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Descrizione
Da "Ghita Vahini il fiume d’amore della Bhagavad Ghita":
"Per comprendere il significato della Bhagavad Ghita occorre avvicinarsi ad essa in uno stato d’animo riverente, con sottomissione e con attesa, perché la Ghita è «il_latte» delle Upanisciad, «munto» dal pastore Krishna per nutrirne Àrgiuna, come se fosse il «vitellino», ed a beneficio di tutti gli «ignari», perché lo bevano e ne abbiano sostentamento.
Alcuni sostengono che la Ghita, che è un poema sacro, sia stata scritta posteriormente al Mahabhàrata, del quale è ritenuta parte. Qualunque cosa si dica sulla data della composizione della Ghita, è fuor di dubbio che i principi e gli insegnamenti della Ghita, più che antichi, sono fuori dal tempo.
Nelle prime tre «sloka» (strofe) del IV capitolo è detto che il Signore insegnò nel principio la Ghita a Surya (al Sole, deificato) e poi a Manù (il primo Legislatore, fondatoredel Genere Umano); poi, dopo Manù, essa fu trasmessa a Iksh'vaku (il primo Re) e poi via via agli altri. Con ciò è implicito che la Ghita trascende la categoria del tempo e non può esser datata in alcuna epoca, passata o presente.
La Ghita è un testo per i praticanti spirituali, perché sostiene l’importanza del Sàdhana e delle tendenze alla spiritualità sopra ogni altra cosa. Ogni capitolo espone i mezzi e le pratiche per raggiungere il porto della Pace e dell’Armonia.
Il Sàdhana, la pratica spirituale, è il prodotto di un desiderio di progresso spirituale intensamente e costantemente sentito. L’aspirante deve aspirare, non disperare; deve perseverare, non aver furia di un progresso rapido. La Ghita è come una barca capace di far valicare all’uomo la palude di uno stato di prigionia che si è cercato da sé, e di portarlo alla Libertà che è la sua vera natura. La Ghita vuol portare l’uomo dalle tenebre alla Luce, da uno stato di opacità ad uno di splendore. La Ghita prescrive all’uomo discipline e doveri depurati dalle macchie delle Vàsana, le tendenze e gli impulsi che legano l’uomo all’incessante ruota della Nascita e della Morte.
La realtà è che l’uomo arriva in questo Karmakshetra («karma» = attività; «kshetra» = campo) al solo scopo di impegnarsi nelle attività, e non per guadagnarsi il frutto di codeste attività: è questo l’insegnamento della Ghita, la sua lezione fondamentale."
Dettagli Libro
Editore | Milesi Edizioni |
Anno Pubblicazione | 1994 |
Formato | Libro - Pagine: 173 - 16,5x23cm |
EAN13 | 9788886343022 |
Lo trovi in: | Guide spirituali |
Autore
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