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Descrizione
Cogliere il profondo significato del rapporto uomo-natura nelle antiche astronomie delle civiltà protostoriche, come la babilonese, la cinese, la maya, e tante altre, è un’impresa di estrema difficoltà. Troppo lontana è la nostra mentalità dal modo di pensare, di vivere e di agire di queste antiche genti. Le informazioni che possiamo ricavare dai documenti che ci hanno lasciato (le tavolette babilonesi, gli scritti cinesi, le iscrizioni monumentali dei Maya), spesso sono di difficile interpretazione soprattutto perché necessitano di uno sforzo notevole da parte dello studioso che deve cercare di immergersi nel loro mondo e di cogliere quindi il significato profondo che in esse è nascosto. Le nostre interpretazioni infatti risentono sempre in modo assai pesante della nostra attuale cultura.
Nelle molte storie delle varie scienze che sono state scritte, specialmente nelle parti che riguardano le origini, quasi mai si è tenuto conto dell’aspetto antropologico, del significato profondo che i rapporti uomo-natura allora avevano assunto. La visione complessiva del mondo in quei tempi era fondata su basi completamente differenti da quelle sulle quali oggi poggia il nostro metodo d’indagine sulla natura. Il legame intimo tra gli accadimenti umani e quelli del mondo e del cielo, in particolare, era in quei tempi molto stretto: i miti, le credenze astrologiche e religiose rappresentavano una visione totalizzante e pregnante del mondo, l’unica che poteva soddisfare completamente il bisogno di spiegare i fenomeni celesti e l’origine dell’universo. Gli antichi, lo dice giustamente Anthony Aveni, erano degli integratori e non dei differenziatori come lo siamo noi; sapevano correlare gli avvenimenti del cielo con quelli della natura e di questa visione ne ha risentito la loro arte, la loro letteratura e tutte le altre molteplici attività culturali.
Aveni, uno dei più grandi studiosi delle antichissime astronomie, che ha lavorato sull’archeoastronomia delle due Americhe, ma anche in Italia in varie occasioni, ha saputo esporre in questo libro, con la sua consueta chiarezza e profondità di pensiero, lo spirito che deve informare la ricerca e l’interpretazione delle antiche concezioni del mondo. Antropologo e astronomo - insegna infatti astronomia e antropologia alla Colgate University di New York (è concepibile per noi in Italia una simile interdisciplinarietà?) - ha avuto, molto più di altri, la possibilità di cogliere sotto nuove e più realistiche angolazioni questi importanti problemi.
I pianeti, con il loro strano movimento rispetto alle stelle fisse, sono al centro dell’argomento del libro; i pianeti che hanno da sempre catturato la curiosità dell’uomo il quale ha istituito con loro, specialmente nelle epoche antiche, un dialogo serrato ed ha intrecciato un legame che si è protratto per millenni.
Nel colloquio tra l’uomo e i pianeti Aveni assume come guida Venere, il giullare del Sole, il pianeta al quale tutti i popoli antichi, dai Maya ai Babilonesi, hanno attribuito uno stato del tutto particolare avendo riferite ad esso buona parte delle influenze astrologiche riguardanti specialmente la vita politica. Basta scorrere l’indice del libro per cogliere subito la varietà e l’interesse degli argomenti trattati: dalla illustrazione dei moti apparenti dei pianeti, alle visioni mitologiche; dall’astrologia all’arte fino alla scienza moderna, seguendo un percorso storico-critico fondato sulla visione antropologica della storia di cui s’è detto poc’anzi.
Non potevano mancare, a coronamento di questo studio, alcune interessanti considerazioni, di grande interesse epistemologico, dedicate all’immagine e al significato della scienza. In una visione moderna Aveni pone efficacemente l’accento sull’importanza del legame che vi è tra la cultura e la natura, un legame che mai deve andare perduto, specialmente nel mondo così estremamente settorializzato della scienza attuale ove c’è il costante pericolo di perdere quella visione totalizzante e umanistica che deve sempre porsi a fondamento della vera cultura.
Dettagli Libro
Editore | Edizioni Dedalo |
Anno Pubblicazione | 2022 |
Formato | Libro - Pagine: 300 - 13,5x20,5cm |
EAN13 | 9788822065162 |
Lo trovi in: | Ricerche archeologiche |
Autore
Anthony Aveni (1938) è professore emerito di Astronomia, Antropologia e Studi dei popoli indigeni d'America alla Colgate University di Hamilton, New York. È considerato il fondatore dell'archeoastronomia e dell'astronomia culturale. Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo Gli imperi del tempo (Dedalo, 1993) e Conversando con i pianeti (Dedalo, 1994).
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