SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 8 min

Arteterapia - Come funziona e in cosa consiste

Arteterapia

L’Arteterapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni.

Che cos'è l'Arteterapia?

L’Arteterapia è un bellissimo e delicato strumento grazie al quale è possibile mettere in ordine i pensieri e gli avvenimenti della nostra vita attraverso l’immaginario. Mentre si disegna è naturale individuare gli eventi spiacevoli e quelli piacevoli, cercando di capire cosa può esserci successo nel corso del tempo. È un viaggio che ci riporta ai tempi dell’infanzia, per ripartire da lì percorrendo tappe, episodi di gioia e di fatica, risate e pianti, cose ricordate e dimenticate.

Un percorso che dal passato risale al presente e continua nel futuro. Tutto quel turbinio di visioni, legate a ricordi o fatti chissà se mai accaduti o semplicemente immaginati, può essere messo a riposare dentro il cuore nel momento in cui una sequenza di immagini, che si sono caricate il peso di emozioni passate e memorie un po’ sfocate, viene con tutta semplicità esternata, messa su un foglio e colorata.

Cenni storici e curiosità

I primi gruppi di arteterapia nascono nel 1942 per i malati di tubercolosi. Comincia la Gran Bretagna ad aprirsi a questa novità terapeutica e inizialmente il metodo è quello di una scuola dell’arte. È l’epoca dei sanatori, quegli ambienti poco consolatori in cui i degenti per lunghi periodi vivono forti stati d’animo depressivi. Un maestro d’arte scopre che attraverso la proposta pittorica queste persone si coinvolgono e il loro stato migliora. Nel giro di qualche anno, questo «intrattenimento» artistico prende il nome non più di scuola d’arte ma di «arteterapia», termine coniato dal suo fondatore, il maestro Adrian Hill.

Questi, oltre a essere maestro d’arte, ha una preparazione di tipo psicologico e la capacità quindi di far riflettere i «pazienti» sui propri stati emotivi e su come poterli esprimere attraverso la forma artistica. Altri professionisti in seguito, pittori, psicologi, psichiatri, iniziano ad approfondire e a diffondere questa nuova disciplina.

 

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Caratteristiche dell'Arteterapia

Dentro ogni persona c’è un bambino ferito che ha trasformato le esperienze vissute in una struttura di difesa, soprattutto quelle che da lui sono state codificate come negative perché lo hanno fatto soffrire. Ci sono in noi una varietà di emozioni e un modo di vivere un po’ condizionato da queste esperienze, che si strutturano in modo diverso in ciascun individuo. Ogni persona ha un modo di porsi e certe tendenze interiorizzate. Esiste un carattere innato e la struttura personale determina la visione e l’apprendimento delle esperienze attraverso gli occhi; questi hanno un loro schema di decodifica e il modo di vedere condiziona la persona. Dietro le immagini quindi c’è una struttura psicologica e formale, uno stile unico che appartiene solo al singolo soggetto. Ecco perché attraverso il metodo dell’arteterapia è possibile accedere a questo territorio spesso sconosciuto. L’arteterapia è capace di rimuovere in profondità e portare a galla. Il disegno e la forma appartengono a questo luogo e attraverso il disegno questo spazio può essere visitato.

Una delle particolarità di questo metodo è che si tratta di un percorso, i disegni quindi si realizzano a intervalli regolari nel tempo, se è possibile uno alla settimana. Stabilendo un giorno fisso con l’arte terapeuta si arriva a comporre nel tempo un racconto molto particolare e personale che da un lato appare chiaro, mentre dall’altro è da decodificare.

L’arteterapia è l’arte della narrazione, ogni persona che intraprende questo percorso troverà la modalità preferita per esprimersi artisticamente.

 

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L’Arteterapia a confronto con l'arte

Si può cogliere ciò che il pittore voleva esprimere dipingendo un quadro, ma può essere anche che la nostra esperienza di vita ci porti a vedere in quell’opera un significato che è vero solo per noi. In ogni caso ogni dipinto porta un messaggio e delle informazioni che riguardano il pittore. Questa è l’arte che senza le parole racconta a colui che passando si ferma ad ammirare.

L’arteterapia parte da qui, dalla capacità che hanno i colori di dire qualcosa a chi osserva. Colori, linee, forme, ombre, luci, vuoti e pieni sono le parole di un alfabeto nuovo. Da questo concetto inizierà il percorso e la sequenza dei disegni eseguiti con regolarità che condurrà il paziente alla fine del trattamento a dire a se stesso guardando la sua opera finale: «Questo sono io».

Quando l'arte diventa arteterapia

L’arte si rivela spesso simile a una terapia. Chi disegna lo sperimenta, sente dentro delle sensazioni che nascono nel momento infinito in cui ci si permette di sedersi, di prendere in mano una matita, di pensare a «cosa fare» e di iniziare a realizzarlo. È un po’ come ritornare bambini, si portano a galla sensazioni antiche e di un piacere sottile, che durava tutto il tempo di un disegno.

L'arte diventa arteterapia quando viene compresa in essa tutta la forza e viene utilizzata con consapevolezza come uno strumento che agisce. Si tratta infatti di un mezzo particolare con delle sue regole che lo governano. È una terapia di prevenzione, di cura e di sostegno, piacevole ed efficace che porta a chiarire stati emotivi personali in situazioni particolari anche patologiche; questa è la risposta al bisogno di riparazione dell’utente, necessità spesso sentita e non soddisfatta. È l’arte del mettere a posto, del fare meglio, dell’aggiustare, del ricordo che porta lentamente alla ricostruzione della propria identità e quindi al ripristino dell’equilibrio esistenziale.

 

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Perché fare Arteterapia?

Attraverso l’arteterapia si può intraprendere un percorso che conduce a una conoscenza più profonda di se stessi. Rivedere nei propri disegni i pensieri che ognuno ha dentro e che molto spesso non riesce a esprimere con le parole è un primo passo verso un cammino di cambiamento, di maturità e di positività.

Ci sono moltissime possibilità per entrare in contatto con se stessi e l’arteterapia è una di queste. È una terapia personale, che attraverso il linguaggio dell’arte collega mente, vissuto, emozioni e mani. Entra dentro, prende ciò che trova e che può essere preso e lo conduce fuori. In questo contesto il termine «terapia» assume il significato di «cambiamento». Essa evidenzia il vecchio, lo rende accettabile e riconoscibile come una parte importante di sé e poi invita ad andare oltre. Questa visione grafica del passato porta al miglioramento. Si scoprono le potenzialità positive legate a nuove attitudini e a nuove visioni, cosicché tutta questa consapevolezza non fa altro che attirare esperienze migliori, incontri più interessanti e una nuova disponibilità verso di sé. L’interesse dell’arteterapeuta non è verso i problemi degli utenti bensì verso la loro risoluzione.

Le parti coinvolte: arteterapeuta, utente e mezzo

Attraverso i manufatti immancabilmente si stabilisce una relazione che avviene tra le due parti coinvolte: l’arteterapeuta e l’utente; l’immagine è il codice di accesso e il rapporto terapeutico che si crea è principalmente modulato dai disegni, ma per parlare di arteterapia non è sufficiente operare con utenze problematiche e utilizzare gli strumenti dell’arte. Questi sono solamente i primi elementi di un lungo processo che per svilupparsi necessita di tempo, di interventi mirati e di obiettivi da stabilire e raggiungere; il fine ultimo è la comprensione distica del soggetto in trattamento.

 

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La figura dell'Arteterapeuta

Figura professionale importante nella conduzione di un percorso di arteterapia, l’arteterapeuta si muove come una «maschera» nell’atelier. Organizza lo spazio preparando il locale preoccupandosi di controllare che ci sia tutto il materiale necessario prima che arrivino gli ospiti e mantenendo un buon ordine. Dà un’impostazione personalizzata seguendo il metodo che ritiene migliore tenendo conto dei suoi «pazienti-utenti». Quando arriva il gruppo è capace di accogliere in modo aperto le persone che in un certo senso si affidano a lui e a lui fanno riferimento. La sua disponibilità verso chi sta disegnando mantiene un’atmosfera ideale, calma e pacifica, ciò nonostante la sua presenza deve essere discreta, perché un arteterapeuta capace non si pone come figura protagonista. Egli induce l’espressione negli altri: la sua verbalizzazione opportuna, gli stimoli visivi che dà mostrando ritagli di giornale, immagini, foto, insomma il suo intervento indiretto e ben calibrato lo pone in una condizione distaccata dagli utenti. La relazione che si crea deve mantenersi il più possibile entro i termini di una relazione terapeutica. Il mezzo che unisce le due parti rimane sempre il prodotto grafico, il linguaggio usato è quasi esclusivamente quello delle immagini e in questo contesto e con queste regole si creano legami. Essi rinforzano entrambe le parti e danno risultati benefici sia al «paziente» sia al terapeuta.

Data di Pubblicazione: 1 luglio 2021

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