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13 Segreti per Potenziare la Tua Mente

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13 Segreti per Potenziare la Tua Mente

Le tecniche per allenare la mente al successo e alla felicità

Amy Morin

( 3 Recensioni Clienti )

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Un libro rivoluzionario che, per la prima volta, insegna a potenziare facoltà mentali come la tenacia, il coraggio, l’autocontrollo per diventare «menti superiori». Saper decidere la cosa... continua

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Descrizione

Un libro rivoluzionario che, per la prima volta, insegna a potenziare facoltà mentali come la tenacia, il coraggio, l’autocontrollo per diventare «menti superiori».

Saper decidere la cosa giusta in ogni situazione, mantenere il controllo e non lasciarsi scoraggiare anche in circostanze avverse, essere tenaci, equilibrati, coraggiosi e ottimisti. Sono le doti delle persone mentalmente «forti».

Che siano geni, capi di stato, imprenditori, mamme o il nostro migliore amico, le riconosciamo in pochi secondi.

Amy Morin ha individuato 13 errori che questi individui eccezionali non fanno mai e ci spiega come anche noi, «comuni mortali», possiamo evitare di farli e come allenare e potenziare la nostra «forza mentale», raggiungendo risultati impensabili.

Saper affrontare i rischi, mantenere il controllo in ogni situazione, decidere senza ansie o ripensamenti, essere tenaci, coraggiosi ed equilibrati.

Ti sei mai domandato qual è l'origine di queste invidiabili doti che associamo agli individui «mentalmente forti»?

Come affrontano i problemi, che cosa fanno?

Certo non si fanno intrappolare dai 13 errori che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi e sanno trovare il giusto equilibrio fra emozioni e razionalità.

Amy Morin, psicoterapeuta, aiuta ogni giorno chi prova a superare una crisi, ma è anche una persona che è stata toccata da gravi lutti famigliari. Non si è lasciata, però, sconfiggere dalla sofferenza e ha compreso che le cattive abitudini che non riusciamo a spezzare ci impediscono di raggiungere il successo e la felicità.

Spesso, infatti, indugiamo nell'autocommiserazione, lasciamo che gli altri si impongano su di noi, ci soffermiamo su eventi del passato o ci lamentiamo perché non otteniamo subito dei risultati. Sono atteggiamenti che le persone dotate di forza mentale sanno evitare.

Seguendo i consigli e gli esercizi suggeriti dall'autrice, scopriremo come questi comportamenti negativi si possono sconfiggere, impareremo ad accrescere il nostro potere, troveremo il modo più efficace per affrontare le sfide in campo personale e professionale e migliorare la qualità della nostra vita. Una piccola rivoluzione quotidiana, un cambio di prospettiva che può trasformare radicalmente la nostra visione del mondo.

Allegati

Indice

Introduzione

  • Non sprecate tempo a piangervi addosso
  • Non rinunciate alla vostra forza
  • Non evitate il cambiamento
  • Non focalizzatevi su ciò che non potete controllare
  • Non cercate di compiacere tutti
  • Non abbiate paura di correre qualche rischio
  • Non vivete aggrappati al passato
  • Non ripetete in continuazione gli stessi errori
  • Non provate fastidio per i successi altrui
  • Non arrendetevi al primo insuccesso
  • Non abbiate paura di stare da soli con voi stessi
  • Non pensate che il mondo sia in debito con voi
  • Non aspettatevi risultati immediati

Conclusioni

Bibliografia

Ringraziamenti

Dettagli Libro

Editore Sperling & Kupfer
Anno Pubblicazione 2015
Formato Libro - Pagine: 308 - 13x18,5cm
EAN13 9788820058838
Lo trovi in: Successo e Abbondanza

Approfondimenti

Dall'Introduzione:

"Avevo ventitré anni quando mia madre venne a mancare improvvisamente per un aneurisma cerebrale. Era sempre stata una donna sana, molto attiva, energica, che ha amato la vita fino all’ultimo minuto. La sera prima che morisse eravamo andate a vedere una partita di basket. Aveva riso, chiacchierato e si era divertita come al solito. Eppure, appena ventiquattro ore dopo non c’era più. La sua perdita fu un duro colpo per me. Non riuscivo a immaginare di poter vivere il resto della mia vita senza i suoi consigli, la sua risata, il suo amore.

A quell’epoca lavoravo come psicoterapeuta presso un centro di salute mentale e dovetti prendere qualche settimana di congedo per affrontare in privato il mio lutto. Sapevo che non sarei stata in grado di aiutare gli altri se prima non fossi riuscita a gestire le mie emozioni. Ci volle del tempo per abituarmi a un’esistenza senza mia madre. Non fu facile, ma ce la misi tutta per tornare in sella. In base alla mia esperienza di terapeuta sapevo che il tempo non guarisce le ferite: è il modo in cui gestiamo quel tempo a determinare la velocità della nostra guarigione. Perciò mi lasciai andare alla tristezza e alla rabbia e cercai di comprendere pienamente che cosa comportasse quella perdita, perché il lutto era il processo indispensabile che alla fine avrebbe alleviato il mio dolore.

Non solo sentivo la sua mancanza, ma mi faceva soffrire anche la consapevolezza che non ci sarebbe stata durante gli avvenimenti importanti della mia vita e che non avrebbe vissuto nemmeno quelli che tanto attendeva della sua, come andare in pensione e avere dei nipotini. Il sostegno degli amici, della famiglia e della fede mi permisero di ritrovare la serenità; e a mano a mano che la vita riprendeva il suo corso riuscii a ricordarla sorridendo, piuttosto che con dolore. Qualche anno dopo, all’avvicinarsi del fine settimana in cui ricorreva il terzo anniversario della sua morte, io e mio marito Lincoln discutemmo su quale fosse il modo migliore per onorarne la memoria. Quel sabato sera degli amici ci avevano invitato a vedere un incontro di basket. Per pura coincidenza, la partita si svolgeva nella stessa struttura dove ero stata con mia madre la sera prima che morisse.

Ci sembrò un modo magnifico per celebrare il suo ricordo. Dopotutto ci eravamo davvero divertite. Avevamo riso, chiacchierato e trascorso una bella serata sotto ogni punto di vista. Mia madre aveva addirittura previsto che mia sorella avrebbe sposato il suo ragazzo, previsione che si è avverata dopo qualche anno.

E così io e Lincoln tornammo in quel palazzetto e ci godemmo la serata con i nostri amici. Sapevamo che era quello che avrebbe desiderato mia madre. Era una bella sensazione trovarsi di nuovo lì e accorgersi che non c’era nulla di strano. Ma proprio mentre tiravo un respiro di sollievo per i progressi fatti nell’elaborazione del lutto, la mia vita veniva sconvolta di nuovo.

Rientrati a casa dopo la partita, mio marito disse di avere mal di schiena. Qualche anno prima si era rotto diverse vertebre in un incidente d’auto, perciò non era insolito che soffrisse di questo tipo di dolori. Ma poco dopo svenne. Chiamai l’ambulanza, che arrivò nel giro di qualche minuto e lo trasportò in ospedale. Avvisai la madre di Lincoln, e i suoi parenti mi raggiunsero al pronto soccorso. Non avevo idea di che cosa fosse successo.

Dopo qualche minuto d’attesa, ci chiamarono in una saletta privata. Il medico non ebbe bisogno di parlare, perché già sapevo che cosa stava per dirci. Lincoln era morto. Aveva avuto un attacco di cuore.

Nello stesso fine settimana in cui si celebrava il terzo anniversario della morte di mia madre, perdevo mio marito. Era veramente assurdo. Lincoln aveva solo ventisei anni e non aveva mai avuto problemi cardiaci. Com’era possibile che un minuto prima fosse con me e quello dopo se ne fosse andato? Mi stavo ancora adattando a una vita senza mia madre e ora avrei dovuto imparare a vivere senza mio marito. Come avrei fatto a superare una tragedia simile?

Affrontare la morte del coniuge è un’esperienza surreale. Bisogna prendere un’infinità di decisioni in un momento in cui non si avrebbe la forza per decidere alcunché. Nel giro di poche ore dovetti organizzare ogni cosa, dal funerale al testo per il necrologio. Non ebbi il tempo per realizzare fino in fondo che cosa fosse successo; mi sentivo travolta dagli eventi.

La mia fortuna è stata avere il sostegno di molte persone intorno a me. Il lutto è un viaggio che si affronta in solitudine, ma l’affetto di parenti e amici mi ha sicuramente aiutata. In certi momenti la situazione sembrava migliorare un po’, in altri sembrava andare peggio. Non appena mi pareva di sentirmi meglio, ecco che un ricordo improvviso mi faceva sprofondare di nuovo nella malinconia. Il lutto è un processo che ti prosciuga a livello emotivo, mentale e fisico.

E poi i motivi per sentirsi tristi erano tanti. Mi dispiaceva per i famigliari di mio marito, perché sapevo quanto gli volessero bene. Pensavo con dolore a tutte le esperienze che Lincoln non avrebbe mai potuto fare e soffrivo per tutte quelle che io e lui non avevamo vissuto insieme. E poi, ovviamente, stavo male perché mi mancava da morire.

Mi assentai dal lavoro finché fu possibile. Di quei mesi conservo un ricordo molto vago, perché ogni giorno la mia sola preoccupazione era tirare avanti in qualche modo. Ma non potevo restare a casa all’infinito, anche perché ormai dipendevo totalmente dal mio stipendio.

Dopo un paio di mesi il mio responsabile mi chiamò e mi chiese come pensavo di organizzarmi per il rientro. I miei pazienti erano stati avvisati che sarei stata via per un periodo indeterminato a causa di un’emergenza famigliare. Poiché non eravamo sicuri di che cosa sarebbe successo, non avevamo dato loro indicazioni precise. Ora, però, avevano bisogno di una risposta. Il mio lutto non era terminato e io non mi sentivo meglio, ma dovevo riprendere a lavorare.

Come dopo la perdita di mia madre, dovevo concedermi il tempo di guardare negli occhi la sofferenza. Non potevo né ignorarla né respingerla. Dovevo provare dolore e, insieme, fare qualcosa per riuscire a riprendermi. Non potevo permettermi di restare aggrappata alle emozioni negative. Sarebbe stato facile compatirmi o crogiolarmi nei ricordi del passato, ma sapevo che non sarebbe stato sano. Dovevo fare una scelta consapevole e intraprendere la lunga strada che mi avrebbe condotta alla costruzione di una nuova vita.

Dovevo decidere se portare avanti da sola alcuni degli obiettivi che io e Lincoln ci eravamo prefissati. Per alcuni anni avevamo avuto dei bambini in affido, con il proposito un giorno di adottarne uno. Ma lo desideravo ancora, adesso che ero una mamma single? Non ne ero più sicura, perciò mi concentrai sul mio lavoro di madre affidataria, fornendo soprattutto un servizio di emergenza o di tregua temporanea alle famiglie."

Amy Morin

Continua a leggere l'estratto dell'Itroduzione del libro "13 Segreti per Potenziare la Tua Mente"

Autore

Amy Morin, specializzata in terapia cognitiva, è psicologa, psicoterapeuta e insegnante. Nel suo lavoro entra in contatto con atleti, imprenditori, genitori, studenti, che aiuta nel percorso verso il potenziamento della loro mente. Tiene conferenze ed è scrittrice freelance, ha una rubrica settimanale su Forbes e scrive per Psychology Today. Il suo libro è già stato venduto in venti Paesi.

Recensioni Clienti

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Maria Vittoria

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Voto:

La lettura di questo libro mi ha aiutato a riprendere il controllo delle mie attività, nel senso di una maggiore fiducia nelle mie personali attitudini e potenzialità.

Raffaella

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Voto:

Questo libro mi è piaciuto molto. Porta a riflettere sui nostri comportamenti limitanti ed è scritto in modo semplice. Lo schema riassuntivo alla fine di ogni capitolo è molto utile anche per una lettura o ripasso veloce dei consigli. Lo consiglio a tutti coloro che desiderano migliorarsi.

Ivana

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Voto:

ottimo libro adoro queste materie di lettura aiutano a capirci meglio ed ad affrontare il nostro studio e a controllare i nostri impulsi

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