SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 5 min

Poiesis - Anteprima del libro di Erica Francesca Poli

E c'è sempre un po' di cielo

E c'è sempre un po' di cielo

Quando esco dallo studio guardo sempre in alto nel cielo.

Vizio che mi fa bambina, infinito che mi respira negli occhi, mi lascia impreparata alle irregolarità del terreno sulla via di casa.

È spesso buio quando esco e la luna è già salita.

E io cammino così,

nel vuoto d’un istante,

pieno di giorno trascorso,

deposito miracoloso di ogni sussurro...

cammino così...

e li ho in pancia tutti.

I volti, le parole, la mimica, gli sguardi... e sono attimi, divini... umani...

Attimi di un senso che ritorna.

Sola e non sola dunque io cammino, e potrei continuare indefinitamente.

Poìesis

Poi il pensiero di lui, di loro che amo e stanno già aspettando... e sorrido di questo mistero che mi accade ogni giorno:

è tutto il giorno che amo, un giorno intero e ancora, una vita di giorni amanti.

E c’è sempre un po’ di cielo nello spazio chiuso dello studio, che è come un sacello.

Fessure di cielo

dove il buio si fa fertile e gravido il restare.

E, di colpo,

sono stanca, come avere la luna nel cuore. Adesso arrivo: giunta in verità da casa a casa. Lascio la luna al suo cielo, e la guardo, presto in parabola di notte, con loro, poi, rido e parlo e sono lì e tutto il resto del giorno riposa dentro me e si deposita, come la neve,

in qualche parte del mondo.

Alle origini della poesia

Inutile dire quanto il mestiere di psicoterapeuta coinvolga l’emozione e l’identità stessa di chi lo esercita. Inutile dire che non si cura senza amore. L’unica vera forza guaritrice risiede in questo avvicinarsi all’altro, guardarlo, comprenderlo, ascoltarlo con le orecchie, gli occhi e i sensi tutti. Allora può compiersi l’alchimia che trasforma nigredo, l’opera al nero, le emozioni plumbee e pesanti, in albedo e in rubedo, il fuoco del cuore che arde senza mai esaurirsi.

Ecco dunque il miracolo della trasformazione interiore mosso dalla dinamica relazionale e umana che nello spazio protetto, intimo, mistico e rigoroso dello studio accade.

Ma nessun terapeuta che si possa dir tale può chiedere al suo paziente di addentrarsi nella propria selva oscura da solo; nessun terapeuta può chiederlo ad altri prima d’averlo chiesto a sé, e poi, quando lo chiederà, dovrà esser pronto a tenere saldamente la mano di colui o colei che si accinge al viaggio metamorfico.

Per questo certe sere, dopo dieci o talvolta dodici ore di lavoro, percepisco una sensazione di grande, calda pienezza, di respiri raccolti, energie trapassate dentro me anche somaticamente, ma, nel tempo di un istante, quella stessa pienezza si fa anche stanchezza: una transizione immediata, quantica.

Ecco che allora guadagno la distanza temporanea da tutto e il tragitto verso casa diviene un santo viaggio di spoliazione di contenuti, che lascio depositarsi in me, depurati e trasfigurati come fiocchi di neve formati, cristalli armoniosi, di nuovo in stabile equilibrio.

Non deve stupire il fatto che io lavori con ritmo incessante; questo è, in verità, il modo migliore di lavorare poiché l’ingresso nello stato emotivo di presenza, nello stato di coscienza attenta e connessa, che permette di fare terapia e diventare strumenti di guarigione, si mantiene assai più facilmente procedendo nella giornata senza rotture deU’equilibrio.

In effetti, chi avvicina il terapeuta a un confessore o una prostituta, non sbaglia di molto, se si riferisce all’intima, nascosta, ripetuta e sospesa opera che questi, pur nell’ardire d’un paragone quasi blasfemo, identicamente compiono, salvo che nell’un caso la differenza sta nel fatto che il terapeuta non giudica e non punisce, neppure per conto di Terzi, se così si può dire; e nell’altro caso la differenza è legata alla pervicace opposizione a qualsiasi dinamica che sottoponga la persona all’oggettificazione di sé o di parti di sé e alla vendita o svendita, consapevole o meno, della propria umanità, tanto per il terapeuta che per il paziente.

Assenza di giudizio, assenza di punizione, assenza di reificazione della persona: in una parola sola, amore.

Questa è la ragione per cui sono convinta che un buon terapeuta possa essere molto felice, perché molto ama e molto insegna ad amare e a lasciarsi amare.

Riflessione: l’amore nella tua vita

Questa poesia vi invita a chiedervi che posto state dando all’Amore in ciò che fate momento per momento nella vostra vita.

Ricordate che l’Amore è tutto, ed è in tutto, o, meglio, può essere in tutto se voi vi concedete di mettere Amore in ogni istante della vostra vita, in qualsiasi cosa facciate, anche quella che vi sembra più semplice o umile, così come in quella più difficile e ostica.

Date Amore, date voi stessi e avrete molto, molto più Amore in cambio, di quanto vi aspettiate.

Amore non vuole i perché, non vi chiede di capire, non cerca spiegazioni.

Amore accade, l’unica cosa da fare è arrendersi al suo accadere, che è invisibile come il vento e come il vento, quando spira, cambia la faccia dei luoghi, porta lontano i profumi e i pollini che fiduciosi gli si affidano.

Promessa

Mi permetto di amare.

Mi abbandono all’amore.

So chi sono quando dimentico chi sono in nome dell’amore.

Questo testo è estratto dal libro "Poiesis".

Data di Pubblicazione: 30 settembre 2017

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