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Descrizione
L’idea che l’uomo contemporaneo occidentale sia il vertice dell’evoluzione è un pregiudizio razzista, che questo libro smonta dimostrando come l’uomo, in ogni tempo e civiltà, sia fondamentalmente rimasto, nella sua essenza spirituale, uguale a sé stesso.
“Le civiltà tradizionali, cui fa riferimento Servier, diverse, ma non opposte alla nostra, sottolineano la funzione che esse hanno avuto finora nell’umanità, vale a dire conservare e trasmettere certezze ed esperienze, specialmente spirituali, derivanti da uno stesso patrimonio di valori.
Per cui ognuno può avere la propria percezione della realtà profonda, ‘invisibile’, cui connettere la propria esistenza. E far naufragare così lo stupido razzismo evoluzionistico che informa la nostra irreale esistenza fondata su pregiudizi scientisti.
Insomma, secondo Servier, i «selvaggi non esistono». E mai sono esistiti perché l’uomo non si è evoluto secondo parametri tracciati da un pensiero semplicistico che lo vorrebbe discendente dalle scimmie africane e poi incivilitosi fino a diventare qual è.”
Dall’Introduzione di Gennaro Malgieri
Dettagli Libro
Editore | Iduna |
Anno Pubblicazione | 2020 |
Formato | Libro - Pagine: 435 - 14x21cm |
EAN13 | 9788885711570 |
Lo trovi in: | Saggi che ispirano |
Posizione in classifica: | 6.624° nella classifica Libri ( Visualizza la Top 100 libri ) |
Autore
Jean Servier (1918-2000), etnologo e storico francese, ha insegnato sociologia all’Università di Montpellier. Tra i principali esperti della civiltà berbera, si è interessato molto ad argomenti legati allo spiritualismo e all’esoterismo.
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