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Descrizione
"Finalmente si cammina. Un vero viaggio è un viaggio da fare a piedi. Oggi raramente un uomo percorre lunghi viaggi a piedi. Non lo fa quando è imprigionato nella sua città tra lavoro e famiglia, ma non lo fa neanche quando decide di andarsene. Il vero viaggio, il viaggio di scoperta e di esplorazione, è solo il viaggio a piedi.
Il viaggio a piedi è l'unico tipo di viaggio che consente di vedere nuove terre ma anche, come diceva Proust, di vedere con nuovi occhi. Sono qui per camminare. Non posso sperare di entrare dentro il Tibet se non mi muovo come si muovono i tibetani. E i tibetani, da sempre, si muovono a piedi. Se vuoi conoscere il Tibet, l'unico modo è muoverti a piedi. Camminare."
Dettagli Libro
Editore | Ibis Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2012 |
Formato | Libro - Pagine: 201 - 14x21cm |
EAN13 | 9788871644011 |
Lo trovi in: | Racconti, Letteratura e Diari di viaggio |
Recensioni Clienti
5,00 su 5,00 su un totale di 2 recensioni
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Sabrina
Voto:
Bellissimo libro, può sembrare un racconto di un viaggio e in effetti lo è, ma per me è stata tipo una guida sul Tibet, un modo per conoscerlo, l'ho comprato per questo, per imparare e spinta dalla curiosità di conoscere questo posto ho deciso di comprarlo. Lo consiglio a chiunque.
Massimo
Voto:
Un viaggio straordinario che mi ha riportato nei luoghi del Tibet che ho visitato del 2007. Non ci si deve aspettare un semplice racconto di viaggio, è molto di più: un'avventura clandestina in un paese presidiato da "forze straniere" (si, perchè i cinesi in Tibet non centrano proprio nulla!!) che non scherzano se sgarri ma che sembrano prevedibili nelle loro attività di controllo e a quanto pare anche stupidi e corruttibili; ma è anche un viaggio nella storia inaspettata del Tibet. Soprattutto è un viaggio nella cultura di questo straordinario e indistruttibile territorio, una cultura che Flaviano vive giorno per giorno con i veri tibetani quelli della strada al di fuori dei grandi centri urbani. Grazie a Flaviano ho imparato ma anche sognato e sofferto per i dettagli irraccontabili delle sofferenze dei perseguitati, primo fra tutti il suo amico Palden Gyatso, monaco tibetano incarcerato e torturato per 33 anni nelle prigioni cinesi. Ho letto questo libro preso nella biblioteca del paese in cui vivo ma ora lo compro per averlo e rileggerlo.