Descrizione
Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone.
Dettagli Libro
Editore | Astrolabio Ubaldini Edizioni |
Anno Pubblicazione | 1975 |
Formato | Libro - Pagine: 202 - 15x21cm |
EAN13 | 9788834000793 |
Lo trovi in: | Psicoterapia |
Posizione in classifica: | 2.408° nella classifica Libri ( Visualizza la Top 100 libri ) |
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Recensioni Clienti
4,75 su 5,00 su un totale di 4 recensioni
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Francesca
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Non ho ancora finito di leggere questo libro, premetto che è un testo non semplicissimo (almeno per me) Ci sono tanti concetti complessi, ed è un testo da analizzare con calma, le cui informazioni vanno elaborate pian piano. è comunque un testo notevole, in una bella ed elegante edizione (come sempre Astrolabio ci ha abituati). devo ancora metabolizzarlo penso.
Simona
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Un libro davvero illuminante , ci apre alla consapevolezza che la vera gratitudine nei confronti del maestro si esprime nel diventare liberi e maestri di se stessi
Andrea
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"L'atto stesso di concentrare l'attenzione su di sè, raccontando la propria storia, già cambia le cose". Questo libro mi ha aiutato ed è entrato nella mia vita in un momento difficile, aprendomi nuove prospettive e rivalutando il percorso psicoterapeutico che sto affrontando..."il semplice atto di avviarsi nel pellegrinaggio del viaggio psicoterapeutico è in sè un riconoscimento estremamente coraggioso dell'esistenza di problemi critici e un'espressione audace del desiderio di risoluzione!". Non abbiate paura di uccidere i vostri Maestri, perchè servono proprio a questo.
Fabrizio
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Saggio per gli "addetti ai lavori", non solo psicoterapeuti e psicologi, anche educatori, pedagogisti, e tutte le professioni impegnate nelle relazioni d'aiuto. Sheldon Kopp descrive attraverso la metafora del viaggio il percorso terapeutico, e lo fa in maniera chiara, vera, personale e a tratti poetica. Per una psicoterapia "umana" in cui l'incontro tra terapeuta e paziente è prima di tutto l'incontro tra due persone; e per una crescita che è a doppio senso: quella del paziente assieme a quella del terapeuta, che si misurano nella loro vita con sofferenza, dubbi, dilemmi e interrogativi per entrambi fatti della stessa materia.