Descrizione
I due diari si completano vicendevolmente molto bene: mentre J.G. Bennett si concentra principalmente sui suoi sforzi interiori per mettere in pratica gli insegnamenti di Gurdjieff, Elizabeth Bennett ci fornisce un resoconto dettagliato dell'ambiente di cui facevano parte e della sua psicologia, descrivendo gli avvenimenti e le persone che la circondavano, oltre alle sue personali difficoltà e rivelazioni.
Nella sua prefazione, Elizabeth Bennett spiega che il libro è «concepito per aiutare quei lettori che non hanno familiarità con l'attività e l'ambiente di Gurdjieff e dei suoi seguaci». Due volte al giorno il gruppo si dedicava a una serie di riti. Di questi, forse il più significativo era quello noto come "il brindisi degli idioti". La "scienza dell'idiozia", che Gurdjieff insegnava, ritrae per intero la condizione umana e i rischi che si affrontano nel conseguire la liberazione.
Elizabeth Bennett scrive: «L'esatta ripetizione della struttura esterna lasciava liberi di occuparsi delle mutevoli possibilità del mondo interiore. Ogni momento in presenza di Gurdjieff era un'occasione per imparare, se si era sufficientemente svegli da cogliere l'occasione».
Dettagli Libro
Editore | Mediterranee Edizioni |
Anno Pubblicazione | 1996 |
Formato | Libro - Pagine: 151 - 13,5x21,5cm |
EAN13 | 9788827211649 |
Lo trovi in: | Georges Gurdjieff |
Autore
J. G. Bennett è stato in contatto con Gurdjieff per oltre trent'anni e per più di cinquanta è stato una delle persone maggiormente impegnate nel diffonderne le idee. Negli ultimi anni della sua vita ha fondato a Sherborne, nel Gloucestershire, la International Academy of Continuous Education, nella quale agli allievi erano impartite lezioni intensive sul lavoro concreto di trasformazione di sé. È morto a Sherbome nel dicembre 1974.
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Recensioni Clienti
3,33 su 5,00 su un totale di 3 recensioni
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Adriano
Acquisto verificato
Voto:
un bel libro, ricco di consigli, facile da usare !!! un grazie per il giardino dei libri sempre precisi e puntuali !!!
Paolo
Voto:
Questi sono i due diari che tennero i coniugi Bennet nell'ultimo anno di vita di Gurdjieff. Si intrecciano gli appunti del lavoro su di sè di John e i racconti delle gite di Elizabeth in svizzera e in francia. Personalmente non l'ho traovato un gran che, ma ci sono dei passaggi interessanti soprattutto nella parte descritta da John, dove si denota una tensione e una fretta attraverso i suoi sforzi per creare i vari corpi superiori che permettono l'immortalità. Solo per appassionati di Gurdjieff...
Cinzia
Acquisto verificato
Voto:
Un bel capitolo sugli ultimi anni del Maestro, ricco di suggestioni emotive e spunti di riflessione su un'atmosfera insolita e forse poco comprensibile per chi non abbia avuto esperienza diretta di un insegnamento autentico. Sebbene non sia un'opera che aggiunge molto agli insegnamenti di Gurdjieff, tranne il preziosissimo esercizio dell'"Io sono", è realmente uno spaccato di vita fresco e autentico che si legge con molto piacere e qualche riflessione.