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Descrizione
Il filosofo indiano Nāgārjuna, vissuto probabilmente nel II secolo d. C. nel Deccan orientale, è stato uno dei più grandi pensatori nella storia della filosofia dell’Asia e il fondatore della scuola Madhyamaka (Via di mezzo). Considerato tra gli iniziatori del buddhismo mahāyāna, ha elaborato filosoficamente il concetto della ‘vacuità’ (śūnyatā) di tutti i fenomeni, essenziale nei testi della Prajnāpāramitā, la più antica letteratura mahāyāna.
Nāgārjuna si considera il difensore di una visione ben precisa, definendosi con l’espressione śūnyatāvādin, ‘colui che segue la posizione della vacuità’.
Per un esponente del Madhyamaka, il senso principale dell’affermazione di essere un seguace della ‘Via di mezzo’ è per eccellenza la comprensione della vacuità come termine mediano tra eternalismo e nichilismo. Tutte le cose sono prive di un’esistenza propria, sono quindi esistenti secondari, costruzioni concettuali derivanti da cause e condizioni originate in modo dipendente. Non vi è nulla che non sia una mera costruzione concettuale.
In linea con la tradizione buddhista, il pensatore indiano rifiuta anche la concezione di un sé individuale definito come una sostanza, un fattore unificante della vita mentale che è immutabile, distinto dal corpo e dagli stati psicologici. Sono inoltre presentati e discussi temi quali la causalità, il movimento, l’epistemologia e il linguaggio.
Finora gran parte delle pubblicazioni su Nāgārjuna ha affrontato gli aspetti filologici, storici o religiosi delle sue opere; questo testo si propone invece di analizzare l’aspetto filosofico dei suoi insegnamenti, esaminare le reali e possibili obiezioni alle sue posizioni, valutare quali argomentazioni sono valide e possono essere sostenute, e a quali conclusioni filosofiche si arriva.
La solidità delle affermazioni di Nāgārjuna è messa alla prova e le sue riflessioni sono intese come un progetto filosofico unitario, i cui diversi elementi sono connessi in modo non sempre evidente.
Nāgārjuna è innanzitutto un pensatore profondo e la sua filosofia costituisce un motivo di interesse universalmente valido. Westerhoff descrive accuratamente il suo pensiero e lo rende accessibile anche a chi abbia poca o nessuna dimestichezza con la filosofia indiana.
Dettagli Libro
Editore | Astrolabio Ubaldini Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2022 |
Formato | Libro - Pagine: 313 - 15x21cm |
EAN13 | 9788834018378 |
Lo trovi in: | Buddhismo |
Autore
Jan Westerhoff è professore di Filosofia buddhista presso la Facoltà di Teologia e religione dell’Università di Oxford. La sua ricerca verte sugli aspetti filosofici delle antiche tradizioni religiose indiane, in particolar modo del Madhyamaka, e riguarda sia gli aspetti teoretici (metafisica, epistemologia, filosofia del linguaggio) sia quelli normativi (etica).
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Recensioni Clienti
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Fabio
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Voto:
Sono arrivato a conoscenza della filosofia di Nagarjuna (e di Nagarjuna stesso) per "vie traverse", nello specifico leggendo il testo di Carlo Rovelli "Helgoland" in cui ne descrive alcune peculiarità e invoglia inevitabilmente ad approfondire. Che dire... Questo testo è un'opera straordinaria (davvero) che offre una prospettiva unica sulla filosofia buddhista. In "Le Stanze del Cammino di Mezzo" l'autore esplora profondamente i concetti di vacuità e interdipendenza, offrendo una guida preziosa per coloro che cercano la saggezza e la liberazione. Jan Westerhoff descrive il pensiero di Nagarjuna in maniera "pulita", rendendolo comprensibile e accessibile a chiunque ne voglia far tesoro e che abbia "poca o nessuna dimestichezza con la filosofia indiana". Nagarjuna, considerato uno dei più grandi pensatori buddhisti, ci invita a riflettere sulla natura illusoria del mondo fenomenico e a comprendere che tutto è interconnesso. Attraverso una scrittura chiara e incisiva, egli ci mostra come abbracciare la vacuità può condurci verso una comprensione più profonda della realtà e verso una libertà interiore. Le Stanze del Cammino di Mezzo sono un testo fondamentale per chiunque sia interessato alla filosofia buddhista e desideri approfondire la propria pratica spirituale. Le parole di Nagarjuna ci spingono a esplorare la nostra percezione del mondo e a superare le dualità concettuali che spesso ci imprigionano. Questo libro rappresenta una vera e propria gemma della letteratura filosofica indiana e merita di essere letto e studiato con attenzione. La sua profonda saggezza e la chiarezza del suo pensiero ci offrono una guida preziosa per il nostro cammino verso la comprensione e la liberazione.