Manuale pratico per cavarsela in situazioni impossibili
Quando fare troppo bene è male: Il problema di essere i perfetti imperfetti
“Ciò che è stato sempre accettato da chiunque e dovunque è quasi certamente falso”.
P. Valéry
Eccoci qui, entrambe reduci da un weekend modello “salasso energetico”.
Eh sì caro Alchimista! Una di quelle esperienze in cui lo scotto dell’aver detto di sì tuo malgrado, ti fa pagare gli interessi usurati il giorno dopo e quello dopo ancora.
Ti ritrovi al mattino senza nemmeno le forze per andare in bagno, come se un rullo compressore ti fosse passato sopra più e più volte.
Pur avendo vissuto il fine settimana in posti diversi, ci ritroviamo nello stesso identico stato fìsico ed emotivo. Monia è stata a Parma al Mercante in Fiera per il Simposio delle donne live; Nicky il sabato al castello di Melfi, per un evento organizzato dal comune, la domenica a San Patrignano, in serata a Milano per una cena, viaggiando infine di notte per approdare a casa in Svizzera!
L’appuntamento per scrivere il libro a quattro mani è il lunedì mattina: ci scriviamo su WhatsApp entrambe affrante per non riuscire a connettere e a mantenere l’impegno preso, scoprendo di essere nella stessa condizione. Raro sentirsi così devastate! Eh sì: abbiamo scelto un termine forte e che rappresenta esattamente ciò che è.
È interessante, caro Alchimista, comprendere perché ci siamo trovate in questa condizione: in un eccesso di entusiasmo e di gentilezza, per mantenere fede alla parola data e a un impegno preso per cortesia amicale, entrambe abbiamo pagato un prezzo troppo alto. Non tanto per l’impegno in sé, che è stato piacevole, quanto per le giornate successive, necessarie a recuperare le energie, che ci hanno impedito di lavorare ai nostri progetti e costretto a spostare gli appuntamenti.
Abbiamo pagato un prezzo fisico in primis, poi emotivo ed economico, perché entrambe ci siamo trovate impossibilitate a seguire i nostri impegni. Non avevamo neppure la forza di scrivere una mail perché avevamo perduto momentaneamente l’atto di presenza.
Ti chiederai: “Cosa vi è accaduto di così impegnativo?!”.
Ecco il resoconto...
Monia
Mi sono trovata a un evento creato con un intento positivo: un Simposio dedicato alla donna con entrata a donazione. È veramente una grande apertura di cuore fare qualcosa in cui chi più può, più dà. In questi tempi in cui il baratto è tornato di moda, il concetto di dono per qualcuno equivale al prendere senza dare nulla in cambio...
Come recita un adagio: “Non esiste pranzo gratis”, poiché se prendi qualcosa senza un corrispettivo anche simbolico, rischi di non darle il giusto valore. C’è chi si ritiene nella comodità di non dover dare nulla, senza contemplare l’attenzione e l’energia che la persona ha dedicato all’evento.
Ci troviamo in Occidente e non siamo ancora programmati per vivere di sola luce, come fanno già alcuni guru dispersi in Oriente.
Il Simposio sarebbe stato più positivo se ci fossero state, da parte dell’utenza, una giusta attenzione agli sforzi dedicati e un’affluenza che avesse giustificato tutta l’organizzazione.
Quando qualcuno non sa dare il giusto valore alle cose, si crea l’equivalenza tale per cui:
- donazione = gratis;
- gratis = poco prezioso, irrilevante;
- poco prezioso = tempo perso;
- tempo perso = lo investo altrove;
- donazione = non è importante.
Secondo la filosofia dell’evento a donazione, la sala per i relatori è a pagamento, l’intervento del relatore avviene in modo gratuito e c’è la possibilità di tenere un workshop sempre a donazione.
Nel workshop c’erano oltre venticinque presenti che hanno affermato di aver vissuto un’esperienza fantastica, tanto da indurre qualcuno a ritenere di aver risparmiato anni di psicanalisi. Eppure sono stati pochi i partecipanti ad aver reso il dono perché ho raccolto poco meno di cento euro!
A te, caro Alchimista, le giuste considerazioni!
Mi sono sentita senz’altro arricchita in esperienza e impoverita in energia.
Chiudere il debito Karmico è importante, anche con poco, altrimenti rimane aperto!
Chi è avaro in ambito economico sperimenterà l’avarizia anche nei sentimenti. La vita sarà avara con lui. Quello che spesso le persone non sanno è che chi poco dà, poco riceve!
La saggezza popolare ci aiuta in questo con il detto: “Riceve chi ha già dato”
Nicky
Chi è nel bisogno forse non si rende conto che si trova nel bisogno per un motivo!
Troppo spesso le persone si sentono in credito con la vita, credendosi per questo autorizzate a prendere a piene mani in modo quasi bulimia), senza dare un corrispettivo.
Quello che non sanno è che così facendo continuano ad alimentare quel debito karmico che li manterrà nel bisogno. Bisogno crea bisogno in ogni dove: sia esso in una relazione, nel lavoro oppure in una specifica questione economica!
Una mia collega, con cui si è creato subito un bel rapporto di empatia pur essendoci viste solo in due occasioni, mi ha chiesto di partecipare a un evento patrocinato dal comune di residenza. Contagiata da tanto entusiasmo, senza troppo preoccuparmi di dove fosse la location, ho accolto subito la richiesta, chiedendo solo la data. Quello che non sapevo è che l’evento si svolgeva a Melfi, in Basilicata! E io ero a Treviso! Inoltre il giorno dopo avevo appuntamento a San Patrignano, nel Riminese.
Ho ardentemente sperato che inventassero, seduta stante, il teletrasporto! Ho anche pensato a un corso immediato di pilotaggio per noleggiare un ultraleggero!
Ecco il diario di viaggio: partenza alle 5:00 di mattina da Treviso, arrivo a Rimini alle 8:30, treno per Foggia, poi passaggio in direzione Melfi, un intervento di un quarto d’ora al castello, alluna di notte di nuovo il treno e l’arrivo a Rimini alle 6:00. Da Rimini a San Patrignano, la sera cena a Milano, rientro a notte fonda a Lugano.
Un po’ troppo! Che ne pensi? Il solo ricordo mi crea ancora quello stress che poche volte ho provato così intensamente in vita mia.
I ritmi incessanti che mi caratterizzano sono scelte personali. Anche questa, da un lato, è stata una scelta: una scelta dettata da quell’impegno ormai preso e dalla coerenza, quando la pancia fino all’ultimo mi urlava: “Noi’. Il tutto in forma amicale, gratuita, con solo un piccolo rimborso delle spese, ottenuto oltretutto dopo parecchi mesi.
E stata un’esperienza bellissima: accolta come una regina in tutto e per tutto, e sono felice di esserci stata. Solo che è stato davvero troppo, considerando anche che i dieci giorni seguenti sarei stata in aula quotidianamente: corsi per l’MBI presso l’Università Svizzera, con il Cantone, con alcune aziende e con il pubblico privato.
Il lunedì in aula, per la terza volta in vent’anni anni, ho guardato l’orologio: ossa rotte, senso di nausea e il sentirmi arrabbiata con me stessa perché non avevo la forza di dare ciò che sono abituata a dare durante un mio corso. Vedevo ugualmente le persone felici per ciò che trasmettevo, eppure percepivo forte anche la mia frustrazione perché mi stavo facendo violenza nel connettere i pensieri e dare almeno una parvenza di ciò che normalmente sono.
Nonostante tutto questo, per me è stato importante essere stata a San Patrignano perché ho avuto l’occasione di conoscere il co-fondatore dell’iniziativa, con il quale si è creato un bellissimo rapporto di stima, rispetto e di condivisione di pensieri. Weekend stupendo, intenso, ma troppo, troppo davvero per soli due giorni! E questo perché non ho saputo dire di no.
Capisci quando fare troppo bene è male?!
La matematica insegna questa equazione: massimo risultato con il minimo sforzo.
Qui invece la matematica (materia in cui sia io che Monia siamo poco ferrate), ha fatto acqua da tutte le parti!
L’equazione è diventata: minimo risultato con il massimo sforzo! Perché oltre allo sfinimento energetico del weekend, ciò che ci ha tolto maggiore energia è stato l’essere arrabbiate con noi stesse per non aver ascoltato quello che la voce interiore ci stava comunicando. Hanno avuto la meglio la parola data e il senso dell’impegno preso.
Ciò che risulta ancor più assurdo è che entrambe conoscevamo gli effetti post... Solo non a questo livello! E la vita insegna quanto sia importante seguire quello che l’anima suggerisce.
Ho imparato a dire questo: “Mi costa molto di più nell’immediatezza del breve termine dirti di no. Se ti dicessi di sì, so che pagherei un prezzo troppo alto che porterebbe a incrinare il nostro rapporto”.
Ho imparato ad essere sincera spiegando le motivazioni del no. Come scrive un famoso autore, William Uri, ho imparato il no positivo.
Ci sono altri momenti in cui fare troppo bene è male. È accaduto quando ho iniziato il lavoro in Ticino. Formatrice da tanti anni, per aver adottato in aula una modalità di rottura dei classici schemi, ho ottenuto ottimi risultati e sempre una maggior affluenza ai miei corsi. Per una sorta di gelosia professionale, qualcuno ha pensato di scrivere alla responsabile della formazione di un’Università con cui avevo avuto un primo contatto una lettera anonima diffamante, per screditare il mio lavoro e impedire che iniziassi la collaborazione. Grazie all’intelligenza di Ileana che non ha voluto, pur non conoscendomi ancora, dar adito a queste malignità e grazie a una sua indagine che ha dimostrato la perfetta linearità, competenza e correttezza dell’operato, queste accuse non hanno sortito alcun effetto, e ancor oggi tengo alcuni corsi per la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana).
La collaborazione continuativa con l’Università Svizzera, con il Cantone, con alcune scuole e con più aziende, mi hanno portato a una popolarità che a qualcuno ha dato fastidio: è persino arrivata l’ispezione del mercato del lavoro, ancora una volta a seguito di una segnalazione anonima.
Mi rendo sempre più conto di come più cresci, più sei in vista, più ci sono realtà, energie, persone che cercano di abbassare il tuo livello...
Dove c’è molta luce, l’ombra cerca prima d’intrufolarsi e poi d’invadere prepotentemente il territorio...
Cosa ti consigliano Monia & Nicky?
E importante che ci sia equilibrio: il sentirti a posto tra ciò che dai e quello che ti costa l’aver dato. Se così non è, il senso di frustrazione, che è in agguato, prende il sopravvento, portandoti a perdere ulteriore energia e a non apprezzare appieno ciò che hai fatto.
Certo, l’Universo è intelligente e ripaga... Anche avere troppi crediti però porta alla bancarotta!
La vita insegna sempre... se vuoi apprendere la lezione!
Prima di pagare un prezzo troppo alto rispetto a ciò che potresti ottenere in cambio, scegli, ascoltati.
Se c’è una cosa che desideri fare e il piacere che ne trai è così alto da portarti il giusto corrispettivo, allora agisci!
Ricorda che ci deve sempre essere un equilibrio tra dare e avere.
Prima fermati. Rispettati.
Un grande uomo e maestro di vita, Gesù, diceva: “Ama gli altri come te stesso”, non più di te! Quando l’ascolto che dai agli altri diventa primario e il rispetto verso te stesso viene a mancare, c’è qualcosa che non va.
Quando fare troppo bene è male: il problema di essere i perfetti imperfetti
Se non ti dai uno stop sarà la vita stessa a importelo: si potrà manifestare attraverso il corpo o eventi esterni... come ti abbiamo mostrato con le esperienze da noi vissute e prima ricordate.
Per quanto assurdo possa apparire, si creano nuove equivalenze:
- incapacità di dire di no = perdita di energia;
- perdita di energia = calo di risorse;
- calo di risorse = aumento di problemi;
- aumento di problemi = perdita di energia;
- perdita di energia = assenza di amore verso se stessi;
- assenza di amore = incapacità di mettere limiti;
- incapacità di saper mettere i limiti = rabbia verso se stessi;
- rabbia verso se stessi = perdita di energia.
E il cerchio si chiude.
La seguente analisi ci dimostra che così facendo si perde più volte energia. Alla fine si perde per ben tre volte! Probabilmente ti sei già trovato anche tu in questa situazione...
Questo non è esattamente essere nell’amore.
Questo è il caso in cui fare troppo bene è davvero male. Non è la cosa più funzionale.
La domanda da farsi è: “Accettare questa situazione cosa mi toglie? Cosa mi dà?”.
Ci permette di comprendere a fondo, a gioco fermo e non rapiti dal vortice dell’entusiasmo, cosa vogliamo davvero.
Ascolta il tuo corpo. Che messaggio arriva dallo stomaco? Dalla gola?
Siamo spesso scissi tra ciò che vorremo fare e ciò che è per noi giusto fare.
E poche volte ci sentiamo ripagati e appagati.
Ecco un semplice esercizio di presenza per testare in che misura mi posso dare.
Sii sincero. Rispondi alla domanda: “Io ci sono per me?”.
Ti è mai successo che il tuo buonismo è stato vano? Che ti è costato troppo?
Potrebbe essere funzionale nella tua vita arrivare a pronunciare la frase: “Mi costa più dirti di no che dirti di sì, ma so che nel tempo - se ora dicessi di sì - potrei rovinare il nostro rapporto... Te lo dico perché il dirti di sì mi farebbe sentire che sto mancando di rispetto a me stesso, che metto davanti le tue esigenze rispetto alle mie, che sto facendo qualcosa con il quale il mio mondo interiore non è d’accordo...”.
C’è stato un momento per cui il tuo essere solare, entusiasta, positivo, ha fatto muovere l’invidia e gli altri, quelli che ti stavano invidiando, hanno cercato di farti diventare piccolo?
C’è chi crede che buttarti fango addosso e scheggiarti possa essere sufficiente per farti diventare imperfetto, mancante, meno splendente.
Perché, detto in confidenza, caro Alchimista, è la troppa luce emanata che dà fastidio! Uno spiraglio di sole, anche se piccolo, dà fastidio a chi è abituato a vivere al buio.
Quello che queste persone non sanno è che la vera perfezione risiede nell’essere dei perfetti imperfetti!
... Noi siamo certe che dire di no a volte fa bene e che la perfezione si annida nei meandri dell’imperfezione!
Questo testo è estratto dal libro di "Vincere la Paura".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017