SELF-HELP E PSICOLOGIA

I 4 Colori della Personalità - Anteprima del libro di Lucia Giovannini e Nicola Riva

Il metodo dei quattro colori

Il metodo dei quattro colori

«Le nostre azioni splendono alternativamente di colori diversi.»
Friedrich Nietzsche

Una valenza universale che trascende ogni cultura

Il metodo che stiamo per presentarvi ha radici antiche e nasce da studi molto approfonditi sulla psiche e sul comportamento umano, perché gli uomini da sempre cercano di approfondire la conoscenza di sé.

Al contempo l’uso dei colori e della simbologia lo rende estremamente fruibile, attuale, intuitivo e immediato. La valenza dei quattro colori, infatti, è universale e appartiene all’inconscio collettivo, perciò risulta semplice, ma non semplicistica.

Ed è proprio per questa caratteristica che il metodo riesce ad andare in profondità e si può applicare nella vita quotidiana.

Inoltre, è un metodo in grado di trascendere ogni cultura, razza o religione, e ciò ci ha permesso di introdurlo da anni all’interno dei nostri workshop in diverse parti del mondo: ovunque le persone rispondono bene e i risultati sono immediati.

Come forse saprete, ognuno di noi possiede quattro energie, che usa però con frequenza e intensità diverse. Ciò che identifica il nostro stile di comportamento e i nostri paradigmi di riferimento è quindi la maniera unica in cui combiniamo queste energie.

La predominanza di una rispetto a un’altra rivela dunque la nostra energia dominante, ovvero il modo in cui ragioniamo, sentiamo e ci comportiamo.

È bene precisare che la descrizione delle diverse tipologie di comportamento, pensiero e processo decisionale a seconda di ciascun colore non vuole portare ad alcun giudizio né valutazione, e non parla nemmeno del sistema di valori, delle competenze, delle conoscenze, dell’intelligenza, dell’istruzione o delle esperienze di vita di un individuo.

La griglia dei quattro colori non vuole essere un’etichetta in cui imprigionare noi stessi e gli altri, né pretende di essere esaustiva e di poter descrivere il vissuto o la complessità del singolo, né vuole essere sostitutiva di terapie, ma piuttosto desidera essere una mappa utile per navigare al meglio il territorio, un aiuto allo sviluppo personale e alla comprensione di noi stessi e di chi ci circonda.

Infine teniamo a precisare che questo metodo non vuole essere utilizzato come scusa per giustificare gli eccessi del proprio colore dominante: non esiste un colore migliore o peggiore degli altri né una personalità-colore superiore o inferiore, ma esistono maniere funzionali o disfunzionali per sfruttare il proprio colore.

Lo scopo di questo libro è perciò aiutarvi a usare la vostra energia-colore nel modo più efficiente possibile.

Al termine di questo capitolo molto probabilmente sarete già in grado di capire quali sono le vostre energie-colore dominanti e quelle delle persone attorno a voi. Ma se così non fosse, non preoccupatevi perché nel corso della lettura troverete numerose indicazioni in merito e anche le istruzioni per svolgere un test.

Una volta letta l’ultima pagina e appreso il metodo non potrete fare a meno di vedere il mondo a colori!

Temperamento o carattere?

«Se il temperamento ha il sopravvento sulla cultura, si è rustici; se la cultura ha il sopravvento sul temperamento, si è manierati. Se temperamento e cultura si mescolano nella giusta misura, allora si è saggi.»
Confucio

«Colui che con un temperamento flemmatico è solo un imbecille, con un temperamento sanguigno sarebbe un pazzo.»
Arthur Schopenhauer

Già nel 400 a.C., Ippocrate, padre della medicina moderna, teorizzò che gli esseri umani nascono con delle predisposizioni e delle tendenze comportamentali.

Qualche secolo più tardi, nel 190 d.C., gli stessi studi sono stati riproposti e approfonditi da Galeno, un altro famoso medico greco.

Questa teoria descrive il sistema dei «quattro umori corporei» e li identifica con i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco.

Se a predominare è il sangue, avremo quindi un tipo Sanguigno che tenderà all’ottimismo e all’entusiasmo (nel metodo dei quattro colori vedremo come questo si ritrova nella tipologia gialla). Se è la bile nera a prevalere, apparterremo alla tipologia Melanconica e tenderemo a rattristarci facilmente e a soffrire per un nonnulla (tipologia blu).

Se invece siamo dominati dalla bile gialla, allora rientreremo nella tipologia Collerica con un temperamento molto passionale (tipologia rossa). Infine se è la flemma ad avere il sopravvento saremo Flemmatici e tenderemo alla tranquillità (tipologia verde).

Non sono né gli dèi né le stelle a determinare i nostri desideri, azioni e inclinazioni, bensì l’equilibrio dei quattro umori, sostenevano i due scienziati.

Anche Aristotele nei suoi studi su felicità e carattere divide il temperamento umano in quattro categorie, secondo altrettante fonti di felicità. La prima tipologia di persone tende a trovare la felicità nel piacere dei sensi, la seconda nell’accumulo di beni materiali, la terza nell’esercitare la virtù morale e l’ultima nella logica e nella razionalità.

Idee molto simili si ritrovano in tutta la storia della medicina, della filosofia e in letteratura.

Per esempio nella seconda metà dell’Ottocento Tolstoj in Guerra e pace descrive i membri di una loggia massonica a seconda di quattro tipi di carattere: c’era chi vi cercava le connessioni sociali e le opportunità, chi la formalità e le cerimonie, chi i segreti scientifici e chi un cammino di crescita personale.

All’inizio del Novecento, invece, hanno fatto la loro comparsa, nell’ambito della psicologia, teorie che negano il peso delle attitudini innate.

Tra i loro sostenitori c’erano Ivan Pavlov, che considerava il comportamento come una semplice risposta meccanica agli stimoli esterni, e John Watson, il primo comportamentista americano, che affermava che la personalità dipende dalle abitudini apprese durante l’infanzia. Secondo lui il carattere è talmente malleabile che possiamo rendere qualsiasi bambino un genio o un delinquente.

Per parecchi anni le dtie correnti di pensiero si sono scontrate.

Chi aveva ragione?

Come al solito entrambe!

«Cosa intendete per temperamento? E come si relaziona al carattere e alla personalità?» chiede Pietro visibilmente confuso.

Anna alza gli occhi al cielo e sbuffa: «Eccolo, sempre a fare domande e a perdere tempo sui minimi dettagli», commenta aspra.

Gufi, gatti, cani, scimpanzé, lupi e leopardi

Se l’aula fosse composta solo da personalità come quella di Anna questa domanda forse non sarebbe mai emersa, tuttavia per comprendere meglio la questione occorre approfondire questi concetti.

Come sostiene David Keirsey in Please Understand Me, la personalità è formata da due aspetti: temperamento e carattere.

Il temperamento è l’indole, la costituzione di una persona, ed è composto dalle naturali inclinazioni, mentre il carattere è formato dalle abitudini di pensiero e azione. Potremmo definire quindi il temperamento una predisposizione e il carattere una disposizione d’animo e di atteggiamento mentale.

Per esempio i gufi hanno una naturale predisposizione a vivere di notte, i gatti a cacciare i topi, i cani a cacciare i gatti. I lupi, dal canto loro, sono animali da branco, che per vivere hanno bisogno di stare in gruppo, si prendono cura dei propri malati e proteggono la famiglia. Gli scimpanzé sono animali molto socievoli, che dedicano gran parte della giornata ai rapporti sociali, mentre i leopardi sono animali solitari che non hanno spiccate forme di affettività o tenerezza, tranne che nell’accoppiamento/

Ogni essere vivente tende perciò a sviluppare i comportamenti più in linea con la propria indole.

Il cervello, spiega David Keirsey, è simile a un computer il cui temperamento è l’hardware e il carattere il software. L’hardware è quindi la base fisica da cui il carattere emerge, è un’impronta che crea una traccia consistente identificabile in ogni nostra azione.

E tutto ciò può essere osservato fin dai primi momenti di vita, quando l’ambiente non ha ancora avuto modo di esercitare la sua piena influenza.

Se per caso avete due o più figli sapete di cosa stiamo parlando. Persino i gemelli spesso hanno temperamenti diversi e già da piccolissimi potete notare come reagiscono in modo diverso al medesimo stimolo.

«Scusate, ma io ho bisogno di capire», interviene Pietro. «Non ci avete sempre insegnato che se lo vogliamo possiamo cambiare il nostro carattere a qualsiasi età? Quindi il temperamento non si può cambiare?»

«Perché mai vorremmo cambiare il colore dei nostri occhi?» mi viene da rispondere. Queste «impronte», o tendenze di comportamento, oltre a possibili debolezze, racchiudono anche i nostri doni e talenti unici. L’idea non è di cambiarli, ma di modificare la maniera in cui li sviluppiamo e utilizziamo.

Al temperamento infatti si aggiunge l’ambiente (famiglia di origine, educazione, società), che a sua volta influenza enormemente ognuno di noi.

Possiamo allora affermare che il temperamento riguarda la predisposizione innata, il carattere invece emerge dall’interazione tra temperamento e ambiente.

E il carattere è assolutamente modificabile.

Per trasformare quegli aspetti del nostro comportamento che sono disfunzionali e ci portano sofferenza è necessario lavorare su tutti questi livelli, così come per comprendere e sviluppare le nostre qualità.

I quattro colori

«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.»
Albert Einstein

Uno dei più grandi sostenitori delfinfluenza delle differenze di temperamento era Cari Gustav Jung che nel 1921, nella sua opera Tipi psicologici, scriveva che le persone sono guidate da una serie di istinti, che definì archetipi.

Di questi descrisse poi quattro funzioni principali: sensazione, intuizione, pensiero e sentimento che si combinano con due attitudini, introversione ed estroversione.

Nel 1928 anche William Moulton Marston, psicologo americano e inventore prolifico (dal poligrafo a Wonder Woman), nel libro Emotions of Normal People affermò che le caratteristiche del comportamento umano possono essere raggruppate in quattro principali «stili di personalità».

Da questa considerazione è nata la teoria DISC che, come vedremo, è facilmente associabile al metodo dei quattro colori: Dominante (con preferenze di controllo, potere e autoaffermazione); Influente (con tendenza alle situazioni sociali e alla comunicazione); Stabile (con caratteristiche di pazienza e persistenza) e Coscienzioso o cauto (con propensione alle strutture e all’organizzazione).

«E il metodo dei quattro colori? Come si potrebbe spiegare in due parole?» chiede Marco impaziente, come tipico della sua tipologia-colore.

Le quattro foglioline

Guarda il quadrifoglio che è in copertina.

Come spiega l’autrice francese Brigitte Boussuat, le personalità nelle due foglioline a nord percepiscono l’ambiente come ostile, di conseguenza sono più formali e tendono a fidarsi delle persone dopo averle valutate con attenzione. Usano espressioni come La vita è dura, Occorre lottare, Bisogna svolgere lavori di alta qualità, e danno maggiore importanza agli obiettivi e ai processi.

I colori rappresentati dalle due foglioline al sud invece vedono il contesto come favorevole e perciò sono inclini ad avere un approccio più amichevole e aperto e a mettere le relazioni e le persone davanti a tutto.

Nelle foglioline di destra si sviluppa il mondo dell’azione: si amano le attività e ci si annoia velocemente, si preferisce agire in fretta, anche a rischio di sbagliare e dover rifare tutto daccapo e ci si sente al meglio quando si è in movimento.

In quelle di sinistra c’è il mondo della riflessione: il cambiamento avviene soltanto se è strettamente necessario, e comunque dopo averci pensato a lungo, e si agisce solo se si è davvero costretti a farlo. Inoltre si ama la calma, il silenzio e la solitudine.

immagine 4 colori

La mappatura Nord/Sud, Est/Ovest ci aiuta ad avere una comprensione più immediata e approfondita dei diversi processi mentali che ci guidano e che ci fanno rispondere agli stimoli in maniera differente rispetto alle persone accanto a noi.

Però, prima di introdurre le singole personalità-colore vogliamo fornirvi degli spunti per iniziare a darvi un’idea di dove potreste posizionare voi stessi e chi vi circonda.

Questo testo è estratto dal libro "I 4 Colori della Personalità".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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