Descrizione
Una morte sconvolgente, ossessivamente annunciata, preparata con implacabile meticolosità e infine celebrata dinanzi al mondo come un rituale spettacolare e tragico.
L'uscita di scena di Mishima ha rappresentato al tempo stesso l'apoteosi del personaggio, condannato da un demone inquieto a una vita perennemente sopra le righe, e la parola conclusiva dello scrittore, la sigla di un'opera in cui gioventù, bellezza e morte appaiono intrecciate in un destino ineluttabile.
Di questo invocato martirio, in cui un'etica eroica da antico samurai convive singolarmente con un estetismo quasi dandy, ancora oggi non è facile formulare una lettura.
Questo volume ci si è provato ponendo a confronto testi di origine e natura differente, dallo scritto di Henry Miller del 1972, uno dei primi che abbia tentato una comprensione profonda e scevra da pregiudizi, all'analitica cronaca degli ultimi istanti di Marguerite Yourcenar, fino alla testimonianza del traduttore e amico Donald Keene. Per lasciare l'ultima parola a Mishima stesso, di cui sono qui proposti il Proclama, manifesto ufficiale che lo scrittore volle lasciare a giustificazione del suo gesto, e soprattutto La spada, autentico testamento spirituale in forma narrativa.
In questo lungo racconto del 1963, ambientato nel contesto di quella che è forse la più giapponese delle arti marziali, il kendo, l'adesione ai valori tradizionali di lealtà, rigore morale, dedizione alla causa prende corpo con un'assolutezza che esclude ogni umano compromesso, fino all'inevitabile immolazione finale.
Dettagli Libro
Editore | SE Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2009 |
Formato | Libro - Pagine: 148 - 13x22cm |
EAN13 | 9788877107619 |
Lo trovi in: | Racconti, Letteratura e Diari di viaggio |
Posizione in classifica: | 4.555° nella classifica Libri ( Visualizza la Top 100 libri ) |
Autore
Yukio Mishima (Tokyo, 1925-1970), pseudonimo di Hiraoka Kimitake, è considerato uno dei massimi scrittori giapponesi del ventesimo secolo. Autore di opere teatrali e sceneggiatore cinematografico, fu anche regista e attore. Convinto sostenitore e difensore della cultura tradizionale giapponese, fondò il Tatenokai, una milizia civile non armata. Il 25 novembre 1970 tentò di persuadere le Forze militari di autodifesa del Giappone a unirsi a lui in un colpo di stato. Fallito il tentativo, si tolse la vita tramite il seppuku, una forma di suicidio rituale.
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