EDUCAZIONE E FAMIGLIA   |   Tempo di Lettura: 9 min

Disturbi dell'Attenzione - Anteprima del libro di Ariane Hébert

Quando l'allarme è suonato

Quando l'allarme è suonato

Alcuni genitori sospettano che “qualcosina” sia all’origine delle difficoltà o dei comportamenti del loro bambino; altri, invece, credono tassativamente che il figlio sia l'incarnazione della disattenzione e dell’iperattività. In ogni modo, alcuni segni e manifestazioni dovrebbero mettervi la pulce nell'orecchio e condurre alla valutazione psicologica.

Ecco alcuni tratti da osservare.

Difficoltà a stare attento in modo costante durante alcune attività

Il fatto che il bambino talvolta possa trascorrere diverse ore di fila a giocare con i videogiochi o con i mattoncini per le costruzioni non esclude di per sé difficoltà di attenzione prolungata. Anche i bambini cui è stato diagnosticato ufficialmente un Adhd riescono, in alcune occasioni o in certe attività, a dare prova di buone capacità di attenzione. D’altronde, non è raro vedere genitori confusi dai comportamenti fluttuanti del loro bambino.

Io paragono spesso i bambini con Adhd agli scattisti; essi possono, in determinate condizioni, offrire prestazioni notevolissime. Ma l’energia che questo richiede è tale che inevitabilmente finiscano per “rompere”. Essi sono quindi incapaci di mantenere a lungo la cadenza e sono dei mediocri maratoneti.

Grande distraibilità

Un giorno ero a casa di un’amica e la osservavo mentre, seduta a un tavolo insieme al figlio con Adhd, tentava invano di fargli terminare i compiti in mezzo al brusio familiare: lei si sgolava ripetendogli continuamente di smettere di guardare ovunque, perdendo la concentrazione. Il piccolo, ovviamente, tendeva a portare lo sguardo su ogni minimo movimento nella stanza, o su tutto quello che produceva un rumore, fatto che chiaramente esasperava la madre. Allora mi sono avvicinata a lei in modo discreto e le ho lanciato un “Buh!” tonante, che ovviamente l’ha fatta sussultare. Prima che mi strangolasse, le ho spiegato che gli stimoli che circondavano suo figlio avevano su di lui lo stesso effetto; anche se desiderava ardentemente ignorarli, il suo cervello era incapace di astrarsi da essi e di non trattare l'informazione. La cosa migliore, quindi, era fare in modo che essi fossero assenti nell'ambiente durante il periodo in cui si richiedeva la sua concentrazione. (Mi sono anche preoccupata di spiegarle che tutti i genitori, senza eccezioni, sono talvolta esasperati per i tratti di disattenzione, ma che questo non fa di noi dei genitori sgradevoli).

Tendenza a evitare o a procrastinare le attività che richiedono uno sforzo mentale sostenuto

Molti individui con Adhd, bambini o adulti, riescono meglio sotto pressione. Allo scopo di favorire il passaggio all'azione e di evitare la procrastinazione, può essere opportuno stabilire che gli incarichi assegnati al bambino debbano essere svolti entro breve tempo, controllato con l’orologio, o proporre sfide da affrontare rapidamente.

Difficoltà a prestare attenzione ai dettagli o tendenza a fare errori di distrazione durante lo studio e altre attività

I genitori che incontro nel mio studio riferiscono frequentemente che il loro bambino a casa sembra assimilare bene le nozioni scolastiche, ma poi ha grandi difficoltà nelle verifiche a scuola o durante gli esami. Essi hanno l'impressione che il figlio “disimpari'' la materia, ma non è necessariamente quello che succede. Può accadere che l'integrazione delle nozioni sia troppo fragile e non resista al trascorrere del tempo, ma è anche possibile che l'alunno, inserito in un ambiente in cui gli stimoli distrattori sono molto numerosi, abbia più difficoltà a stare attento e ad accorgersi dei propri errori.

Per cercare di ovviare alla situazione, una buona opzione è far cambiare l'ambiente dello studio e del ripasso, esponendo il bambino a stimoli differenti.

Difficoltà a iniziare, portare avanti e terminare un compito

Mentre visitavo con i miei familiari una grande città, ci siamo fermati in un bar per servirci della toilette. Dal momento che diverse persone erano in attesa in uno spazio ristretto, ho chiesto alla mia figlia più piccola di raggiungerci nel corridoio antistante una volta finito. Dopo diversi minuti trascorsi in sua attesa camminando avanti e indietro, sono andata a vedere cosa le era successo. Era al lavabo e continuava a lavarsi le mani perché aveva scoperto che, strofinandole velocemente e con frenesia, il sapone formava grosse bolle che poi riusciva a far volare. Non si preoccupava del disagio degli altri membri della famiglia, che aspettavano da un bel po’ in un corridoio stretto. In quel momento anche il semplice compito di andare in bagno in un intervallo di tempo ragionevole sembrava fuori dalla sua portata!

Difficoltà a organizzarsi nello studio e in altre attività

Ho avuto la possibilità di osservare un'ampia gamma di sintomi di disorganizzazione, manifestati nel corso di attività semplici, mentre tenevo sotto osservazione in un'aula un bambino che si sospettava affetto da Adhd. L’alunno doveva creare un personaggio incollando materiali da bricolage su un foglio di carta. Invece di prevedere e pianificare la sua realizzazione, si alzava dal banco e andava avanti e indietro da questo alla ricerca dei materiali ogni volta che voleva prendere un elemento da usare. Poiché non faceva attenzione a mettere il cappuccio allo stick della colla o a posare lo stick a una certa distanza, si è presto ritrovato con le maniche e le dita appiccicose; i fogli gli cadevano attorno, le matite rotolavano per terra e, quando ha deciso di sedersi, non si è accorto che la sedia era stata spinta quasi un metro indietro. E, colmo della sfortuna per questo piccolino, rialzandosi dopo essere caduto ha calpestato il suo bricolage, che si è stracciato...

Dimenticanze frequenti nella vita quotidiana

Una mia vecchia amica, rappresentante di un’azienda di stoviglie, mi ha confidato che non mette mai i suoi preziosi piatti nel cestino per il pranzo del figlioletto, perché con molta probabilità non li rivedrebbe più. Nei primi tempi che il figlio frequentava la scuola, lei aveva sospettato che l’insegnante se li portasse a casa, perché sparivano tutti i giorni. Ora la mia amica ha una scorta di piatti usa e getta e si accerta che solo questi oltrepassino la soglia di casa.

Iperconcentrazione

Spesso nei soggetti con Adhd che praticano un’attività da loro gradita o che richiede capacità di attenzione si osserva uno stato di concentrazione intensa. La lettura, la televisione, i giochi di costruzione o altri passatempi possono portare a questo stato di “trance”, nel quale il soggetto perde la nozione del tempo e degli avvenimenti che si succedono intorno a lui. Si può interpellarlo più volte pronunciando il suo nome prima di ottenere una reazione oppure è necessario toccarlo per riportarlo alla realtà. Nessun timore, però: non è il segno di un’effettiva perdita di contatto con la realtà (come nel caso di una personalità psicotica, per esempio), né di un malsano ripiegamento su se stessi.

Agitazione o impulsività

La mia vita quotidiana a casa è contrassegnata da manifestazioni di impulsività. Una delle mie figlie si convince invariabilmente di avere perduto delle cose personali lamentandosi, persino prima di averle cercate. L’altra lancia a terra la spazzola dei capelli se una ciocca rifiuta di stare al suo posto. Mio marito, invece, è incapace di piantare un chiodo senza ingiuriare i suoi attrezzi. Il lato positivo della situazione è che, senza questi gesti di stizza, non avrei mai scoperto i benefìci dello yoga...

Variazioni importanti del tono dell’umore o delle emozioni espresse

Ridere troppo forte e intensamente, arrabbiarsi o piangere per un nonnulla, ecco dei comportamenti che caratterizzavano pienamente mia figlia qualche anno fa. Mi ricordo in particolare di una mattina in cui, appena alzatasi, si è messa a insultare il gatto che aveva avuto la sfortuna di saltarle sulle gambe mentre lei faceva colazione, ha riso sino alle lacrime quando il padre ha fatto cadere un uovo sul pavimento e pianto in modo teatrale dopo avere constatato che eravamo a corto di marmellata. Troppe emozioni per una ragazzina sveglia da poco!

Tendenza a parlare di continuo mentre fa i compiti

Quando un bambino continua a parlare (anche tra sé e sé) durante lo studio, un utile strumento cui i genitori possono ricorrere è una speciale cuffia che permette il ritorno della voce, normalmente usata nella rieducazione ortofonica dei piccoli. Questo strumento aiuta il bimbo a prendere coscienza della sua continua verbalizzazione; ascoltando in modo chiaro la sua voce e i suoi discorsi, finisce per essere disturbato da se stesso e, nel tempo, dovrebbe tendere a ridurre questo comportamento.

Difficoltà ad aspettare o a dar prova di pazienza

Mentre era sottoposto a una valutazione psicologica, un ometto di 8 anni, dopo ogni attività, domandava regolarmente: “Stiamo per finire? È lungo!”. Dopo un’ora di lavoro gli ho suggerito di fare una pausa merenda. Quando ho raggiunto i suoi genitori nella sala d’attesa, il padre mi è venuto incontro veloce, domandando: “Tra quanto tempo finirete? L’attesa, qui, è lunga...”.

Indecisione

È difficile, per un soggetto affetto da Adhd, prendere una decisione! Da una parte può decidere di traslocare o di cambiare lavoro in meno tempo di quanto occorra per dirlo, dall’altra esita molto a lungo prima di scegliere il piatto da ordinare... e ritorna tre volte sulla sua decisione.

Attenzione!

Sappiate che, perché si possa parlare di Adhd, devono essere comparsi diversi sintomi prima che il soggetto abbia compiuto i 12 anni. Questi sintomi, nel corso degli anni, si trasformano e possono esprimersi in modi vari con il passare del tempo. È quindi possibile che alcuni tratti che sembravano assenti quando il bambino era più piccolo, o anche che sono presenti in un solo contesto (la casa, per esempio), si aggravino o si manifestino più spesso o con maggiore chiarezza quando egli diventa più grande.

Questo testo è estratto dal libro "Disturbi dell'Attenzione".

Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017

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