Descrizione
La nostra conoscenza dell'antico Egitto si fonda su monumenti, resti archeologici, fonti iconografiche e innumerevoli testi scritti su pietra, papiro o altri supporti che sono sopravvissuti nel tempo.
Per quasi quindici secoli, tuttavia, questi testi sono restati in silenzio, alimentando un vero e proprio mito dell'Egitto. L'ultima iscrizione geroglifica fu incisa da un certo Esmet-Akhom, "scriba della casa degli scritti di Iside" a File, nel 394 a.C.
Bisogna attendere fino a Champollion, nel 1822, per arrivare finalmente a una prima comprensione dei testi.
Da quel momento in poi, la nostra conoscenza della civiltà egizia diventa sempre più precisa, ma sempre limitata agli individui di livello medio o alto della società, e che hanno lasciato tracce della loro esistenza attraverso una tomba, una stele, oggetti inscritti.
Questi nobili conoscevano, a vari livelli, la scrittura, oppure avevano i mezzi per far eseguire un monumento a loro nome.
La scrittura, che nelle loro convinzioni doveva garantirne l'eternità, ha permesso che le loro esistenze giungessero fino a noi.
Dettagli Libro
Editore | Harmakis Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2021 |
Formato | Libro - Pagine: 73 - 13x17cm |
EAN13 | 9788831427531 |
Lo trovi in: | Egitto e Mar Morto |
Autore

Pietro Testa, nato a Napoli nel 1943 è laureato in architettura, ha insegnato per oltre trentanni nei Licei Artistici; ha partecipato negli anni '80 -'90 a dieci missioni con la Cooperazione Tecnica per i paesi in Via di Sviluppo nella scuola cantiere dei dervisci Mewlewi al Cairo; è stato presente in una missione archeologica nel '91 a Medinet Madi in Egitto con la Prof.ssa Edda Bresciani. Ha pubblicato numerosi volumi e articoli su vari temi di egittologia.
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