Descrizione
La lingua degli uccelli - il cui titolo originale è Mantiq al-Tayr - è una summa del migliore e più raffinato misticismo islamico e insieme un messaggio universale di apertura al trascendente.
L'opera - che è un classico nel suo genere - si configura come una sorta di magistrale «favola esoterica», che ha per oggetto il tema del «viaggio», al tempo metaforico e reale, che l'anima intraprende perché si distacca dal mondo transeunte della materialità per tuffarsi nell'oceano senza rive del mistero divino.
Protagonista un gruppo di volatili (l'upupa, il pappagallo, il falco, il pavone, ecc.) che, riunitisi a convegno, spiccano il volo alla volta del loro bramato sovrano, il Simorgh (o «Fenice») della mitologia iranica, posto agli estremi limiti della terra conosciuta.
Per raggiungerlo, dovranno, tra molti pericoli, attraversare «sette valli», che rappresentano altrettante «tappe» o «stazioni» di un vero e proprio itinerario iniziatico, che si ammanta di simboli universali, suscettibili di interpretazioni plurime.
Dettagli Libro
Editore | Mediterranee Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2002 |
Formato | Libro - Pagine: 228 - 15,5x21cm |
EAN13 | 9788827214695 |
Lo trovi in: | Sufi |
Posizione in classifica: | 4.379° nella classifica Libri ( Visualizza la Top 100 libri ) |
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Alessandro
Voto:
Mentre i mondi inferiori sono caratterizzati dalla dualità, i puri mondi spirituali sono contraddistinti dall’unità. L’anima, essendo una scintilla di luce divina, scaturisce dalla stessa Luce che originò l’universo e partecipa della Sua unità. Nell’anima, tutto è bene, è vero ed è bello, così come in Dio. Per scoprirlo, occorre vivere al suo livello ‘come se fossimo già realizzati’. Vivere ‘come se’ produce con il tempo una reale trasformazione. A tal fine occorre immaginare costantemente livelli di esistenza più nobili, elevati, felici e amorevoli, e un giorno vivremo in una condizione esistenziale dove tutto ciò sarà prassi quotidiana.