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Descrizione
Gli strumenti di scrittura
Nonostante l’era in cui viviamo sia fortemente influenzata dalla tecnologia, che compie ogni giorno passi da gigante regalandoci strumenti via via sempre più sofisticati, recentemente è ritornata di moda la vecchia stilografica. A cartuccia o addirittura a stantuffo, nonostante tutti i problemi che può comportare il suo utilizzo, la cara “stilo” dei vecchi tempi fa sempre più spesso bella mostra di sé nel taschino di intellettuali e manager d’azienda.
Molti potrebbero osservare che in tempi dominati da macchine silenziose ed efficienti, si fa volentieri a meno di macchie e pennini spuntati, ma sulla perfezione, per esempio, dei veicoli con motore a scoppio c’è molto da dire: la quantità di gas velenosi che espellono è tale che, se li avessero emessi i cavalli, molto probabilmente i nostri antenati avrebbero scelto altri mezzi di trasporto. In più, il fascino della stilografica è innegabile: è un oggetto bello e curato, costruito ingegnosamente e che richiede amorevoli cure.
L’inchiostro della “stilo”, poi, si distribuisce sul foglio in maniera più uniforme di quello della biro, e il pennino permette ai più virtuosi di differenziare lo spessore del tratto; è un piacere scrivere con la stilografica, come è un piacere leggere qualcosa scritto in bella grafia con questa penna. Il fatto che l’uso dello strumento rallenti i tempi di scrittura, lungi dall’essere un difetto, va a vantaggio, in genere, della leggibilità dello scritto, senza contare che dover perdere qualche secondo in più per esprimere un concetto non può che giovare alla qualità del testo. Si possono scegliere inchiostri di vari colori, dal verde al viola, anche se i classici nero e blu restano di gran lunga i più graditi.
La carta da lettere è la superficie sulla quale fissiamo i nostri messaggi e i nostri pensieri: la sua importanza è tutt’altro che trascurabile, perché, proprio come le parole che vi scriviamo sopra, essa parla di noi, oltre che per noi. Evitiamo, se possibile, ogni eccesso: la carta troppo economica, ingiallita o grigiastra (in questo senso anche la carta riciclata, sebbene rappresenti una scelta lodevole per la salvaguardia dell’ambiente, è da includere nella categoria in quanto poco gradevole alla vista), è sconsigliabile quanto quella decorata da motivi di tralci fioriti in finto acquerello. Come sempre la virtù sta nel mezzo: scegliamo perciò una carta di buona qualità, spessa al punto giusto.
La carta liscia è quella che condiziona di meno i segni tracciati con la penna, un pennarello o una matita colorata: i segni sono netti e precisi e non presentano sbavature; la carta ruvida, invece, condiziona parecchio il segno, che può assumere un aspetto discontinuo, sgranato e a volte disomogeneo. Per quanto caduta quasi in disuso, va citata poi la carta assorbente, con la quale si possono creare effetti speciali, sopratutto se il messaggio viene scritto con penne a inchiostro oppure con pennerelli; va bene per occasioni speciali e sono se il mittente possiede capacità pittoriche o è un esperto in calligrafia.
Dettagli Libro
Editore | Crescere Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2015 |
Formato | Libro - Pagine: 64 - 17x24cm |
EAN13 | 9788883373299 |
Lo trovi in: | Comunicazione |
Recensioni Clienti
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Roberto
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