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Descrizione
Questo libro sconvolge le idee che si può fare un vedente della condizione di cecità congenita, e lo fa azzerando tutte le prevenzioni su cosa può significare l'assenza della vista. Esso sostanzialmente discute due tesi opposte: essere ciechi nati è una limitazione solo pratica, cioè consiste solo nel non poter fare certe cose (dipingere, guidare l'automobile, ecc.), o è anche una limitazione concettuale, conoscitiva, ossia comporta una menomazione nella conoscenza, nella comprensione dei concetti? La discussione si fa a tratti accesa, va a pescare nelle esperienze personali, mette a nudo pregiudizi e atteggiamenti emotivi, tocca temi cruciali per la filosofia, o per la psicologia, e nell'insieme fornisce del problema dell'assenza di un senso fisico un quadro rivelatore per chiunque lavori per l'uomo, in generale, con o senza vista, bianco o nero, stupido o intelligente, e così via.
Dettagli Libro
Editore | Astrolabio Ubaldini Edizioni |
Anno Pubblicazione | 1997 |
Formato | Libro - Pagine: 180 - 15x21cm |
EAN13 | 9788834012352 |
Lo trovi in: | Manuali di psicologia |
Autori
Bryan Magee filosofo e scrittore, ha insegnato a Vale, Oxford e Londra.
Martin Milligan ha diretto il dipartimento di filosofia all'università di Leeds fino alla sua scomparsa, avvenuta di recente.
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