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Descrizione
"Selfie", di Giovanni Stanghellini è una guida per riconoscere il rapporto mediato e posticcio con la nostra immagine e ritrovare l’esperienza dell’intimità con noi stessi.
Ogni giorno facciamo esperienza del nostro corpo in modi diversi. Possiamo “sentirlo” propriamente, senza alcuna mediazione: la carne è l’oggetto di questo sentire.
Oppure lo “vediamo” dall’esterno, come quando guardiamo la nostra immagine riflessa allo specchio. L’equilibrio fra queste due modalità è la condizione ideale per sentire le nostre emozioni, che ci radicano in noi stessi e nel mondo. E così che si costituisce l’identità.
Tuttavia, la nostra è un’epoca in cui il tempo vissuto diventa sempre più frammentato; il nostro universo somiglia sempre più a una sequenza sincopata di eventi isolati.
Improvvisamente, spiega Giovanni Stanghellini, la vista è divenuta il senso che meglio degli altri si accorda alla frammentazione del mondo.
Con la profondità dello sguardo clinico, Stanghellini esplora una nuova modalità di fare esperienza del corpo: siamo in grado di sentirlo solo quando è oggetto dello sguardo altrui.
Il selfie è un sintomo eloquente del nostro tempo. E la sproporzione che il selfie mette in luce è la stessa dalla quale scaturiscono l’anoressia e i disturbi del comportamento alimentare.
Sviluppare un rapporto diretto, singolare e necessariamente complesso con il nostro corpo, con la carne, è sempre più difficile.
"Sono visto dunque sono: nell’epoca del selfie riusciamo ad avere conferma della nostra identità solo attraverso lo sguardo degli altri. Un’analisi della rivoluzione sociale che sta cambiando il nostro rapporto con il corpo e con l’immagine di noi stessi, sempre più bisognosa di essere messa in scena per essere reale."
Dettagli Libro
Editore | Feltrinelli Edizioni |
Anno Pubblicazione | 2020 |
Formato | Libro - Pagine: 152 - 14x22cm |
EAN13 | 9788807105487 |
Lo trovi in: | Società |
Autore
Giovanni Stanghellini, psichiatra e psicoterapeuta, insegna Psicologia dinamica all’Università di Chieti-Pescara e dirige la Scuola di Psicoterapia fenomenologico-dinamica di Firenze.
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