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L'Arredo del Tempio

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L'Arredo del Tempio

Lavori in primo grado

R. L. Iside

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Introduzione: "Il secondo anno, dei nostri Lavori in loggia, raccoglie tutti i lavori svolti nel silenzio iniziatico dagli apprendisti della Iside 1481 all’ Oriente di Catania, che nel presente... continua

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Descrizione

Introduzione:

"Il secondo anno, dei nostri Lavori in loggia, raccoglie tutti i lavori svolti nel silenzio iniziatico dagli apprendisti della Iside 1481 all’ Oriente di Catania, che nel presente volume prendono forma e sostanza.

Nel mio contributo da Secondo Sorvegliante nel lavoro corale svolto dagli apprendisti, ho cercato di fermare la loro attenzione sulle ragioni che spingono l’Uomo ad intraprendere la costruzione Ideale e pratica di un Tempio. Ho ritenuto di poter indicare la motivazione in quel “sentire” interno del Massone che, al di là della propria esistenza sensibile, avverte una realtà diversa, per partecipare alla quale “costruisce” un “recinto” (cioè un Tempio) delimitando uno spazio, nel quale, mediante un rito, cerca di soddisfare la sua esigenza primordiale.

Giacobbe svegliatosi dal suo sogno, durante il quale aveva visto una scala che saliva fino al cielo, percorsa da una schiera di angeli, si guarda stupito, poi versa olio sulla pietra dove aveva posato il capo ed esclama: “Questo luogo è sacro”. In quel luogo è avvenuta una “epifania” cioè una manifestazione del sacro.

Lavorare il legno e scoprirne qualche segreto, disegnare la volta celeste, scoprirne la bellezza e ripercorrere la perfezione e l’Ordine del cosmo, sottolineare i quattro elementi quali Aria, Acqua, Terra e Fuoco, hanno costituito degli atti che, oltre a offrire una vera e propria istruzione per apprendisti hanno rivelato loro, con la realizzazione pratica degli arredi di loggia, il filo sottile che unisce il passato al presente ed al futuro.

La tornata equinoziale sull’Etna, ha significato per gli apprendisti, il coronamento di un lavoro concreto, dove i simboli venivano messi in moto, in presenza del futuro Presidente del Collegio Circoscrizionale Sicilia, Antonino Ernesto Recca e di tanti Fratelli provenienti dai vari orienti della Sicilia, che hanno preso parte ai lavori di loggia, nonostante la giornata uggiosa e il battito cardiaco del vulcano.

Per costruire il Tempio occorrono tutte le facoltà umane: Forza, Bellezza e Saggezza e cioè è necessaria la forza fisica per adattare le pietre e per provvedere alla loro sistemazione secondo un chiaro e preciso disegno predisposto dalla saggia ed accorta progettazione che da un lato ha esaltato la razionalità dei volumi, dei pesi e delle misure e dall’altro non ha potuto prescindere dall’armonica ed estetica legge della bellezza funzionale che “irradia e compie” l’Opera. Dunque queste stesse facoltà debbono essere adattate alla costruzione del Tempio ideale nel quale si lavora alla Gloria del G.A.D.U.

Nel Tempio massonico tutto è predisposto in modo tale che da esso e dai suoi simboli venga uno stimolo a speculare cioè a guardare allo specchio questo microcosmo che riflette il macrocosmo, così come la Tradizione iniziatica (che fondatore non ha, ma che trova la sua origine nella stessa Legge degli Enti) ha potuto trasmettere fino a noi.

Questo Tempio assurge a simbolo della verità che chiede il suo diritto a diffondere la sua luce. Che questa luce, infonda in tutti i Fratelli e rinnovi la volontà di agire con tutte le loro forze al perfezionamento della loro vita morale, affinché anche fuori dalle colonne, si sappia finalmente che il Tempio non è un luogo di misteriose macchinazioni, ma una vera scuola dove s’insegnano le più alte virtù.

Affinché tutto ciò si compia, è però indispensabile che il Libero Muratore conosca le ragioni e il significato del nostro Tempio che non è un semplice luogo di riunioni, ma là dove si svolge un lavoro particolare che agisce sulla coscienza del fratello, il quale può ricevere solo se si trova in un particolare stato interiore. Egli dovrà sentirsi spoglio d’ogni influenza profana e lavorerà all’opera con la purezza del cuore, la verità della parola, la prudenza delle azioni, la calma nelle avversità e uno zelo costante nel compimento del bene. Comprenderà allora il simbolismo della costruzione del Tempio di Salomone, là dove la Bibbia dice: “Per la costruzione della Casa si serviranno di pietre già aprrontate alla cava in guisa che nella casa, durante la sua costruzione, non s’udì mai rumore di martello e d’altro metallo”.

I metalli rimangono fuori dal Tempio! Non si turbi l’armonia della nostra costruzione con azioni profane che contengono in sé il germe della possibile discordia. Lasciare fuori dal Tempio i metalli vuol dire anche abbandonare tutto quanto di profano è in noi: i pregiudizi, le credenze, la vanità.

Il nostro Tempio non è il luogo dove trovano l’appagamen-to, l’ambizione e l’orgoglio. Non è il luogo dove le frustrazioni trovano conforto nei segni esteriori di una mal compresa scala gerarchica. Non è il luogo delle dispute e passioni sfrenate. Ma il luogo dove l’uomo si trova di fronte a se stesso per scendere nella profondità del suo essere per attingere la forza necessaria alla sua elevazione.

Cari Fratelli, onorate questo luogo dove lo spirito si eleva nella ricerca della Verità, nel lavoro e nella fratellanza.

Possa, questo lavoro, essere la malta che unisce le pietre, dovutamente e per moto proprio “squadrate”, in un unico edificio nel quale ogni individualità riconosca se stessa."

Dettagli Libro

Editore Tipheret
Anno Pubblicazione 2017
Formato Libro - Pagine: 92 - 14x21cm
EAN13 9788864962610
Lo trovi in: Simbolismo

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