SAGGI E RACCONTI   |   Tempo di Lettura: 10 min

La Melanina - Anteprima del libro di Arturo Solís Herrera

Qualsiasi organismo ha bisogno di energia per sopravvivere

L'energia e la cellula

Fino ad ora la biologia cellulare si è basata su un dogma molto antico e, quindi, molto consolidato secondo il quale il glucosio è la fonte di energia per eccellenza della cellula eucariotica e, pertanto, dell'organismo umano.

Questa credenza sembra logica dal momento che dobbiamo ingerire alimenti per sentirci bene. Dopo un digiuno prolungato ci sentiamo profondamente deboli, i nostri riflessi si intorpidiscono, la mente si annebbia, ci fischiano le orecchie, la vista è compromessa, diventiamo irritabili e tendiamo alla depressione, e in stadi avanzati possono addirittura comparire allucinazioni.

I sintomi descritti scompaiono magicamente se ingeriamo acqua e catene di carbonio sotto forma di alimenti e, erroneamente, attribuiamo a queste ultime un'importanza eccessiva ma l'esperienza ci dimostra che senza acqua possiamo sopravvivere solo tre giorni mentre senza le catene di carbonio degli alimenti tre mesi.

Questo ci induce a pensare che gli alimenti sono "tre mesi più importanti" dell'acqua; ma un organismo che si è evoluto durante 4 miliardi di anni supera notevolmente la nostra capacità di astrazione. Inoltre, stiamo dimenticando che la necessità di energia è costante, incessante ed enorme per cui un organismo, così come la cellula stessa, muore nel giro di pochi minuti, se non ha a disposizione una fonte adeguata di energia.

Dato che in biologia ha senso solo ciò che viene esaminato alla luce dell'evoluzione, la fonte energetica deve essere la stessa che è servita durante tutto il corso dell'evoluzione e durante la creazione; pertanto, non può venire cambiata da un momento all'altro né essere modificata durante l'evoluzione dato che i processi che la regolano sono piuttosto rigidi e non possono essere modificati con facilità in funzione del momento o delle condizioni evolutive. È più congruente pensare che la fonte di energia sia sempre stata la stessa e che si tratti della stessa fonte di energia per tutte le forme di Vita presenti sulla Terra e, forse, nell'Universo intero.

È difficile immaginare una fonte di energia che sia esistita e sia stata costante dall'inizio dei tempi fino ad ora e che sia adatta allo sviluppo della Vita. Se pensiamo al glucosio, ai mitocondri, all'ATP, abbiamo di fronte un puzzle senza senso, senza testa né coda e senza senso evolutivo. Una prova palpabile è il fatto che non possiamo spiegare l'origine della Vita dal punto di vista scientifico ma solo da quello religioso, nonostante sia un argomento che è sempre stato presente in tutte le civiltà del passato e del presente.

Come scriveva Darwin, la prima scintilla della Vita ebbe luogo necessariamente in un ambiente completamente sterile, senza altre forme di Vita perché, altrimenti, sarebbe stata immediatamente distrutta o assorbita.

Se riflettiamo su questo punto, la scintilla in sé è energia e, quindi, qualcosa capace di produrre un cambiamento e il glucosio stesso ebbe bisogno di energia per prodursi dato che non si forma spontaneamente trattandosi di una molecola relativamente complessa; la sua struttura è costante e non può essere spiegata grazie alla proprietà intrinseca degli atomi di carbonio di formare catene.

Ma se la fonte di energia è costante, diventa più semplice spiegare la sorprendente costanza delle biomolecole che sono immutabili o subiscono solo variazioni minime man mano che passa il tempo.

Se la fonte dell'energia è apparsa ancora prima della Terra stessa, vuol dire che è esistita durante tutto il tempo necessario per permettere la comparsa della Vita e la sua permanenza fino ai nostri giorni.

Dal nostro punto di vista particolare, la risposta sta nelle radiazioni elettromagnetiche cioè nella luce visibile e invisibile. Possiamo immaginare la Terra, all'origine, come un'immensa riserva di acqua pura e l'attività della melanina come la ciliegina sulla torta che ha permesso la comparsa della Vita.

Non sappiamo spiegare la sua origine ma la sua presenza può essere constatata poiché è noto che la quantità di energia nell'Universo è costante.

Al momento, non è possibile capire da dove provenga l'energia dell'Universo ma possiamo affermare che la Natura sembra trasportarla, a grandi distanze, mediante le radiazioni elettromagnetiche e, soprattutto a distanze minori, mediante l'idrogeno molecolare.

L'energia delle radiazioni elettromagnetiche è stata presente dall'inizio dei tempi: non c'è dubbio che esse rappresentano la fonte principale di energia. L'incognita da risolvere è come si trasformi l'energia luminosa in energia chimica per poter essere sfruttata dagli esseri viventi.

Trasformazione dell'energia luminosa in energia chimica

L'unico esempio conosciuto fino ad ora è la clorofilla delle foglie che è capace di trasformare l'energia luminosa delle frequenze estreme dello spettro visibile in energia chimica dissociando la molecola dell'acqua. Possiamo affermare che le piante sono capaci di estrarre energia dall'acqua anche se, in realtà, la estraggono dalla luce.

Ricordiamo che è necessario scaldare l'acqua a 2000 °C per scomporre l'acqua liquida nei suoi componenti gassosi (idrogeno e ossigeno) ma in questo modo non si ottengono i componenti importanti adeguati dato che la separazione della molecola dell'acqua è irregolare; la ragione di ciò è che il calore non è una forma ottimale di energia ma ne è una forma piuttosto grezza poiché è irregolare; quindi, anche se otteniamo idrogeno, lo otteniamo in modo instabile cioè idrogeno monoatomico come anche l'ossigeno e altre molecole sono in forma monoatomica. Ma le necessità della cellula eucariotica sono molto precise e molto differenti; essa ha bisogno specificamente di ossigeno e idrogeno molecolari i quali sono composti molto stabili con una vita media, in assenza di scintille, superiore all'età dell'Universo.

L'idrogeno monoatomico e l'ossigeno monoatomico non sono elementi utili per la Vita e per il corpo umano poiché la differenza fra molecole biatomiche e monoatomiche è significativa, importante e, quindi, fondamentale. Le forme monoatomiche, in generale, impoveriscono i sistemi viventi. Poiché sono sempre state presenti, sono parte dell'equazione della Vita ma come un male necessario perché staremmo meglio se non ci fossero; questo, però, non è possibile.

Il modo in cui la clorofilla e la melanina separano la molecola dell'acqua non è per niente instabile, anzi, è sorprendentemente esatto dato che l'acqua liquida viene trasformata in gas e, precisamente, in idrogeno e ossigeno biatomici. A questo riguardo, l'equazione è chiara.

Formula Clorofilla

Non ci sono apporti strani nell'equazione, il processo è esatto. Per esempio, non si formano gruppi ossidrili (OH ) dato che la melanina è molto sensibile ad essi. L'esempio classico è l'applicazione di perossido di idrogeno sui capelli: la melanina viene distrutta.
La clorofilla per rompere la molecola dell'acqua prende l'energia necessaria, che è elevata, dalla luce rossa e blu. Una parte di questa energia viene utilizzata: una parte si perde ma una parte viene captata dalla molecola di idrogeno la quale deve essere poca viste le dimensioni dell'atomo d'idrogeno, circa 7 nm; ricordiamo che si tratta dell'atomo più piccolo che esista ma è sufficiente per dare inizio alla storia.

La dissociazione della molecola dell'acqua

La dissociazione della molecola dell'acqua è considerata la reazione chimica più importante del mondo. Dato che è l'inizio della catena alimentare, si pensava (erroneamente) che solo le foglie delle piante potessero svolgerla mediante la clorofilla che esse contengono.

Se riflettiamo sulla quantità di energia che può trasportare la molecola di idrogeno, ci accorgeremo che è molto piccola; ciò nonostante, ha un'importanza fondamentale e primordiale per innescare le reazioni biochimiche che hanno luogo all'interno della foglia e che portano alla sintesi del glucosio (il quale si trova, praticamente, in tutti gli esseri viventi) insieme ad altre molecole organiche importanti per la biologia della pianta. Nonostante che la capacità delle piante di rivitalizzare l'aria esausta sia stata descritta da Priestley nel '700, non si comprende ancora del tutto il processo mediante il quale la pianta combina la C02 con l'acqua per ottenere glucosio. Persistono ancora molti dubbi rilevanti su alcuni dei passi del processo che, inoltre, non è stato possibile replicare in laboratorio.

Qualcosa di analogo accade con l'essere umano dato che oltre il 90% delle reazioni biochimiche cellulari descritte finora sono oggetto di controversia. Noi attribuiamo l'origine della controversia al tentativo ostinato di includere il glucosio nell'equazione della Vita e della biologia cellulare contemporaneamente come fonte di energia e di biomassa quando, invece, è possibile che sia solo fonte di biomassa. Le cose peggiorano se pensiamo che la medicina galenica attuale si basa su questi schemi nonostante sappiamo che sono per un 97% incerti. Pertanto, la medicina dominante ha spinto al disastro la salute della popolazione perché solo il 10% dei problemi di salute vengono risolti e gli altri vengono solo alleviati. Non è un caso che in quasi tutti i paesi, se non in tutti, i fondi dedicati alla salute siano insufficienti e in continuo peggioramento: questo è comprensibile perché non si può curare ciò che non si capisce.

Il glucosio c'è dall'inizio dei tempi e, quindi, l'organismo lo conosce perfettamente

La cellula è capace di ottenere dal glucosio degli alimenti le catene di carbonio necessarie per sintetizzare le biomolecole di cui ha bisogno il nostro corpo per strutturare la biomassa. È così dall'inizio dei tempi; pertanto, il glucosio, nel nostro corpo, viene diviso, stirato, combinato con altri elementi, sottoposto a torsioni e ridotto in frammenti dalla cellula la quale lo usa per ciò di cui ha bisogno perché lo conosce molto bene.

Questo ci insegna, principalmente, che il glucosio è il mattone biologico ideale ma niente di più; non può in nessun modo costituire la prima scintilla della Vita poiché dall'origine della Vita e fino ai nostri giorni la scintilla deve essere stata sempre la stessa, non può essere cambiata, non può cambiare perché i processi biologici sono molto rigidi e ammettono solo minime variazioni, niente di più. Tutto deve succedere come successe al principio e durante tutta la creazione e tutta la evoluzione; tutti i processi biochimici derivano da essa e dipendono da essa per cui qualsiasi disequilibrio può provocare effetti imprevedibili nel delicato equilibrio fra massa ed energia su cui si basa la Vita.

L'importanza dell'energia primordiale è stata sottostimata poiché erroneamente si è pensato che, se i livelli dì glucosio fossero buoni, anche i livelli di energia lo sarebbero stati. Ciò è valido se ci si riferisce solo a livelli normali o bassi di glucosio perché quando i livelli di glucosio sono elevati la situazione cambia drasticamente e l'energia viene dimenticata del tutto e si comincia a parlare dì altre cose come, per esempio, della disidratazione. Tutto ciò senza considerare i gravi insuccessi nel trattare le malattie direttamente con l'ATP che provoca, come era prevedibile, un notevole peggioramento dei pazienti.

È ovvio che il nostro corpo ha usato il glucosio dall'inizio dei tempi e lo sa fare alla perfezione, l'ha fatto milioni di volte per milioni di anni: come possibile che si produca il diabete mellito?

Questo testo è estratto dal libro La Melanina

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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