Potrebbero interessarti anche:
Descrizione
La storia della pigrizia ha radici antiche, incrociandosi con l’ozio e con l’accidia. L'ozio è padre di tutti i vizi, ma anche virtù del letterato che sfugge alle costrizioni del lavoro. Analogamente l’accidia è vizio capitale, meno grave però di altri comportamenti considerati riprovevoli.
Intere classi sociali ne fanno il loro vanto, altre la deridono, altre vi aspirano. E molti sono i racconti che riguardano la pigrizia, facendone ora una proprietà caratterizzante certi personaggi (da Oblomov a Paperino) ora un atteggiamento di ribellione contro le società moderne (da Stevenson a Lafargue, da Russell a Barthes).
In gioco, è la rivendicazione di stanchezza, il desiderio di riposo, l’esigenza del non voler fare. Morale: difficile essere pigri. Bisogna faticare per riuscirci.
In un’epoca che glorifica incessantemente la prestazione, riempiendo ogni momento della nostra vita di gesti carichi di necessità produttive, non far nulla è tutt’altro che evidente. Per questo va perseguito, rivendicato come un diritto, praticato come esercizio di libertà.
Dettagli Libro
Editore | Raffaello Cortina Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2020 |
Formato | Libro |
EAN13 | 9788832851625 |
Lo trovi in: | Saggi che ispirano |
Autore
Gianfranco Marrone è professore ordinario di Semiotica all'Università di Palermo. Saggista e scrittore, studia i linguaggi e i discorsi della contemporaneità e collabora a Tuttolibri di La Stampa e a doppiozero.
Vuoi essere il primo a scrivere una recensione?
Scrivi una recensione e guadagna Punti Gratitudine!
Scrivi una recensione!