Descrizione
Non si possono comprendere i disturbi psichiatrici separando l’aspetto neurologico dall’essere corporeo di chi soffre, sempre inserito in un contesto socioculturale e in una dimensione esistenziale del tutto individuale. Un nuovo ed efficace modello, che fonda le sue premesse filosofiche nell’orientamento cognitivo dell’enattivismo, si propone di integrare le molteplici dimensioni coinvolte nel trattamento delle patologie psichiatriche.
Una gran parte del problema dell’integrazione in psichiatria (non ancora efficacemente risolto) ha a che fare con la difficoltà di mettere in relazione due dimensioni strettamente collegate nella valutazione dei disturbi psichiatrici, quella fisiologica e quella esperienziale: il corpo e la mente. Di fatto, esiste un dualismo ancora profondamente radicato nel modo di concepire tanto le cause quanto il trattamento dei disturbi, che neanche i modelli integrativi hanno del tutto risolto.
Dalla filosofia della psichiatria emerge oggi una prospettiva estremamente innovativa e feconda, che prende spunto dall’orientamento enattivo alla conoscenza proprio delle scienze cognitive, elaborato negli anni novanta del secolo scorso da Varela, Thompson e Rosch.
Da tale orientamento la psichiatria enattiva mutua una concezione incarnata della cognizione, che offre una valida alternativa all’antica opposizione mente-corpo: la cognizione (definita in termini di sense-making, ‘costruzione di significato’) è il risultato dell’intima interconnessione tra processi fisiologici ed esperienziali, laddove la dimensione esperienziale comprende necessariamente anche la relazione con l’ambiente. Non si può cioè comprendere la cognizione separatamente dall’essere corporeo che si trova nel processo della conoscenza, né dall’ambiente verso cui tale conoscenza è diretta.
La tesi dell’autrice è che i disturbi psichiatrici possano appunto essere letti come il frutto di alterazioni strutturali della capacità di ‘costruire significato’ in relazione al proprio mondo. Tali alterazioni possono derivare da una molteplicità di fattori: esperienze traumatiche, sistemi neurotrasmettitoriali disfunzionali, preoccupazioni esistenziali ed economiche, emarginazione sociale o dotazione genetica sfortunata. Il modo in cui tali fattori interagiscono varia non solo da una diagnosi all’altra, ma anche tra individui con la stessa diagnosi.
La prospettiva enattiva sulla mente e sulla sua relazione con il corpo e con il mondo può allora fornire una nuova comprensione e una nuova visione globale dei disturbi psichiatrici e delle molteplici causalità coinvolte nel loro trattamento.
Dettagli Libro
Editore | Astrolabio Ubaldini Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2022 |
Formato | Libro - Pagine: 302 - 15x21cm |
EAN13 | 9788834018347 |
Lo trovi in: | Psichiatria |
Autore
Sanneke de Haan è filosofa e ricercatrice in Filosofia della psichiatria presso il Dipartimento di studi culturali dell’Università di Tilburg, nei Paesi Bassi. Dal 2007 al 2011 è stata Marie Curie Fellow nel Progetto di ricerca europeo discos (Disorders and Coherence of thè Embodied Self) presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Heidelberg.
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