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Descrizione
Alla fine si arriverà a questo. Morirete, e tutto ciò che avrete realizzato e accumulato ordinariamente in questa vita sarà perduto. Se davvero riuscirete mai a giungere a sapere e comprendere che presto dovete morire - e alla fine tutti giaceremo distesi sullo stesso letto in attesa che l'angelo della morte ci prenda - potete comprendere come tutti gli specchi sui quali avete tentato di arrampicarvi - che siano materiali, emozionali o mentali - non abbiano alcun valore.
Molti pazienti terminali comprendono benissimo che la loro vita è stata proficua solo nei momenti in cui respiravano nel sé essenziale - respiravano con Dio - amando ed essendo amati.
Non amando le persone ed essendo contraccambiate da loro, l'amore davvero non ha niente a che fare con le persone. Le persone sono incapaci di amare.
Quello che chiamano amore è realmente brama, un sentimento di calore, sicurezza, lussuria, soddisfazione, autoriconoscimento, identità specchiata - ma mai amore. Soltanto il sé essenziale può amare, e l'amore non comporta mai un oggetto - non si riferisce mai a qualcosa di specifico.
Ciò che davvero conta nella vita sono quei pochi momenti di coscienza tramite i quali ripaghiamo Dio per la nostra esistenza, e questo è terribilmente chiaro a coloro che giacciono distesi nel loro ultimo letto.
E. J. Gold
Indice
Prefazione di Salvatore Brizzi
Presentazione di Lee Lozowick
Prefazione dell'editore Iven Lourie
Premessa di Elisabeth Kubler-Ross
Introduzione di Patricia Elizabeth
- La prospettiva del letto di morte
- I nove di winnipeg
- Le compagnie di lavaggio
- Anteprima al bardo di pir al-wahshi
- Vita nei Bardo
- Il corso per praticanti
- L'orchidea che fiorisce solo quando la luna è piena
Glossario per apprendisti lettori del labirinto
Dettagli Libro
Editore | Spazio Interiore |
Anno Pubblicazione | 2014 |
Formato | Libro - Pagine: 192 - 14x21,5cm |
EAN13 | 9788897864561 |
Lo trovi in: | Vita e morte |
Approfondimenti
Dalla prefazione di Salvatore Brizzi
"Il tema della morte è sempre risultato molto caro al nostro E. J. Gold, in quanto essa ha rappresentato per lui, così come per chiunque si dedichi seriamente al lavoro interiore, una valida metafora della condizione umana.
«Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti», dice Gesù attraverso l'evangelo di Matteo (8,21).
Nel corso della mia attività di conferenziere ho potuto toccare con mano quanto in verità non si tratti d una metafora, bensì d una rappresentazione reale della situazione spirituale degli abitanti di questo pianeta. Ho potuto verificare che Tessere umano è morto e le mie conferenze sono in realtà delle sedute spiritiche.
Il mio è un continuo tentativo di "evocare i morti", ossia entrare in contatto con il loro mondo e fornire istruzioni affinché possano giungere alla vita. La vita infatti segue la morte e non la precede. Prima siamo morti e poi, se operiamo attraverso un corretto lavoro su noi stessi, possiamo sperare di approdare alla vita.
Le persone, al contrario, credono di essere vive e di dover un giorno affrontare la morte. Ma se sono già morte, quale ulteriore problema potrà causare loro la morte fisica? Mentre chi è davvero vivo, sente dentro di sé con inscuotibile certezza che non morirà mai. Allora, paradossalmente, solo i morti hanno paura di morire, perché hanno paura di ripetere in eterno ciò che già sono, mentre i vivi sentono la vita e non possono aver timore di perderla.
Dal giorno della mia avvenuta trasformazione - della mia "Venuta alla vita" - sempre più profondamente mi sono accorto di quanto sia distante il mondo che vedo io da quello che vedono gli altri, e con convinzione sempre maggiore ho capito di dovermi dedicare, in questa incarnazione, al contatto con il mondo dei morti attraverso libri, seminari e conferenze.
Capisco Gold quando parla - e comprendo le difficoltà di comunicazione che può incontrare - perché anche io me ne vado in giro per il mondo a evocare i morti... e vi assicuro che non si tratta d un mestiere semplice. Se fai notare a un morto che è morto, questo potrebbe diventare violento e rivoltarsi contro di te. Un morto che accetta di buon grado di essere definito morto è segno che si sta perlomeno svegliando, e il risveglio è la condizione precedente a quella della vita.
Ad esempio, per il modo di pensare d un morto non è concepibile che per raggiungere la cosiddetta illuminazione non si possa fare nulla di concreto. Il morto, a dispetto della sua condizione di defunto, in realtà non riesce a stare fermo, non "riposa in pace" come si conviene a chi è trapassato, ma deve sempre fare qualcosa, deve tenere la sua mente attiva. Per questo motivo il morto fatica a ipotizzare l'ottenimento d'uno stato di coscienza - l'illuminazione - per il quale non è pensabile fare alcunché..."
E.J. Gold
Autore
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Daniele
Acquisto verificato
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libro che non mi ha soddisfatto tantissimo, perchè mi aspettavo qualcosa in più lo consiglio il giardino dei libri, spedizione 3-4 giorni
Andrea
Acquisto verificato
Voto:
Belle pagine sul fine vita. Cambiamento di prospettiva radicale, provocatorio. Utile per prepararsi a vivere e ad accompagnare di fronte alla morte che altro no è che l'ennesima trasformazione: non è la fine... L'uscita la si deve trovare prima di quel momento ed è sempre verticale. Non si uscirà dal labirinto in altri modi...
Michele
Acquisto verificato
Voto:
Libro di non facile lettura dato l'argomento trattato ovvero la morte, difficile da accettare e spiegare. L'intento dell'autore è valido e giustificato poiché altre religioni come l'induismo e il buddhismo hanno affrontato la morte come pure alcuni santi cristiani hanno predicato e scritto sul prepararsi alla morte. Lettura complessa che richiede di aver letto altri libri dello steso autore per meglio comprenderne il pensiero, ma comunque un testo molto interessante. Grazie
Katia
Acquisto verificato
Voto:
Con questo libro si percorre la vita dell'essere umano, siamo tutti di passaggio in questa scuola chiamata vita, il materiale che si accumula si lascia qui
Stefano
Acquisto verificato
Voto:
Qui l’Alchimia viene spiegata davvero benissimo. Brizzi, come sempre, riesce ad addentrarci in una conoscenza che sembra molto lontana dal nostro modo di vivere, ma che in realtà è poco al di sotto della superficie.