ALIMENTAZIONE

La Cucina Crudista Alcalina - Anteprima del libro di Elena Dal Forno

Cos’è il crudismo vegano

Cos’è il crudismo vegano

Il crudismo è uno stile di vita che abbraccia la natura nella sua pienezza e riporta l’uomo a cibarsi in modo semplice non cucinando nulla, ma semplicemente nutrendosi di frutta, verdura, vari tipi di semi al loro stato naturale, ossia crudi. L’evoluzione di questa alimentazione primordiale è l'attuale cucina crudista, che ha aperto in chiave moderna la possibilità storica di associazioni, marinature, fermentazioni ed essiccazioni di cibi in modo da rendere i sapori e i profumi delle preparazioni eccellenti.

Queste modalità di trasformazione dei cibi non sono tuttavia scoperte ex novo ma hanno anch’esse radici antichissime, dato che ad esempio la birra e il vino erano bevande fermentate in uso già presso gli Egizi e gli antichi Romani, senza contare che la tecnica della conservazione dei cibi per essiccazione è addirittura precedente. In effetti il primo e più semplice essiccatore usato dall’essere umano è stato naturalmente il sole.

Nessun ingrediente viene mai cotto in questo tipo di cucina, ma al massimo riscaldato o essiccato a 42 °C, la temperatura massima, come approfondiremo più avanti, alla quale gli alimenti mantengono intatti i loro principi vitali, nutrienti e attivi. AI di sopra di quella temperatura non solo gli alimenti si reputano “morti”, ma diventano più difficili da digerire, i loro enzimi vitali sono pressoché distrutti, se non alterati e potenzialmente tossici. Si tratta di una recente scoperta salutistica (sebbene l’abitudine di mangiare crudo sia connessa con l’origine dell’uomo).

Va precisato che è degli anni Trenta del Novecento la scoperta dei cosiddetti food enzymes (enzimi digestivi esogeni) ad opera di Edward Howell, tema che svilupperemo nelle pagine dedicate alla cucina alcalina. È proprio a lui che si deve la scoperta secondo la quale sopra i 42 °C qualunque tipo di enzima digestivo presente nel cibo crudo viene distrutto.

Il crudismo vegano non è che un’evoluzione del crudismo, dato che in questo caso ci si ciba solo di alimenti che non derivano direttamente o indirettamente dagli animali o dallo sfruttamento degli stessi. Non si usano inoltre farine bianche, né zuccheri raffinati o grassi idrogenati, ma tutti gli ingredienti sono naturali, biologici e hanno subito la minima trasformazione possibile rispetto a come si trovano in natura.

Quali sono i benefici del crudismo?

Ogni persona sperimenta in grado e in modo diverso i benefici di un’alimentazione vegana e crudista, ma in generale più o meno tutti notano:

  • un dimagrimento che tende ad assestarsi sul peso ideale;
  • un aspetto più giovanile, con un visibile ritardo dei segni dell’invecchiamento;
  • una migliore digestione, essendo il tratto digerente alleggerito da molte scorie;
  • una sensazione di depurazione del fegato e di conseguenza una pelle più sana e luminosa;
  • un aumento dell’energia sia “interna”, mentale, sia fisica;
  • la regressione di malattie anche gravi;
  • la regolazione della pressione sanguigna, la stabilizzazione del livello degli zuccheri e dei grassi nel sangue verso Xoptimum.

Le crisi di depurazione

Spesso, chi passa repentinamente prima da un regime onnivoro a uno vegetariano e poi da questo a uno vegano sperimenta quasi subito un deciso dimagrimento e delle “crisi” di depurazione piuttosto evidenti. Ma non c’è da preoccuparsi: è buon segno! Il corpo è vivo, vuole vivere e per fortuna funziona ancora!

La fase in cui il corpo inizia a detossificarsi e a liberare energie per altri tipi di attività che non siano la digestione, bensì Xautocura e Xautoguarigione, è per tutti diversa e può manifestarsi con febbri, sfoghi cutanei, malesseri generali, stanchezza grave ecc. In questa fase (che come vedremo è legata al concetto di tossiemia di Tilden) è importante lasciare che il corpo si liberi delle tossine e non bisogna interrompere assolutamente il processo iniziato. I depositi di muco (accumulato nei vari apparati del corpo a causa di anni di alimentazione a base di cereali raffinati e proteine animali) cominceranno infatti a essere eliminati dall’organismo e si sentirà improvvisamente un benessere mai provato prima. Dopo questa fase si sperimenterà una grande serie di benefici, i quali andranno dalla ritrovata energia a una maggiore forza fisica, dalla capacità digestiva più efficace alla notevole lucidità mentale e bellezza della pelle ecc.

La fase di detossificazione può durare anche anni. Il corpo intossicato da decenni di accumulo di scorie non si libera all’istante di ciò che lo ha tenuto sino a quel momento tarato su un livello di energia piuttosto basso. E importante però che, una volta iniziato il processo, lo si porti avanti per non rallentarlo o tornare indietro alla fase tossica. Va detto che c’è anche chi non sperimenta per niente queste crisi, chi le prova dopo pochi giorni e chi dopo mesi. Per ognuno di noi la risposta è differente e non bisogna spaventarsi. La natura è diversità. Al contrario, occorre mettersi in uno stato di ricezione, accettazione e accoglienza.

La filosofia

Non è questa la sede per approfondire la fase di disintossicazione ma è bene sapere che esiste. Naturalmente per disintossicarsi il crudismo da solo non è sufficiente. Bisogna anche cercare quanto più possibile di adottare uno stile di vita attivo, di prendere tutti i giorni aria e sole, di ricordarsi di respirare correttamente, di avere relazioni sane e uno stato mentale positivo, anche se non sempre è facile. Non bisogna poi dimenticare di dare amore e metterlo in tutte le cose che si fanno, ma soprattutto di essere grati alla vita per quello che ci viene dato.

Con questo stile di vita vogliamo tornare agli alimenti primari, originari, non trasformati e sofisticati come quelli che invece ci propone l’industria alimentare: questi ci portano come conseguenza a dover utilizzare poi i medicinali prodotti dalle aziende farmaceutiche. Noi rifiutiamo questo percorso tornando a comprare dal contadino, facendoci l’orto sul balcone, supportando i produttori locali che sostengono un’agricoltura biologica e possibilmente biodinamica, portata avanti senza crudeltà nei confronti della natura e con amore per il loro lavoro e la Madre Terra.

La filosofia che sottostà a questo stile di esistenza è quella dell’essere compartecipi della vita di un pianeta nel quale abitano molte altre creature tra cui gli animali, i quali come noi amano, soffrono e mettono al mondo i loro piccoli nella fede istintiva verso la vita.

In quest’ottica filosofica ho scelto di conseguenza non solo di non nutrirmi con prodotti che sono direttamente o indirettamente derivati dagli animali, ma rifiuto anche l’abbigliamento e gli accessori che derivano dall’uccisione dei nostri amici animali, dato che posso e voglio farne a meno.

Alimenti e ingredienti di base

Nella cucina crudista si prepara tutto da “zero”, ossia non si comprano né sfoglie né creme né cibi precotti, ma si usano tutti gli alimenti che si trovano allo stato grezzo e con i quali poi si possono creare delle pietanze. Non usando alimenti raffinati né chimicamente modificati, cercando di evitare tossicità a tutti i livelli, è indispensabile che la qualità degli ingredienti sia la più alta possibile. Comprare cibo biologico e allo stato naturale e leggere sempre con grande attenzione tutti gli ingredienti sulle etichette di ciò che acquistiamo sono dunque delle priorità. Cerchiamo anche di sostenere le economie locali che ogni giorno lottano contro le grandi catene industriali e compriamo “dal contadino” e a km 0 quanto più ci è possibile.

Ma non avendo a disposizione farina, uova, zucchero, latte, formaggio, pasta, carne e altri cibi animali, che cosa avrà mai esattamente una cucina crudista nella sua dispensa?

Ecco allora alcuni ingredienti principali di questo stile alimentare:

  • frutta e verdura in grandi quantità,
  • semi oleosi (lino, canapa, girasole, zucca, chia) ricchi di omega-3 e omega-6, magnesio, selenio, potassio;
  • frutta a guscio come le noci di macadamia, che permettono di preparare creme e formaggi, o gli anacardi che sostituiscono il burro, oppure le mandorle, utili per avere un latte versatile nonché delle basi per crackers, pàté, e dolci;
  • spezie (più ne abbiamo meglio è).
  • Lievito alimentare in scaglie, ricco di vitamine del gruppo B, ottimo insaporitore di cibi;
  • tamari che è un sostituto più salutare del sale ed è una salsa senza glutine ma non cruda; oppure si può usare lo shoyu che pur essendo crudo contiene però glutine;
  • vari tipi di oli vegetali: extravergine di oliva, olio di sesamo, di noci e di cocco, fondamentale per dolci e zuppe;
  • farina di cocco, burro di cacao e cacao in polvere per preparare dolci;
  • dolcificanti naturali come datteri Medjoul, uva passa, purea di mele e di pere che in alcune circostanze funzionano benissimo.

I dolcificanti

Nella categoria dei dolcificanti naturali che si usano nella cucina crudista rientrano anche lo zucchero di cocco, lo sciroppo d’acero, e di agave, la stevia e lo xilitolo.

Ma su di essi bisognerebbe fare per coerenza un discorso a parte, dato che solo datteri, uva passa, purea di frutta e stevia in foglia possono considerarsi completamente crudi. Gli altri sono comunque ingredienti che subiscono un processo industriale, per cui né lo sciroppo d’acero né quello di agave sono considerati davvero prodotti neutri. Anzi, per quanto riguarda il succo d’agave la letteratura salutistica è assolutamente contraria, dato che esso può avere un indice glicemico altissimo (come lo zucchero) a seconda di come viene prodotto e perché è ricco in fruttosio puro, che per il nostro organismo non è salutare. Il fruttosio concentrato come quello contenuto nel succo d’agave ottenuto per lavorazione industriale (e al contrario di quello contenuto nella frutta allo stato naturale) viene assimilato molto rapidamente a livello del fegato ma non trasformato in energia bensì, in prima istanza, in grassi. Questi vengono immessi primariamente nel sangue, prima di essere stoccati nell’organismo come riserva energetica. Al confronto, è allora decisamente migliore lo sciroppo d’acero che ha proprietà più salutari e che contiene sostanze nutrizionali decisamente migliori del succo d’agave. L’ultima tendenza comunque è quella di usare zucchero di cocco sia liquido che in polvere. Ha indice glicemico bassissimo, è adatto ai diabetici ed è prodotto in modo abbastanza naturale.

In ogn caso la cucina crudista rifiuta lo zucchero, sia bianco sia di canna grezzo, poiché anche questo è comunque un prodotto non crudo e chimicamente lavorato.

Gli strumenti della cucina crudista

Ci sono almeno cinque strumenti fondamentali nella cucina di uno chef crudista professionista:

  • un frullatore molto potente capace di triturare e ridurre in crema o farina qualunque cosa (in questo libro però le ricette si possono fare tranquillamente utilizzando in alternativa un frullatore normale, un macinaspezie e un frullatore a immersione);
  • un robot da cucina, anche molto semplice;
  • una centrifuga o un estrattore per ricavare il succo da frutta e verdura;
  • un paio di coltelli affilati e adatti a tutte le occasioni;
  • un essiccatore (ma anche in questo caso si può usare il forno ventilato o il calore del sole in estate).

Volendo esistono naturalmente anche attrezzature aggiuntive, ma queste di cui sopra sono le principali con le quali comporre tutti i principali piatti.

In questo manuale useremo tuttavia anche lo “spiralizzatore” (l’affettaverdure girevole), un nuovo utensile da cucina semplice da usare ed economico, utilizzato per fare gli spaghetti di verdura.

Le basi storiche di uno stile di vita alcalino

In questo libro non troverete le mie ricette più ricercate, ma quelle che considero adatte a un crudismo per tutti i giorni, ossia alla portata di ogni persona che voglia sperimentare almeno una volta nella vita la possibilità di autoguarigione, di digestione silenziosa, di benessere totale.

Sono piatti piuttosto semplici, per uno stile di vita alcalino, che coadiuvano una condizione neutra o tutt al più basica. Questa infatti è l’unica condizione di sangue e tessuti che ci permette di mantenerci in salute, senza il ricorso per raggiungerla a un dispendio di energia e un consumo di minerali enorme da parte dell’organismo con i sistemi tampone. Questa condizione può essere conseguita escludendo in modo completo l’utilizzo di prodotti animali acidificanti e che portano all accumulo di muco. In quest’ottica, quelle che vengono proposte sono tutte ricette crudiste proprio perché anche la cottura dei cibi, come approfondiremo più avanti, è un elemento di disturbo per il nostro organismo.

Le preparazioni che sono suggerite in questo libro sono ispirate ai princìpi della scuola igienista americana, in particolare quella che ha come punti di riferimento Russell Thacher Trail (1812-1877), John H. Tilden (1851-1940) e Herbert Shelton (1895-1985). Inoltre, sono prese in considerazione le teorie di Arnold Ehret (1866-1922), e quelle che vengono ancor prima di Ippocrate (460-377 a.C.), di Alvise Corner (1484-1566) e dei fruttariani primitivi ante litteram. I suggerimenti dietetici e terapeutici si inquadrano inoltre nelle ipotesi sul cancro di Otto Warburg (1883-1970) e tengono presente gli esperimenti di Paul Kouchakoff (anni Trenta del Novecento), le scoperte di Edward Howell (1898-1988) e la teoria della vibrazione degli alimenti di André Simoneton (anni Quaranta del Novecento).

Questo non significa che occorra mangiare sempre tutto crudo. Talvolta ci si possono concedere dei cibi cotti che amiamo molto come le patate al forno, la caponata (senza il fritto!), o qualche zuppa invernale. Tendenzialmente, tuttavia, poter rimanere crudisti al 70% e con un 30% di cibo cotto (sempre mangiato dopo il crudo) sarebbe già una conquista notevole per tutti, onnivori inclusi.

Una rivoluzione di questo tipo cambia naturalmente anche l’approccio alla medicina, al benessere e allo stare in armonica assonanza e risonanza con il tutto, e a volte può portare anche alla ricerca di una spiritualità più profonda. In effetti non avrebbe avuto alcun senso trasformare la propria etica senza farsi domande e trasformare il resto della propria vita.

Tanto più che oggi sappiamo che non esistono più “malattie” causate da un solo fattore propriamente meccanico, così come la medicina convenzionale occidentale continua a volerci far credere. Molte scoperte scientifiche oggi avvalorano l’idea per cui ogni malessere, emozionale o fisico, può essere causato da una molteplicità di elementi tra loro strettamente correlati. Ad esempio, una “malattia” psicosomatica può avere un radicamento in una ferita emotiva e non avrebbe alcun senso curarla solo con pasticche o creme. L’approccio alla cura dovrebbe partire dalla totale comprensione della persona. E questa è una conoscenza antica.

Ci ricorda infatti già il filosofo greco Platone (428-348 a.C.) che «non [si dovrebbero] curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non [si dovrebbe] curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici greci, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto». 

Questo testo è estratto dal libro "La Cucina Crudista Alcalina".

Data di Pubblicazione: 30 settembre 2017

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