di Ohsawa alle esigenze degli occidentali, lasciandola “flessibile e aperta”, tranne in caso di problemi di salute.

Mario Pianesi, invece, è rimasto più vicino agli insegnamenti iniziali di Ohsawa, forse perché è guarito da una grave malattia seguendo un regime macrobiotico molto rigido. Ha così sviluppato un approccio alla macrobiotica piuttosto limitante, che esclude in modo categorico moltissimi ingredienti. Per molte persone quest’approccio così rigido può risultare troppo difficile da seguire e a volte addirittura controproducente. Al contrario, in caso di malattie gravi può essere di grande aiuto.

Personalmente non credo che esista una macrobiotica “giusta” o “sbagliata” in assoluto. Questo è l’errore in cui cadono molte persone, credendo che esista un’unica via, un solo approccio possibile al cibo e alla macrobiotica da applicare indistintamente a tutti.

Credo, invece, che sia più sensato e utile considerare i principi generali della macrobiotica e poi applicarli alle proprie condizioni personali e ai propri bisogni, che oltretutto cambiano nel tempo, piuttosto che abbracciare ciecamente uno stile alimentare come se fosse una fede.

Ritengo sia molto più efficace adattare costantemente le scelte quotidiane del cibo ai nostri cambiamenti; quindi è fondamentale rimanere flessibili, aperti, curiosi, intuitivi... sempre in ascolto del corpo.

Fissandoci su un modello prestabilito, rischiamo di perdere di vista il vero obiettivo, la consapevolezza., e chiudiamo la mente in una gabbia, precludendoci la possibilità di scoprire e imparare qualcosa di nuovo.

Credo che la macrobiotica non debba essere acquisita come modello di vita in senso stretto, o come un insieme di rigide regole e divieti, ma come un’occasione per diventare più consapevoli e scoprire che nel cibo c è qualcosa di più della semplice composizione in vitamine, proteine, carboidrati e così via. Nel cibo sono nascoste energie sottili che ci influenzano profondamente e che meritano quindi di essere conosciute.

Quindi il mio invito è questo: non diventate “macrobiotici”, ma “consapevoli”.

Il mio progetto “La via macrobiotica” rappresenta uno dei tanti modi di avvicinarsi questo stile alimentare. Il mio modo di approcciare la macrobiotica è vegano, perché io stessa lo sono, ma la macrobiotica classica non esclude nulla a priori.

Questa è la mia strada, il mìo personale modo di applicare la macrobiotica. Invito tutti voi a fare altrettanto, a trovare la vostra strada, il vostro modo personale di applicare la filosofia macrobiotica ogni giorno, ad ogni pasto.

Le linee guida de “La via macrobiotica”

  • Introdurre nella propria alimentazione i cereali integrali e semintegrali in chicco e i legumi.

Utilizzare i cereali in chicco e i legumi significa mangiare cibo “vivo”, soprattutto se i cereali sono integrali, perché si tratta di semi pieni di vitalità e di preziose sostanze fondamentali per la salute.

  • Introdurre la zuppa di miso.

La zuppa di miso è un vero elisir della salute! Una volta che ci si abitua, si comincia a sentirne la mancanza quando capita di non poterla preparare.

  • Introdurre frequentemente cibo integro nelle sue parti (per esempio i cereali in chicco al posto delle farine e i legumi sotto forma di seme e non di elaborati industriali).

Le farine sono un cibo “morto”, sia dal punto di vista energetico, sia da quello nutrizionale. Inoltre presentano inconvenienti che i cereali sotto forma di chicco non hanno: alzano velocemente la glicemia, aumentano la produzione di muco, fanno ingrassare.

  • Utilizzare oli di buona qualità, facendo attenzione afl’olio di palma contenuto in molti prodotti, soprattutto vegani.

Quando troviamo la scritta “Senza oli idrogenati” e non è specificato l’olio vegetale usato, è probabile che si tratti di olio di palma.

  • Utilizzare i semi oleosi senza esagerare, perché sono ricchi di olio.

Utilizzare cibi naturali, quindi con poca o nessuna manipolazione industriale e coltivati con metodi rispettosi della salute dell ambiente (biologico, biodinamico e così via).

  • Seguire le proporzioni tra i cibi: 50-60% di cereali, 30-40% di verdure, 5-10% di legumi.
  • Seguire la stagionalità di frutta e verdura, soprattutto per quelle estive.
  • Scegliere soprattutto la frutta appartenente alla fascia climatica in cui si vive.

Utilizzare una maggiore quantità di verdure crude in estate e cotte in inverno.

  • Ridurre al minimo o, meglio ancora, evitare il cibo animale (compresi i latticini e le uova).

Evitare, o utilizzare solo occasionalmente, gli zuccheri raffinati e tutto ciò che li contiene.

Lo zucchero raffinato (sia di barbabietola sia di canna) non è un alimento ma un veleno. Esistono dolcificanti naturali meno problematici. Vedremo quali sono nel capitolo sui dolci naturali.

  • Imparare a utilizzare i condimenti speciali e le alghe.

Possiamo chiamare questi alimenti dei supercibi perché ricchi di preziose sostanze benefiche. I condimenti speciali sono: miso, shoyu o tamari, gomasio, acidulato di umeboshi.

  • Alternare i vari tipi di cereali, di legumi e di verdure.

Un tempo l alimentazione mediterranea era ricca di molti tipi di cereali, legumi e verdure, ma con lo sviluppo tecnologico e la produzione massiccia di grano sono andati perduti. È ora di recuperare questi preziosi alimenti.

  • Utilizzare sale marino integrale.

Il miglior sale che possiamo usare in Italia è quello del mar Mediterraneo, ma rigorosamente integrale. Il sale raffinato (che troviamo con la dicitura “iodato”) è particolarmente dannoso perché privato di tutti quei minerali presenti nel mare che bilanciano il cloruro di sodio, che da solo e particolarmente dannoso. Vedremo come utilizzare il sale al meglio per godere dei benefici ed evitare i potenziali problemi.

  • Variare lo stile di cottura.

Vedremo quali sono le cotture più adatte al periodo invernale e quali a quello estivo.

  • Masticare a lungo, almeno 30 volte ogni boccone.

La masticazione è ilprimo atto per occuparsi della propria salute perché ci permette di ottenere il massimo dal cibo, di mangiare meno, di evitare fermentazioni intestinali e di non affaticare il tubo digerente.

  • Cucinare con animo sereno e con amore.

Quali cibi?

La scelta consapevole del cibo è l’arma più importante per scegliere ogni giorno di mantenere la salute e il benessere e stimolare l’innata capacità di disintossicazione e autoguarigione del corpo.

Il nostro corpo possiede incredibili capacità di rigenerazione che possiamo stimolare o inibire attraverso la scelta di un tipo di alimento o di un altro.

Possiamo distinguere alimenti che rallentano o addirittura bloccano la capacità del corpo di disintossicarsi e rigenerarsi creando accumulo e ristagno, e alimenti capaci di potenziare e stimolare queste capacità.

  • Cibi che bloccano o rallentano le capacità di rigenerazione e auto guarigione del corpo: carne, salumi, uova, latticini, farine raffinate, zuccheri raffinati, prodotti da forno, caffè e alcol.
  • Cibi che al contrario potenziano le capacità di rigenerazione e autoguarigione del corpo: cereali integrali in chicchi, verdure di stagione, legumi, alghe e condimenti speciali.

Basando la propria alimentazione sui cibi che favoriscono le funzioni corporee anziché ostacolarle o rallentarle, creiamo una base alimentare che ogni giorno sostiene l’organismo nelle sue funzioni e lo stimola a disintossicarsi e a rigenerarsi.

Questo ci aiuta a far fronte anche agli agenti intossicanti esterni, come il fumo di sigaretta, l’inquinamento delle città e dei cibi (pesticidi ecc.).

Ogni volta che ci mettiamo a tavola prendiamo in mano il più potente strumento terapeutico del mondo: la forchetta.

Siamo liberi di scegliere di usarla soltanto per appagare il palato o anche per migliorare la nostra salute.

L'energia del cibo

In Occidente siamo abituati alla sola visione nutrizionale, quindi a considerare il cibo come un veicolo di sostanze nutritive: vitamine, proteine, calorie e così via. Ma negli alimenti ce molto di più. Sono presenti anche delle energie sottili che influenzano profondamente il corpo, la mente, le emozioni e lo spirito.

Questo modo di concepire il cibo, considerando anche gli aspetti energetici, è molto antico e fa parte di molte tradizioni alimentari nel mondo.

La macrobiotica attinge alla visione energetica cinese e giapponese, in particolare al simbolo del Tao, nato con il taoismo all’incirca cinquemila anni fa.

Il simbolo del Tao rappresenta il ciclo e l’oscillazione di due energie opposte e da questo movimento si origina ogni cosa.

Queste due energie, contrapposte e complementari, si trasformano continuamente l’una nell’altra e sono chiamate in Oriente yin e yang, ma non è necessario utilizzare questa terminologia.

La macrobiotica usa soprattutto i termini “raffreddante” (yin) e “riscaldante” (yang), per rendere più comprensibile una visione del cibo che per la mente occidentale è di difficile comprensione a una prima lettura.

Secondo il taoismo queste due forze sono presenti in ogni fenomeno, che manifesta sempre l’alternanza di questi due opposti:

  • giorno e notte;
  • inspirazione ed espirazione;
  • estate e inverno;
  • sistole e diastole (la contrazione e l’espansione del muscolo cardiaco).
  • caldo e freddo;
  • sonno e veglia;

Gli esempi possono essere infiniti.

Gli effetti dell’energia dei cibi

L’energia “riscaldante” ha anche un effetto tonificante sul corpo. L’energia “raffreddante” ha anche un effetto rilassante. Quando queste due energie sono moderate, hanno effetto benefico sul corpo e sulla mente, ma quando sono troppo intense, possono creare squilibrio ed eccessi da eliminare.

Quando l’energia “riscaldante” diventa più intensa, produce un effetto riscaldante eccessivo e l’effetto tonificante si trasforma in rigidità e tensione, con la tendenza a creare accumuli all’interno del corpo.

Quando l’energia “raffreddante” diventa troppo intensa, produce un effetto indebolente, con la tendenza a creare ristagno.

Attraverso la macrobiotica possiamo individuare nei cibi delle tendenze energetiche più riscaldanti o più raffreddanti.

Esistono cibi che ci raffreddano e rilassano, altri che ci riscaldano e tonificano, ma esistono anche cibi che possono creare ristagno e debolezza e altri che possono creare accumulo e rigidità.

Questa conoscenza energetica ci permette per esempio di privilegiare i cibi riscaldanti in inverno, quando il corpo ha bisogno di calore e tono per adattarsi al freddo dell’ambiente, e di privilegiare quelli raffreddanti in estate, quando il corpo ha bisogno di fresco per rimanere in equilibrio con il caldo dell’ambiente.

Conoscere le diverse energie dei cibi e l’influenza che hanno sul corpo è importante per costruire meglio l’alimentazione sui propri bisogni personali e trovare continuamente l’equilibrio con l’ambiente.

L’ambiente in cui viviamo è fondamentale per la scelta del cibo. Chi vive in un clima molto freddo ha bisogno di un maggiore apporto di cibi riscaldanti. Al contrario, chi vive in un clima molto caldo, per esempio quello tropicale, ha bisogno soprattutto di cibi rinfrescanti.

Il cibo non è fatto solo di sostanze nutrizionali, ma è anche una forma altamente concentrata dell’energia universale.

Quando mangiamo introduciamo diverse modulazioni di quest’energia, che influenzano profondamente tutto il nostro essere, il corpo, la mente, le emozioni, lo spirito, persino la nostra visione del mondo e il nostro carattere.

I cibi nella fascia centrale di equilibrio possiedono un’energia leggera, che nutre il corpo senza creare squilibri e pericolosi eccessi da eliminare.

Spostandoci in alto e in basso nello schema, le due energie diventano via via sempre più intense, fino a raggiungere la loro massima intensità ai due estremi dello schema.

In estate possiamo permetterci di spostarci più spesso verso l’alto nello schema, perché fa caldo. Al contrario, in inverno fa freddo, quindi possiamo permetterci qualche cibo riscaldante in più.

Quindi non si tratta di escludere in modo radicale i cibi che non fanno parte della fascia centrale di equilibrio, ma di usarli con giudizio, consapevolezza e moderazione.

Questo testo è estratto dal libro "L'Apprendista Macrobiotico".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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