SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 5 min

Ogni Istante è un Dono - Anteprima del libro di Thich Nhat Hanh

L'entrata

L'entrata

A ventitré anni, nel tempio della Fonte del Risveglio, nel distretto portuale di Saigon dove vivevo come giovane monaco, ho conosciuto due giovani poeti indigenti, Tru Vu e Quàch Thoai. Era l’autunno del 1949 e da tre anni il nostro paese era fagocitato dalla terribile guerra tra forze coloniali francesi che cercavano di conquistarlo e i membri della resistenza che si battevano per la sua indipendenza.

I due poeti erano venuti ad abitare nel tempio e a insegnare letteratura vietnamita ai novizi così da avere un posto in cui stare e qualcosa da mangiare. La Dragon River Press aveva da poco pubblicato il mio primo libro, una raccolta di poesie intitolata Reed Flute in the Autumn Twilight (Flauto di canna nel crepuscolo autunnale). Mi aveva pagato con cinquanta copie del volume che avevo distribuito ai miei amici, quindi non me n’era rimasta nessuna da offrire ai nuovi arrivati.

Un pomeriggio stavo insegnando ai novizi nel tempio della Radiosità Ricettiva, sulla strada che i colonialisti francesi chiamavano rue de Lorgeril, quando Tru Vù venne a cercarmi. Aveva trovato una copia di Reed Flute in the Autumn Twilight alla Dragon River Press e se l’era portata nei giardini Tao Dàn per sdraiarsi sull erba a leggerla. Si era addormentato e, al suo risveglio, aveva composto il poema Poetic Inspiration (Ispirazione poetica), così era venuto subito a cercarmi per offrirmelo. Nascendo da questo scambio sincero, fra noi si instaurò un profondo legame.

Tru Vù antepose ai propri versi la dedica A Thick Nhat Hanh, un ponte di empatia fra spiritualità e poesia ma io mi chiesi se un simile ponte fosse davvero necessario.

La poesia non è già spiritualità e la spiritualità già poesia?

Pochi mesi dopo, nella mia raccolta di poesie The Golden Light of Spring (La luce dorata della primavera) inclusi due versi sulPinterconnessione e il profondo interessere di poesia e buddhismo in un passaggio sul trapasso del Buddha:

Possa la luce radiosa del sentiero dorato - fonte di poesia - Illuminare gli abissi della notte più buia.

Canto di eternità

Non vedevamo Quàch Thoai spesso come Tru Vù. Benché i suoi scritti rivelassero uno spirito forte e audace, era di costituzione debole e nel giro di pochi anni morì di tubercolosi. Fra i suoi manoscritti trovammo il seguente poema, intitolato A Dahlia Flower (Una dalia), che mi commosse profondamente:

Ritta tranquillamente accanto allo steccato, sorridi del tuo splendido sorriso.

Sono senza parole, i miei sensi colmati dal suono del tuo magnifico canto, senza inizio e senza fine.

Mi inchino a te.

Qualche anno dopo, il bellissimo e miracoloso fiore di Quàch Thoai ricomparve nella mia poesia Aprii (Aprile).

... Il sole è sorto.

Uno dei tuoi minuscoli petali regge una goccia di rugiada imitando il sole, brillando.

La foresta sembra non sapere che sei lì, anche se già intoni il tuo canto immortale.

Un canto che suona come se si trovasse lì da sempre nella solenne atmosfera dei recessi della foresta...

Il sentiero dorato

Quando ero giovane, due delle mie principali fonti di ispirazione a farmi monaco furono il maestro zen Màt Thè e lo scrittore Nguyèn Trong Thuàt, autore del celebrato volume The Watermelon (Il cocomero), uno dei primi romanzi scritti in lingua vietnamita, e di una storia profondamente ispiratrice sul lignaggio zen in Vietnam pubblicata a puntate sulla rivista «Torch of Wisdom». Il maestro zen Màt Thè era uno studioso brillante, con una magnifica visione per il futuro del buddhismo. Nel suo fondamentale libro The Spring of Ethics (La primavera dell’etica), dato alle stampe nel 1942, l’anno in cui divenni novizio, sosteneva che la missione del buddhismo doveva essere quella di portare «una nuòva primavera» nel nostro paese. Era convinto che la spiritualità e l’etica buddhiste potessero aprire la strada per liberare l’umanità dagli abissi del dubbio, della disperazione e della depravazione. Di tutti i miei antenati era quello a cui mi sentivo più affine nel mio profondo desiderio di farmi monaco. Scrisse anche poesie, estremamente pure e delicate.

La luna splende dopo la pioggia Il giardino fragrante di brezza profumata La campana risuona nel silenzio della sera Chiedendo quali anime si siano d'estate maestro zen Màt Thè

Thày Màt Thè venne ordinato a dodici anni nel monastero della Foresta di Bambù di Hué. All’epoca, la signorina Dam Phuong, una delle prime femministe del Vietnam e un’importante scrittrice, veniva al tempio per insegnare ai monaci letteratura e scrittura vietnamita moderna. A quei tempi molti monaci leggevano e scrivevano meglio in cino-vietnamita, usando caratteri cinesi, che non con il nuovo sistema, utilizzando l’alfabeto romano. Ma Thày Màt Thè, padroneggiando già sia il vietnamita sia il cinese riuscì a imparare il francese, che gli permise poi di leggere le più aggiornate ricerche buddhiste pubblicate da studiosi francesi. In seguito studiò all'Istituto buddhista Xiao Shan in Cina e, prima ancora di ricevere i precetti di bhikshu, era diventato uno stimato professore di buddhismo e uno studioso della stona del buddhismo in Vietnam con diverse opere pubblicate.

Continua a leggere l'estratto del libro "Ogni Istante è un Dono".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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