SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

l’I Ching e i Tarocchi: i segreti custodi della conoscenza relativa al DNA

La conoscenza del DNA tramite l’I Ching e i Tarocchi

Scopri come entrare direttamente in contatto con una dimensione superiore, più elevata e sottile, leggendo l'anteprima del libro di Carlo Bozzelli.

La mente contemplativa

Lo sviluppo umano, in questo XXI secolo, ha raggiunto vertici straordinari e la vita sulla terra, per molti di noi, offre condizioni che, senza dubbio, possono essere definite eccellenti. Purtroppo, però, la realtà tangibile continua a essere considerata una struttura primaria non necessariamente emanata da un’altra realtà e, in questa prospettiva, i vasti livelli multidi-mensionali non solo restano al margine, ma sono spesso esclusi da una qualche più seria considerazione. Gli ultimi duecento anni della nostra era, difatti, sono stati connotati da una forte pressione materialistica che ha penetrato, in maniera capillare, ogni strato della nostra cultura. Tuttavia, per quanto la competenza scientifica, trasformata in una disciplina sempre più focalizzata sulle leggi del mondo fisico, sia stata capace di produrre, con grande merito, risultati di enorme valore, non pare essere stata in grado, da sola, di soddisfare quelle istanze umane che sono alla base degli interrogativi di natura più strettamente esistenziale. Per questa ragione, è sempre più urgente la necessità che questo sapere di carattere oggettivo sia integrato con la conoscenza del soggetto che, come l’antica saggezza tradizionale ha perfettamente espresso nel corso dei millenni, si occupa dell’uomo e della sua più intima identità. Questo perché, per quanto possa sembrare pessimistico o, peggio, categorico, il ruolo che il moderno materialismo sta giocando globalmente nel mondo sviluppato sembra essere, almeno in parte, uno dei più insidiosi e tenaci fattori a fondamento dell’enorme dilagare delle forme depressive che affliggono così tanti individui nel nostro tempo. Questa sorta di scissione esteriore, difatti, perfettamente rappresentata dalla dicotomia tra scienza e spiritualità, trova una precisa corrispondenza anche nel nostro universo interiore, in cui uno dei piani di coscienza più frequentemente esclusi dal sentire comune è quello della cosiddetta mente contemplativa.

Tale facoltà, fisiologicamente collegata all’emisfero destro, può essere definita quella parte di noi pronta a muoversi nel mistero con capacità di percezione totalmente ignorate dalla controparte connessa all’inclinazione analitica, cioè l’emisfero sinistro. La mente contemplativa, infatti, non si sente minacciata dall’assenza di risposte logiche rispetto ai grandi temi dell’esistenza perché, in modo del tutto spontaneo e naturale, non è influenzata dal riduzionismo razionale che assoggetta, spesso radicalmente e drasticamente, l’altra componente. Pertanto, questa porzione non solo rappresenta il terreno dell’essere per il mistico, ma opera con modalità plastiche e olografiche molto lontane dal tipico approccio lineare orientato allo scopo: se l’attitudine analitica è in grado di descrivere e studiare le esperienze, quella contemplativa, che risponde a ciò che non è visto, né evocato dai sensi, contatta “la viva presenza” all’interno dell’esperienza stessa. Sulla base di queste premesse, quindi, potrebbe essere più immediato cogliere lo spirito del presente lavoro che, attraverso la confluenza di queste due sponde dell’essere, cerca di promuoverne una sintesi, non solo auspicabile ma, di fatto, realmente attuabile. Questo perché sviluppare tutte le potenzialità della nostra natura, in forma adeguata e coerente, non solo significa nutrire e sostenere il centro della nostra personalità, ma vuol dire poter entrare direttamente in contatto con una dimensione superiore, cioè con quella dimensione più elevata e sottile che da sempre è ancestralmente definita il regno dell’anima.

I-Ching orientale e i Tarocchi occidentali

L’indagine proposta, nel dettaglio, è stata condotta mediante la disamina di due tra i più antichi e conosciuti sistemi mistico-filosofici del nostro pianeta, cioè l'I-Ching orientale e i Tarocchi occidentali, posti in relazione con la moderna conoscenza scientifica ricavata dalla genetica e dalle sue più avanzate implicazioni. Non si è trattato di un compito agevole e non mi aspetto che il risultato sia accolto senza dubbi o scetticismo. L’inclinazione istintiva dell’essere umano, infatti, non è solo quella di rifuggire da un più audace rapporto con se stesso, ma è anche quella di evitare l’escursione in territori e domini che, non ancora sondati, rischiano di porre in crisi le sue opinioni e le sue convinzioni sull’essenza stessa della realtà in cui si trova a esperire. Per esempio, seguendo la tendenza della mente analitica e consapevoli di essere di fronte a un trattato relativo al DNA, ci si potrebbe attendere una disamina di quei dati chimici, biologici e metabolici che i ricercatori dediti alla scomposizione e all’approfondimento della doppia elica hanno evidenziato nel corso del tempo. Tutto ciò, naturalmente, sarebbe legittimo, in quanto la sostanza materiale è la base di sperimentazione per l’essere che vive nella realtà fisica, ed è quindi normale che meriti la sua piena attenzione anche attraverso il relativo metodo scientifico.

Tuttavia, poiché l’uomo è molto di più della somma delle sue parti, sarebbe necessario anche indagare oltre i limiti della pura razionalità, nella direzione di una comprensione più completa, unitaria e soddisfacente. Pertanto, l’approccio della mente analitica che si concentra sulla configurazione del DNA e si preoccupa delle sue basi fisiologiche, considerandolo come il supporto del vivere nel corpo fisico, per quanto valido, stimolante e interessante, difficilmente può ispirare nell’individuo il sorgere di uno stato numinoso, ovvero il desiderio di attraversare l’abisso e penetrare quei confini del regno interiore che lo toccano nel profondo. Questa possibilità, infatti, è riservata alla mente contemplativa che, amando intrattenersi con frontiere sconfinate e sotterranee, è nella condizione di spingersi nelle cavernosità dell’essere per risvegliare interrogativi di senso in una prospettiva molto più vasta e illuminante. Così, considerando il DNA come una struttura primordiale e simbolica, predicativa di quella medesima verità posta semplicemente su un livello vibrazionale superiore, la mente contemplativa, che spontaneamente propende per il racconto del poeta-filosofo espresso in termini di magia e mistero, si dedicherebbe con gusto alla sua esplorazione, giudicando la doppia elica l’emblema di un’evoluzione sia sul piano antropologico che cosmico.

In pratica, anziché limitarsi a osservare le basi genetiche come meri mattoncini costitutivi, pur immaginandole come componenti chimiche del filamento stesso, le concepirebbe come la manifestazione microcosmica di una rappresentazione macrocosmica, assegnando così all’intera molecola una duplice dimensione, cioè una funzione fisica e una trascendente. In questo modo, la mente contemplativa e quella analitica, allegoricamente incarnate dallo scienziato e dal poeta, pur con forme e modalità diverse, si troverebbero entrambe a raccontare il vero: laddove la prima descriverebbe in maniera rigorosa e circostanziata, la seconda suggerirebbe possibilità e correlazioni analogiche necessarie per espandere la coscienza e invitare a una più autentica connessione con se stessi.

Ebbene, nel presente contesto, applicando e dosando questo doppio approccio, indispensabile per unire e sintetizzare i parametri fondamentali dell’essere, si è cercato di esporre come l’I Ching e i Tarocchi, per quanto dai più considerati in un’ottica esclusivamente oracolare e divinatoria, siano in realtà straordinari e segreti custodi, in forma cifrata e simbolica, della conoscenza relativa al DNA e delle sue eccezionali prerogative. In particolare, il primo, cioè il libro dei Mutamenti, attraverso i cosiddetti 64 esagrammi, descriverebbe i 64 codoni, cioè le unità genetiche ternarie codificanti le informazioni per la sintesi delle proteine. Queste ultime, che in tutti gli organismi, uomo compreso, coprono una vasta gamma di funzioni, possono a loro volta essere considerate i composti base di ogni forma di vita sulla terra. Per via della loro fondamentale importanza, quindi, non può sorprendere che l’altro grande sistema filosofico, cioè i 22 archetipi del Tarot conosciuti come Arcani Maggiori, rappresenti proprio l’insieme dei 22 amminoacidi, cioè i composti primari che, codificati dalle citate 64 triplette, generano la struttura stessa delle proteine. Per compiere questo tipo di ricerca, tuttavia, desiderando offrire anche ai meno esperti la possibilità di fruire di tutto il suo contenuto, è stato opportuno suddividere la materia in diverse aree tematiche. Innanzitutto, è stata presentata la struttura chimica e biologica del DNA, al fine di fornire strumenti di comprensione generale rispetto alla sua architettura e alle molteplici funzioni, naturalmente esaminate in accordo con la prospettiva scientìfica convenzionale. Successivamente, sono stati trattati i due menzionati compendi metafisici, cioè l'I-Ching e il Tarot, per illustrarne ruolo e applicazioni. Rispetto a questo punto, però, si è cercato di focalizzare l’attenzione su quelle caratteristiche peculiari che, poco familiari persino ai più attenti conoscitori delle due discipline, possono essere considerate le fondamenta per il confronto con la genetica.

Fisica quantistica e antica tradizione

In seguito, in maniera rapida e schematica, per quanto, si auspica, adeguata, è stata indagata la natura dei fenomeni ondulatori e delle relative frequenze, sia dal punto di vista della fisica quantistica che di quello dell’antica tradizione. Questa sorta di escursione in un territorio all’apparenza così distante si è resa necessaria per poter analizzare le influenze che le vibrazioni emesse dall’uomo (sotto forma di emozioni, pensieri e parole, cioè quegli elementi che nel complesso costituiscono la sua attitudine) esercitano nei confronti del genoma e dei correlati eventi metabolici. In merito a queste dinamiche, peraltro, sono state menzionate alcune tra le più recenti acquisizioni nei domini della biologia quantica e dell’epigenetica, in particolar modo quelle legate al ruolo della membrana cellulare rispetto al nucleo e a quello dei fattori, esterni e interni, che influenzano direttamente il DNA.

A tal riguardo, è ormai evidente che il genoma non è depositario solo di codici derivanti da meccanismi biochimici in senso convenzionale, ma anche di quelle informazioni che scaturiscono dalle esperienze interiori che l’essere umano attraversa nel corso della propria esistenza. Per esempio, nello studio condotto dal Brain Research Institute dell’Università di Zurigo è stato scoperto come i traumi che colpiscono la linea genitoriale possano essere ereditati direttamente dai figli, nel patrimonio biologico dei quali si è dimostrata l’esistenza di analoghe e correlate modifiche. Queste ultime, infatti, sono state individuate in alcune componenti chiave presenti nel nucleo cellulare, cioè in minuscoli pacchetti di materiale genetico che i ricercatori hanno ribattezzato con il nome di “microRna”. Questi segmenti, che oltre a trasmettere le consuete indicazioni per la costruzione delle proteine sembrano mantenere la memoria degli eventi perturbanti, potrebbero pertanto influenzare, secondo le attuali conoscenze, il metabolismo a lungo termine e i comportamenti caratteriali almeno fino alla terza generazione.

Inoltre, e in pieno accordo con queste nuove e sorprendenti evidenze, una parte del mondo scientifico sostiene addirittura che il DNA possa essere considerato come un vero e proprio linguaggio che, fondato sulle quattro lettere rappresentate dalle basi azotate che lo costituiscono, cioè l’adenina, la guanina, la citosina e la timina, sarebbe l’archetipo ancestrale di tutti quelli che si sono successivamente susseguiti nel corso delle ere. Tale linguaggio, per l’essere umano, avrebbe la possibilità di essere influenzato da vari tipi di suoni o vibrazioni, comprese quelle forme che, in qualità di parole, consentono la comunicazione verbale tra gli individui. Ciò significa che non solo il DNA sarebbe depositario di molteplici livelli di informazione contenenti istruzioni di varia natura, ma tali livelli potrebbero essere innescati o disinnescati da specifiche frequenze, cioè da precise parole, semplicemente modulate a differenti gradi di intensità.

Sulla base di questi presupposti, negli ultimi capitoli dell’opera sono stati delineati e dimostrati i collegamenti più importanti che consentono di associare il codice genetico e gli amminoacidi ai rispettivi equivalenti metafisici, cioè gli esagrammi dell’I-Ching e gli Arcani dei Tarocchi. Attraverso queste relazioni, in particolare, è stato possibile far emergere l’esistenza di peculiari strutture definite Codici del Cambiamento o iCode che, in qualità di centri funzionali della coscienza, potrebbero serbare le chiavi di tutte le dinamiche interiori che impattano, positivamente o negativamente, su ogni essere umano. Detto in termini più diretti, si è cercato di illustrare come i due testi sapienziali dell’I Ching e del Tarot, simili a scrigni colmi di tesori, siano stati anticamente redatti per preservare particolari conoscenze che consentono a ogni sincero aspirante di accedere alle istruzioni preservate nel proprio DNA.

Questo accesso, che permette di compiere un’evoluzione o, più correttamente, una trasmutazione di natura superiore e trascendente, avviene mediante l’acquisizione dei contenuti archetipici di cui entrambi i sistemi sono detentori. Tali contenuti, ricavati attraverso molteplici processi di decodifica, e che in parte sono stati presentati nel corso di questo lavoro, non soltanto risultano essere gli schemi alla base dei comportamenti umani, ma possono essere espressi in maniera trasparente e comprensibile sotto forma di semplici Parole Chiave. Queste ultime, in accordo con il criterio che identifica il DNA in un linguaggio a tutti gli effetti, sono concetti universali che possono attivare o disattivare gli stessi codici genetici di cui sono rappresentative. Pertanto, proprio per favorire questo tipo di alchimia mistico-metabolica, nell’ultima parte del volume è stato inevitabile illustrare il nesso che entrambe le tradizioni oracolari rivelano con l’astrologia, grazie al quale è possibile identificare il particolare Codice Sorgente di cui ogni essere umano sarebbe portatore sin dalla nascita. Tale codice scaturisce da una rielaborazione del tema natale convenzionale definito Disegno Natale che, come una sorta di mappa orientativa antropo-cosmica, aiuta e disciplina ogni autentico ricercatore nel corso del cammino che ha luogo nell’oscura selva della realizzazione spirituale.

Ecco spiegate, dunque, le principali ragioni per le quali mi sono misurato con questa insolita impresa. Naturalmente, nessun libro ha da guadagnare da pretese dogmatiche circa il valore delle proprie dichiarazioni. Ogni operato, infatti, non può che sostenersi grazie alla saggezza dei suggerimenti offerti o per la capacità di alimentare la comprensione intellettuale ed espandere la consapevolezza di chi lo intercetta. Pertanto, se quanto proposto nelle successive pagine contiene alcunché di verità, raggiungerà il suo scopo e porterà il proprio messaggio, penetrando il cuore e la mente dei ricercatori più schietti. Al contrario, se non possiede alcun valore e non si fonda su un valido principio di realtà, si eclisserà inevitabilmente. Tuttavia, ciò che chiedo al lettore che dovesse imbattersi nel suo studio, è un atteggiamento di ardita simpatia, cioè un’inclinazione aperta e una curiosa propensione a considerare con attenzione e disponibilità i punti di vista esaminati. Solo questo tipo di attitudine, infatti, corrobora quell’onestà e quell’ampiezza di pensiero che possono condurre allo sviluppo dell’intuizione, il regale strumento di discriminazione e diagnosi che insegna a respingere il falso e ad apprezzare il vero.

Data di Pubblicazione: 10 giugno 2019

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