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Descrizione
Una biografia di Giordano Bruno e, al tempo stesso, un romanzo sulla sua vita. Il momento della fantasia si annoda con quello storico e filosofico. Non mancano i grandi personaggi che il filosofo nolano incontrò e con cui ebbe violenti screzi: Elisabetta I, Shakespeare, Enrico II di Navarra, le ombre di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, ispiratori della visione cosmica del filosofo.
Una cavalcata tra magia ed avventure, che ripropone Bruno come uno dei massimi filosofi dell'epoca moderna e il maggiore rappresentante della magia rinascimentale, ma, soprattuttto, come uomo che combatté l'ignoranza, il bigottismo, l'ipocrisia degli accademici e che, per questo, fu condannato e arso vivo sul rogo.
“Troppe volte Bruno sembra vivere ineluttabilmente con la scardinante dedica dell’Oscuro ‘ai vaganti di notte, ai maghi, ai posseduti da Dioniso, alle menadi, agli iniziati’ (Eraclito 14, A 59, trad. Giorgio Colli). Un empito dionisiaco avviluppante il Dio in una danza a spirale che sfonda secoli inutilmente pesanti solo per gli umani. Perché la forza del Nolano è racchiusa in un perenne vaticinio donativo. Circolarità senza fine, Sphairos consustanziale con Afrodite iperuranica. Per questo è contemporaneo di Hermes, il donatore agli umani, e quindi con Spalle Larghe (Platone), Porfirio e Giamblico lo scrutatore degli Egizi e poi a Giuliano l’Apostata e ‘all’altro’ Giuliano il Kremmerz degli anni nostri.
Ma i filamenti luminosi de ‘gli eroici furori’ hanno troppo scandagliato Anima sempre eterna per non parlare continuamente a quell’Amore che ‘ratto s’apprende’ ai ‘Cor’. Così il Nolano adepto ai sacri misteri di Orfeo continua il suo canto donativo in nome di quella ‘necessaria Follia’ che rende qualsiasi suo lettore un processionario nelle file dei seguaci dei Maghi, in nome del divino ardore che nessun rogo potrà mai cancellare. Ecco perché tutti noi siamo fermi al 17 febbraio del 1600. Per ricordare come su ogni creatura e cosa domini ‘la Folgore’. Ovvero l’abisso radioso che si apre dal Bacio degli Amanti.”
Gabriele La Porta
Dettagli Libro
Editore | Bompiani |
Anno Pubblicazione | 2015 |
Formato | Libro - Pagine: 252 - 13x20cm |
EAN13 | 9788845266089 |
Lo trovi in: | Storia |
Posizione in classifica: | 6.388° nella classifica Libri ( Visualizza la Top 100 libri ) |
Autore

Gabriele La Porta insegna Filosofia Antica e Filosofia dell’Interiorità all’Università di Siena. Entrato in Rai all’età di ventitré anni, è stato direttore di Rai Due I e di Rai Notte. Tra le sue pubblicazioni: Storia J della Magia (2001 ), A come Amore. Dizionario I delle passioni, dei sentimenti e del cuore (2005), Dizionario dell’inconscio e della magia (2008).
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Recensioni Clienti
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Buon libro, buona lettura! Mi è piaciuto, scritto in modo fluido e abbastanza coinvolgente, lo consiglio volentieri a chi non conosce questo magnifico personaggio .
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Prima parte appassionante e abbastanza scorrevole, nonostante tutti i richiami storici. La seconda parte è un po' più per gli "addetti al mestiere" con riferimenti a personaggi che confesso umilmente di non conoscere
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magnifica biografia di un uomo davvero speciale. Si legge come un romanzo, ma di sicuro va riletto per approndire certi temi ed idee. Lo consiglio vivamente
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Ottimo libro scritto da un eccellente divulgatore di autentiche "filosofie iniziatiche" quale è il pregiatissimo La Porta. Il furore bruniano emerge in tutta la sua carica spirituale ed emotiva, senza filtri o accomodamenti accademici, pieno di quella vitalità cosmica che raramente gli uomini riescono a far emergere da sé stessi. Il pensiero del nolano è libero in quanto sentiero, impervio ed accidentato, per giungere a quelle "verità eterne", prime a partire dall'Uno indivisibile e ultime dal punto di vista dell'uomo, le quali sono state velate, nel corso dei millenni, da saggi e miti uomini affinché non fossero lordate e vituperate dal volgo ignorante e rozzo. Bruno riesce, ancora oggi, a toccare corde sensibili nel cuore di ognuno di noi, perché parla di Spirito e Cosmo, di Anima e Natura, ma non in maniera stupidamente banale o superficiale, per vendere un prodotto o per fare "filosofia spicciola", bensì per aiutarci a ricordare un'origine divina, però decaduta, che ci rende allo stesso tempo simili e diversi dal Creatore.