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Descrizione
Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra. Come ci sfameremo, se le risorse sono sempre più scarse e gli abitanti di paesi iperpopolati come la Cina stanno repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale, insieme alle multinazionali del cibo, ha fiutato l’affare: l'overpopulation business.
Stefano Liberti ci presenta un reportage importante che segue la filiera di quattro prodotti alimentari - la carne di maiale, la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato - per osservare cosa accade in un settore divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare il pianeta in un gigantesco pasto.
Un’indagine globale durata due anni, dall'Amazzonia brasiliana dove le sconfinate monocolture di soia stanno distruggendo la più grande fabbrica di biodiversità della Terra ai mega-pescherecci che setacciano e saccheggiano gli oceani per garantire scatolette di tonno sempre più economiche, dagli allevamenti industriali di suini negli Stati Uniti a un futuristico mattatoio cinese, fino alle campagne della Puglia, dove i lavoratori ghanesi raccolgono i pomodori che prima coltivavano nelle loro terre in Africa.
Un’inchiesta che fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo, dominato da pochi colossali attori sempre più intenzionati a controllare ciò che mangiamo e a macinare profitti monumentali.
Dettagli Libro
Anno Pubblicazione | 2016 |
Formato | Libro - Pagine: 327 - 14,5x21cm |
EAN13 | 9788875217440 |
Lo trovi in: | Alimentazione e salute |
Autore
Stefano Liberti pubblica da anni reportage di politica internazionale su diversi periodici italiani e stranieri.
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Recensioni Clienti
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Alice
Voto:
Il libro è molto interessante e scritto bene. È un viaggio a volte dell'orrore, attraverso l'assurdità della gestione globalista di ciò che mangiamo. Non si può più dare per scontato quello che c'è nei nostri piatti.