Descrizione
Un libro che sorprende per la capacità di coniugare la semplicità del linguaggio e dell'argomentare con una grande erudizione, una precisa tensione etimologica, una profonda conoscenza dei miti. Davanti ai nostri occhi vedremo scorrere i miti del passato, dove sono protagoniste le donne (le Yogini seguaci di Durga in India, le nordiche sciamane al seguito della Dea Freya, le Baccanti del corteo dionisiaco, le custodi del fuoco greche, britanniche e romane quali le Vestali, le Sibille delle più diverse civiltà); miti che pur venendo da luoghi lontani e da popoli profondamente diversi nascondono un unico filo conduttore che conserva, come una medicina, la traccia dell'epoca della Grande Madre, fonte di felicità e beatitudine per le donne; un'epoca nella quale verginità non voleva dire, come ora, assenza del maschio, ma assenza del maschio prevaricatore. Tale stato implicava innanzitutto una radicale autonomia di fronte all'uomo, l'assenza di qualsiasi tipo di vincolo o soggezione nei confronti di esso e niente affatto un'estraneità alla dimensione erotica. Anzi, la Verginità magica rappresentava una condizione di gioia e libertà femminile estreme e senza limiti che consentiva ad alcune fortunate donne di conservare e custodire la forza, il mistero, la bellezza e la purezza delle foreste vergini selvagge, inviolate e sconosciute agli uomini, covando costantemente nel profondo di sé stesse una perpetua divina, naturale, languida ed erotica ebbrezza.
Giungeranno a noi stati d'animo, sensazioni e sentimenti, che la civiltà ha dapprima sradicato e poi pian piano trasformato nell'opposto; scopriremo un “progressivo divenire” che neppure il femminismo e i suoi derivati ha saputo interrompere.
Un mondo perduto per sempre? Forse non completamente perché, nonostante i condizionamenti e gli imperativi della società odierna, magari ancora qualcuna potrebbe nutrire una profonda e radicata nostalgia di fronte all'ipotesi di poter un giorno “ …ritrovare gli antichi misteri femminili, un insegnamento primordiale di gioia e di libertà in grado di portare davvero nelle dolci dimensioni di armonia conosciute dalle antiche Vergini, un insegnamento che potrebbe ridare loro la Verginità magica, la follia gioiosa, la coralità e l'intenso e continuo languore delle Vergini arcaiche”.
Dettagli Libro
Editore | Edizioni della Terra di Mezzo |
Anno Pubblicazione | 2006 |
Formato | Libro - Pagine: 215 - 15x21cm |
EAN13 | 9788886026550 |
Lo trovi in: | Culto della Dea Madre |
Autore
Leda Bearné, nata in Francia nel 1971, dopo aver studiato antropologia e lettere antiche a Milano, ha compiuto numerosi viaggi dentro e fuori d'Europa per approfondire il suo radicato interesse verso la mitologia e le tradizioni di diverse civiltà, visitando i principali siti archeologici esistenti. Ha soggiornato per un lungo periodo a Creta, ed un altro in Bretagna sempre in funzione delle sue ricerche. Attualmente vive e lavora tra Milano ed un piccolo paesino nelle Alpi francesi in cui si ritira periodicamente per dedicarsi ai suoi studi.
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Recensioni Clienti
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Lupo
Acquisto verificato
Voto:
libro bellissimo, un vero viaggio nell'esoterismo, la spiritualità e nei miti. Tantissime informazioni davvero interessanti, il libro approfondisce in maniera esaustiva una materia complessa come questa. Lettura consigliatissima a chi sia interessato a questo argomento.
Antonella
Acquisto verificato
Voto:
Ottimo testo per cultori/cultrici dell'argomento Femminino Sacro. Il libro è curatissimo e sorprendente e certo va integrato con qualche altra lettura sullo stesso tema. Ma questo lo ritengo un libro base.
Edoardo
Acquisto verificato
Voto:
Consigliato per chi vuole comprendere il femminile arcaico. Ho trovato il libro molto diretto e semplice. Molte storie e favole vengono raccontate con semplicità e chiarezza. Molto consigliato
Simona
Voto:
L’autrice illustra la possibilità (piuttosto concreta, anche se poco documentata dal punto di vista storico e archeologico) che nell’antichità siano esistite delle donne in grado di svincolarsi dal controllo maschile e dunque di conservare intatta la Verginità tipica della Dea; viene però chiarito il fatto che, per queste donne, la verginità non aveva nulla a che fare con l’illibatezza fisica, bensì era uno stato di perfetta sintonia con le forze della Natura, e dunque di profonda libertà interiore, di imperturbabile gioia, di forza e di pienezza. Una simile condizione è difficilissima da immaginare (e quasi impossibile da realizzare) per le donne di oggi, che hanno interiorizzato e accettato come inevitabili i dettami – e soprattutto le storture – della cultura maschilista imperante ormai da millenni in tutto il mondo.