SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 10 min

La Co De In A - Volume Terzo - Anteprima del libro di Claudio Trupiano

La terapia - A) La persona - B) Cosè la malattia? - C) La causa della malattia

La terapia

Prima di entrare nel cuore di questo lavoro - l’analisi e la gestione del percepito conflittuale - c'è una domanda sulla quale mi sono spesso soffermato e che diventa pressante e prioritaria per chi si trova a dover decidere come affrontare l'evento della cosiddetta malattia: come mai tutte le varie tecniche, più o meno ufficiali, possono vantare allo stesso tempo successi e insuccessi?

E soprattutto: a quale terapia affidarsi in questa fase transitoria, alla luce della conoscenza delle scoperte di Hamer?

Un raffronto tra il pensiero della Medicina Ufficiale e quello che possiamo chiamare oggi Nuova Medicina ci aiuterà non solo a rispondere ai primi interrogativi, ma costituirà il giusto presupposto per comprendere la gestione del conflitto biologico.

E la premessa sostanziale, la prima e radicale differenza tra i due modi di intendere l'intervento terapeutico, non può che essere l'individuo.

Ognuno di noi, nel proprio modo di percepire la realtà e di programmare la vita, è una specie di contenitore nel quale si riversano tutti gli accadimenti dal momento del concepimento nel grembo materno sino all'ultimo respiro di vita: non esiste un contenitore uguale all’altro, ognuno di noi è unico, irripetibile e diverso. Ma questo viene sempre tenuto in considerazione? Vediamo.

A) La persona

Perla Medicina Ufficiale: un malato è un protocollo da rispettare.

Molto spesso l'individuo perde la sua identità e viene identificato con il nome della malattia diagnosticata. Conseguenziale la terapia: a ogni patologia corrisponde un protocollo farmacologico specifico e prestabilito per quel tipo di patologia, non di paziente. I rimedi prescritti sono stabiliti ufficialmente da chi non ha mai visto e non vedrà mai quella specifica persona, per cui il medico referente può diventare una sorta di mero esecutore di ordini di altri che hanno stabilito per lui cosa fare. Protocollato è spesso anche il supporto psicologico, laddove c'è.

Non solo: è un percorso standardizzato e obbligatorio che il medico non può trasgredire, al punto che ogni altro intervento che possa avere valenza terapeutica viene disatteso e ignorato.

Il rischio per il professionista non è leggero: non sono infatti pochi i pazienti che pretendono la guarigione e che, se il protocollo non è rispettato, scatenano vertenze legali contro l'inerme medico, non protetto a monte. Così, seguire il protocollo è diventato un vero e proprio scudo difensivo per la classe medica.

Anche la relazione umana medico-paziente segue purtroppo la stessa via. Lontani i tempi del medico di famiglia che usciva dal suo studio per entrare nelle case dei pazienti, spesso amici: bastava il suo arrivo per respirare una ventata di benefica terapia. Oggi il medico di base è diventato una specie di tecnico delle Ferrovie, addetto agli scambi: dopo un'estenuante attesa nell'anticamera, un paziente viene dirottato a destra, l'altro a sinistra. Destinazione: lo specialista del caso.

Non mancano di certo le eccezioni: sono ancora molti i medici quasi come una volta, che dedicano tempo, ascolto, comprensione e umana solidarietà ai loro pazienti. Ma li abbiamo chiamati eccezioni e ci consideriamo davvero fortunati se abbiamo trovato uno di loro come nostro referente.

Uno spazio in più di libertà umanitaria viene spesso trovato dall'infermiere/a che trova il modo di interagire con il paziente, ma è sempre una relazione non protocollata, gratuita e demandata alla sensibilità del singolo.

Per la Nuova Medicina: un malato non è un malato.

E’ una persona che sta vivendo un processo bifasico, biologico e sensato. E’ un individuo unico e irripetibile, diverso se mancino o destrimane, diverso se maschio o femmina, diverso in base alla sua età ormonale, diverso se sta vivendo o meno un conflitto del profugo, ma soprattutto diverso in base al percepito conflittuale che lo ha portato ad attivare la curva bifasica.

Il programma sovradeterminato della connessione psiche-cervello-organo fornisce subito al medico, in base all'organo interessato, la modalità e l'intensità del conflitto vissuto dalla persona.

Dopo aver spiegato al paziente il processo fisiologico conseguente e come si comporterà nel tempo lo specifico tessuto coinvolto, si potrà procedere a tutti gli interventi terapeutici necessari e utili, sia dal punto di vista farmacologico che chirurgico, per accompagnare il paziente alla fine della vagotonia. Un medico con tale competenza avrà anche il compito di istruire la persona a spostarsi dalle possibili recidive conflittuali, coinvolgendo se necessario anche i parenti.

Medici, infermieri e familiari diventano tutti attori protagonisti e collaboratori del paziente per accompagnarlo nel suo processo di riparazione.

Inimmaginabile, in questo contesto, il protocollo. E’ la fine della paura e la nascita di una nuova figura di medico - come dice Hamer - col cuore in mano.

Questo traguardo è ancora lontano, ma ci arriveremo.

B) Cosè la malattia?

Per la Medicina Ufficiale: un errore del corpo.

La malattia è un'entità nosografica, cioè la definizione della manifestazione di un male senza un senso e un'utilità: un errore del corpo.

L'assurdità di un organismo lasciato al caso e all'errore raggiunge il suo apice nelle definizioni di corpo della medicina accademica: a volte straordinario e perfetto, a volte manifestamente stupido. E' questo il caso del tradimento del sistema immunitario quando si rivolta contro di noi, generando le malattie autoimmuni. Sarebbe questo il sistema perfetto che ci difende?

Se poi entriamo nel mondo dei tumori, varchiamo le soglie della follia: sono perversioni di un sistema impazzito, così come sono impazzite le cellule tumorali che non solo devastano i nostri organi, ma si permettono di girovagare nel nostro corpo (metastasi) a loro completo piacimento e nei tempi che più loro aggrada. Come ho già riportato nel primo libro, non possiamo che riconoscere al malato l'acronimo di persona SS (Scientificamente Sfigata).

Per la Nuova Medicina: una risposta sensata dell'organismo.

La malattia è sempre un programma bifasico, distinto in una fase simpaticotonica, cioè la fase del conflitto attivo, e in una fase successiva vagotonica, cioè la fase di ripristino e di riparazione che segue la soluzione del conflitto. Questa seconda fase è intervallata, secondo dei tempi fissi, dalla Crisi Epilettoide.

Una visione completa e nuova: un Programma bifasico Speciale - Biologico - Sensato, estremamente preciso e governato da una Natura che fa di tutto per tenerci in vita. E lo fa con noi umani, come con tutti gli organismi viventi, seguendo un circuito regolatore di omeostasi, per cui a un'azione corrisponde una reazione compensativa opposta.

Non riconoscendo l'importanza della fase del conflitto attivo, determinata dal vissuto individuale, diventa quasi ovvio il pensiero della Medicina Ufficiale di considerare a sé stante e negativo il processo fisiologico, sul quale si accanisce in proporzione al disagio procurato dai sintomi.

Speciale, perché è un programma diverso dalla fase normotonica del nostro vivere senza conflitti.

Biologico, perché governato da leggi biologiche, acquisite nel nostro programma genetico attraverso milioni di anni di evoluzione e indipendente dalla nostra volontà o conoscenza.

Sensato - la vera scoperta rivoluzionaria di Hamer - perché tutti i programmi del corpo si strutturano e funzionano per cercare di tenerci in vita, per cui la vita ama la vita e non è più possibile pensare a un non-senso, quando il processo viene definito maligno o autoimmune.

C) La causa della malattia

Per la Medicina Ufficiale: sconosciuta, forse genetica.

Il termine "sconosciuto" è l'aggettivo più ricorrente in tutti i testi di patologia.

Tutto sommato, considerando che l'attività terapeutica ufficiale è sostanzialmente sintomatica (combatte i sintomi della malattia per toglierli) e non eziologica (rivolta contro la causa), è relativo l'interesse a scoprire le cause delle malattie. Conoscerle non cambierebbe le modalità d'intervento.

Logica conseguenza, la totale mancanza di attenzione al vissuto conflittuale del paziente: l'anamnesi non è altro che la raccolta di dati personali, malattie precedenti, patologie familiari di certo ereditarie, e soprattutto di quante sigarette il paziente fuma e se beve. Se, tra questi dati, si riscontra qualche ipotetico nesso causale, si va a sentenza: colpevole! Se invece si scopre che la persona fino a quel momento è stata sana come un pesce, che tra i suoi avi non c'è traccia di quella patologia, che non fuma e non beve... allora il paziente è solo un SS (Scientificamente Sfigato) perché il suo corpo è incappato in un errore.

Negli ultimi decenni si è fatto anche un gran parlare delle cause delle malattie riferendosi allo studio del genoma umano e quasi ogni giorno si legge che sarebbe stato individuato il gene di questa o di quella malattia. I miliardi stanziati per questa ricerca sono incalcolabili, ma ancora oggi nessuna malattia, la cui presunta causa sarebbe stata individuata in un gene specifico, risulta essere stata guarita, intervenendo, modificando o eliminando quel gene.

Rimando il lettore agli studi di Bruce Lipton sull'epigenetica, sufficienti a smontare l'eziologia imputata al genoma umano, mentre per converso viene avallata la teoria opposta, del tutto analoga alle scoperte di Hamer, per cui è l'evento esterno a determinare il cambio della sequenza genetica.

Spero che un giorno i due ricercatori possano condividere le loro ricerche.

Per la Nuova Medicina: uno shock inaspettato.

La causa di quanto definito malattia, è sempre una DHS (Sindrome di Dirk Hamer) : lo shock conflittuale inaspettato, acuto e drammatico.

Questo attiva prima un programma simpaticotonico, seguito - in caso di risoluzione del conflitto - dalla fase vagotonica di ripristino del processo fisiologico, secondo i programmi filogenetici suddivisi in base ai diversi foglietti embrionali (endoderma, mesoderma ed ectoderma).

La correlazione tra DHS e tessuto attivato è dimostrabile scientificamente al 100%, prova inoppugnabile che il tutto è governato da Leggi Biologiche.

I due grafici, riportati di seguito, evidenziano chiaramente la differenza dei due modi di intendere la malattia.

Per la Medicina Ufficiale ogni patologia è una sorta di buco nel quale si cade e dal quale bisogna solo cercare di uscire. Per la Nuova Medicina è la risposta a uno shock conflittuale che segue un programma bifasico preciso e sensato. 

Questo testo è estratto dal libro "La Co De In A - Volume Terzo".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...