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Io mi Svezzo da Solo

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Io mi Svezzo da Solo

Dialoghi sullo svezzamento

Lucio Piermarini

( 15 Recensioni Clienti )

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Questo libro nasce da una cocciuta e radicale riflessione sui problemi di svezzamento e alimentazione che l'autore ha affrontato nei suoi anni di esperienza professionale in consultorio familiare,... continua

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Descrizione

Questo libro nasce da una cocciuta e radicale riflessione sui problemi di svezzamento e alimentazione che l'autore ha affrontato nei suoi anni di esperienza professionale in consultorio familiare, a quotidiano contatto e confronto con genitori e bambini.

Ne è risultata un'interpretazìone dello svezzamento e della successiva alimentazione nei primi anni di vita a dir poco sconvolgente, imprevedibile e, nello stesso tempo, più semplice e più complessa rispetto a quella attualmente in auge.

Più semplice, perché fa piazza pulita di ricettine, schemi, artifici vari e filosofie di tendenza.

Più complessa, per l'attenzione posta su fattori quali il profondo legame fra il comportamento alimentare del bambino e la relazione affettiva con i genitori, costretti perciò a riappropriarsi delle loro responsabilità educative.

E' così il bambino ad essere al centro del sistema, non i genitori o il pediatra. Come nell'allattamento al seno, è lui che guida i genitori, e ciò significa:

  • niente più conflitti durante i pasti;
  • migliore alimentazione;
  • risparmio di tempo e denaro;
  • scomparsa dei disturbi alimentari.

Il tutto raccontato in modo logico, originale e con un pizzico di autoironia.

Indice

Prefazione
Introduzione
Candida e Tranquillo
Il perché di un perché
Il paradiso perduto
Quando
La ricetta
Cosa
Il caso e la necessità
Svezzamento a richiesta
Baby e il boia
La relazione
Consigli per gli acquisti
Viva l’ignoranza
Per qualche grammo in più
I mesi passano...
La notte prima degli esami
Epilogo

Dettagli Libro

Editore Bonomi Edizioni
Anno Pubblicazione 2008
Formato Libro - Pagine: 160 - 14x21cm
EAN13 9788886631488
Lo trovi in: Allattamento e Svezzamento

Approfondimenti

Io mi svezzo da solo - Introduzione

"Prima o poi, a forza di dire la verità, si viene scoperti"
Oscar Wilde

Un punto di vista

In un mondo normale, parlare di svezzamento non avrebbe alcun senso. Ma, credo che tutte ne conveniate, il nostro attuale non è un mondo normale. O meglio, il mondo cerca disperatamente di restare normale, ma noi esseri umani facciamo del nostro meglio per stravolgerlo e renderlo inadatto a quelle che sono le nostre caratteristiche, appunto, normali. Intendendo per normale tutto ciò che si è evoluto, seguendo regole inalterabili, in milioni di anni di esistenza della vita sulla terra, con un incessante e lentissimo fluire di prove, errori e adattamenti che hanno consentito, di volta in volta, alle varie forme di vita di esistere e coesistere nel migliore modo possibile.

Normale è che i pesci respirino nell'acqua e gli esseri umani nell'aria, che gli uccelli volino e i serpenti striscino. Per carità, oggi anche noi andiamo sott'acqua e voliamo, ma direste che la qualità, l'efficienza, il piacere siano gli stessi?

No, si tratta proprio di un'altra cosa. Qualcosa, come tanto altro, che imponiamo alla normalità del mondo e che oggi cominciamo a sospettare che non ci porti solo benefici. Questo non vuol dire rifiutare ciò che ci viene dal progresso scientifico ma, piuttosto, usarlo correttamente, cercare di valutare sempre con la massima cura non solo i vantaggi, ma anche i possibili svantaggi di ogni innovazione; quello che tecnicamente si definisce il rapporto costi/benefici.


L'equivoco del progresso

Nel caso dello svezzamento, così come noi pediatri lo abbiamo raccomandato almeno nei paesi sviluppati da quasi un secolo, questa valutazione non è mai stata fatta. Si è così deciso di modificare tradizioni millenarie senza curarsi di valutare se fossero buone o cattive, inventandosi un modello "moderno" di svezzamento senza ugualmente curarsi di valutare se fosse buono o cattivo.

In tutto ciò non c'era alcuna malizia, in altre parole la volontà di lucrare leciti guadagni propalando illecite informazioni; almeno all'inizio. Erano le crescenti conoscenze scientifiche su quanto potesse influire sulla salute a spingere verso un cambiamento dei ruoli.

La acquisita capacità di controllare, almeno in parte, alcune malattie infettive, i progressi della chirurgia e della ostetricia, il "miracolo" della radiografia, il progresso tecnologico, tutto induceva a fidarsi della moderna medicina e ad abbandonare le vecchie pratiche, in ogni caso ritenute medievali.

Il guaio era che, nonostante fosse vero che se ne sapeva molto di più e si operava di conseguenza tanto da ottenere una consistente riduzione della mortalità a tutte le età, in realtà il fattore decisivo di questi risultati non erano "le cure" più avanzate, ma semplicemente, dove c'erano, le migliorate condizioni di vita in termini di alimentazione, abitazione e, soprattutto, acqua potabile e sistema fognario efficiente.

Tanto che ci siamo caduti in parecchi, e se ciò è comprensibile per i profani, lo è meno per noi cosiddetti tecnici. Si presume che fra gente che ha studiato tanti anni e che, proprio per questo, si appropria di un'aura di superiorità, la probabilità di un quoziente di intelligenza inadeguato sia bassa.

Ammesso, e assolutamente non concesso,

che le facoltà di medicina facciano il loro dovere, un medico incapace dovrebbe essere frutto, o di frode, o di intercorrenti coccoloni. Pochi casi quindi, mentre, ahi voi!, siamo stati veramente in troppi, direi la maggioranza, a non accorgerci dell'errore di valutazione che stavamo commettendo.


Una svista

Ma, siamo buoni! Concediamoci un cambio di imputazione; diciamo che siamo stati eccessivamente distratti. Inebriati dallo status di Laureato in Medicina, abbiamo fatto i dottori e ci siamo dimenticati di fare i medici. Ci siamo illusi di essere salpati per chissà quali lidi, mentre invece, abbandonati ciecamente al riflusso, inconsapevolmente ci arenavamo in massa.

Fortunatamente c'è sempre nella storia chi non ci casca e, se pure spesso ci rimette del suo a non accodarsi al gregge, prima o poi viene riconosciuto e ascoltato.

In fin dei conti, come abbiamo già accennato, si trattava soltanto di rimanere fedeli ai principi del metodo scientifico, quello che ci insegnano nelle scuole di ogni ordine e grado, niente di più. Credere solo in quello che può essere dimostrato. Fare solo quello che ha delle sufficienti prove di efficacia.

Eppure c'è voluto il forte e costante richiamo di gruppi di studiosi di livello internazionale per riportarci, a fatica e alla spicciolata, sulla giusta via che, tra l'altro, ancora oggi non è che sia particolarmente affollata.

Troviamo ancora, sia nella medicina di famiglia che a livello ospedaliero, sacche di resistenza imputabili ad una spesso incolmabile arretratezza culturale o a pesanti interessi economici. E sì, perché fare buona medicina significa consumare meno in termini di visite, farmaci, esami, ricoveri. E quindi meno medici, meno farmacie, meno laboratori, meno ospedali, e meno voti.

Per cambiare una situazione così compromessa come la nostra ci vorrà molto tempo, perché le decisioni dovranno essere prese da parte di dirigenti sanitari e politici, cioè gli stessi che con la cattiva medicina ci campano, e bene.


Famolo strano!

Tornando a noi, mi rendo conto che lo svezzamento è una piccola cosa in confronto all'enormità dei problemi ancora da affrontare e risolvere ma, visto che comunque continua a rappresentare uno di quei tanti problemi, e che di questo io mi sono particolarmente interessato, di questo vi parlerò, ed è un po' anche la mia storia.

Il modo vi potrà parere strano ma poiché, mentre cercavo di realizzare le mie idee concretamente, nel mio lavoro quotidiano con i genitori, tutti mi dicevano che, come al solito, predicavo qualcosa di strano, così mi è venuto anche di farlo nel metterlo per iscritto.

Autore

Lucio Piermarini - Foto autore

Lucio Piermarini è nato a Terni nel 1947. Dopo aver lavorato come pediatra ospedaliero, da circa vent’anni si occupa di formazione delle future mamme nell’ambito dei corsi di preparazione alla nascita presso il Consultorio “Città Giardino” di Terni. Scrive sulla rivista per genitori Un pediatra per amico (UPPA) e ha pubblicato articoli originali sullo svezzamento su riviste scientifiche pediatriche.

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Recensioni Clienti

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maurizio

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Grande Pentimalli, fa centro anche con questo libro, un vero accompagnamento nel percorso per migliorare la propria esistenza, coinvolgendo il lettore totalmente.

Corinna

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Voto:

Una grande rassicurazione per vivere uno dei momenti più tensivi della crescita del neonato. Noi mamme siamo sempre preoccupate quando si parla di cibo e questo libro è rasserenante

Chezia

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Voto:

Simpatico divertente e allo stesso tempo pieno di consigli per insegnare ai bambini ad amare un'alimentazione varia e sana!

Noemi

  Acquisto verificato

Voto:

Lo consiglio a tutte le mamme, ostetriche ma anche ai pediatri per dare ottimi consigli in materia di svezzamento e alimentazione complementare. Il libro insegna alle mamme ad avere più fiducia in loro e nelle capacità dei propri bambini nella delicata fase di passaggio dall' allattamento al seno all. alimentazione solida !

Stefania

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Voto:

Libro molto bello la cui lettura consiglio a tutti i genitori, in particolare alle mamme, che si apprestano a passare allo svezzamento dei propri bebè. Scritto con accuratezza e un pizzico di ironia, aiuta a risolvere i piccoli e grandi dubbi di questo passaggio fondamentale durante la crescita dei nostri figli. Questo libro riesce a mettere in luce in modo chiaro e genuino come i bambini siano perfettamente in grado di segnalare ai propri genitori quando sono pronti a passare ad un'alimentazione più solida e complementare all'allattamento.

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