SELF-HELP E PSICOLOGIA

I 3 Ostacoli per il Cambiamento del Proprio Essere e Modo di Pensare

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Anteprima del libro "Ventuno Giorni per Rinascere" di Franco Berrino, Daniel Lumera e David Mariani

 

In questa pagina troverai alcuni estratti del libro Ventuno Giorni per Rinascere, scritto a sei mani da Franco Berrino, Daniel Lumera e David Mariani.
Le competenze di professionisti che operano in 3 diversi settori hanno permesso di elaborare un testo che, in maniera olistica, fornisce una serie di consigli per ritrovare in sole 3 settimane: salute, serenità e ringiovanimento (rinascita).
Vediamo nello specifico un sunto di questi passi, tratti dal libro in questione.

Cambia-mente. I cambiamenti in genere provocano una sorta di disorientamento nel primo periodo finché non ci si abitua, sia a livello fisico che a livello mentale. Per evitare però di perdere la rotta, è opportuno concentrarsi sul nuovo percorso da intraprendere, coltivando ogni giorno quanto di positivo si riesce a riscontrare. Alla stessa maniera in cui si pianta un seme e, con pazienza e riverenza, ci si prende cura di esso fino a quando non lascia spuntare i primi germogli e poi cresce sempre di più.

La mancanza di sonno. Dormire in maniera adeguata, per 7-8 ore, a partire dalle 23 (e durante le ore notturne), è un’ottima abitudine perché il cervello ed il corpo hanno bisogno di rigenerarsi. In tal modo anche le difese immunitarie aumentano e, di conseguenza, il fisico ne trae giovamento.

La fretta. La fretta, oltre ad essere cattiva consigliera, può essere causa di demotivazione, soprattutto nel caso in cui ci si impone di raggiungere un obiettivo in troppo poco tempo rispetto a quanto ne occorrerebbe.

Cambiare troppe abitudini contemporaneamente. Il cambiamento alcune volte è motivo di stress, quindi non si può pretendere di stravolgere tutto insieme. Le cose vanno fatte gradualmente, una alla volta.

Il perfezionismo, ovvero o tutto o niente. Imporsi di fare tutto alla perfezione senza commettere errori non è una cosa costruttiva, altrimenti al primo ostacolo si rischia di fallire. Come quando si fa una dieta e per un piccolo sgarro si ricomincia a mangiare male. Un piccolo cedimento ad una tentazione non deve farci perdere di vista il nostro obiettivo e le mete raggiunte.

Allenamento prima del movimento. Prima ancora di cominciare un percorso è bene affrontare l’argomento dal punto di vista teorico per comprendere al meglio quali sono gli obiettivi e i mezzi e, al momento della pratica, fare un passo alla volta.

Cambia-Mente

"Possa la mia vita aumentare la bellezza dell'essere."
LUIGI LOMBARDO VALLAURI

La partenza di qualunque progetto è la fase più delicata: richiede energia e una presenza particolare. Un errore in questa fase può compromettere la buona riuscita dell'intero progetto. Ecco perché la prima fase - dal giorno 1 al giorno 7 - consiste, soprattutto, nel predisporci a modificare il nostro atteggiamento mentale: siamo noi a doverci assumere la responsabilità della nostra salute. Facendo un parallelismo con la natura, la prima settimana serve per preparare il terreno, renderlo fertile, soffice per piantare il seme, che annaffieremo nella seconda settimana e vedremo germogliare nella terza. Dopo 21 giorni, la piantina Buona Abitudine avrà attecchito dentro di noi, ma sarà piccolissima, fragile come un neonato. Nei mesi successivi a questi 21 giorni, alimentandola, diverrà una pianta forte e ben radicata e, fra qualche anno, un albero maestoso e resistente come una quercia. Per veder crescere questo albero rigoglioso è opportuno compiere le azioni giuste nel tempo giusto, altrimenti la pianta si seccherà o si spezzerà sotto un peso eccessivo.

Prima di concentrarci sulle migliori strategie che renderanno nuove buone abitudini protagoniste della nostra vita, è importante analizzare e neutralizzare gli errori più comuni, in cui, in base all'esperienza professionale di noi autori, incorrono la maggior parte delle persone nel momento in cui si avventurano verso il cambiamento del proprio stile di vita e il miglioramento della propria condizione psicofisica. Questi sono gli avversari più pericolosi che possono frapporsi fra noi e la nostra rinascita.

La mancanza di sonno

Insufficienti ore di riposo notturno sono una possibile causa del fallimento del nostro progetto. Dormire profondamente e, possibilmente, nelle ore di buio è, infatti, necessità imprescindibile per il nostro organismo e per il nostro equilibrio mentale.

Una carenza di sonno o un'irregolarità del ritmo del sonno (per esempio di chi lavora con turni notturni) ci espone al rischio di ingrassare e di avere incidenti di ogni tipo, incrementa ansia e depressione, abbassa le nostre difese immunitarie, aumenta il rischio di sviluppare patologie croniche gravi, (...). La mancanza di sonno è associata anche a patologie che interessano il cuore e il tessuto cerebrale, così come la memoria e la fertilità. Un'impossibilità di recupero adeguato impedisce inoltre alle nostre cellule di rigenerarsi e rinnovarsi, facendoci invecchiare precocemente.

Sono raccomandate 7-8 ore di sonno giornaliere. Esistono, come sempre, delle variabili soggettive, ma, mediamente, questo è il tempo necessario a garantire al nostro cervello e al nostro organismo un corretto funzionamento. Per favorire una buona qualità del sonno è consigliabile andare a dormire entro le ore 23, possibilmente a digestione ultimata (ultimo pasto non oltre le 20-20.30), non assumere caffè e riposare in una camera priva di luci e di fonti di disturbo sonore ed elettromagnetiche.

Consideriamo che dormire è un bisogno fisiologico primario, sono sufficienti poche notti insonni per esporci a un rischio elevato.

La fretta

A livello strategico, la fretta è un'acerrima nemica della nostra trasformazione. Caricarci di aspettative eccessive in relazione al tempo impiegato ci porterebbe in breve tempo ad abbandonare i nostri migliori intenti. Avere fretta, infatti, ci spinge a pianificare l'errore peggiore, quello di sottoporci a un piano di allenamento sproporzionato rispetto alla nostra condizione e, contemporaneamente, a restrizioni alimentari insostenibili, nella speranza di raggiungere prima l'obiettivo. Il risultato? Dopo uno o due mesi siamo completamente demotivati e sfiancati e abbandoniamo ogni proposito.

Il nostro sabotatore interno avrà avuto buon gioco nel dialogo interiore sussurrandoci continuamente frasi del tipo: "Non mi piace... è faticoso...". Avere fretta significa non riuscire a comprendere come uscire dal problema. Sono stati necessari anni per accumulare i chili di troppo o per diventare persone sedentarie e poco efficienti. Siamo fortunati: per ritornare sui nostri passi, modificare il nostro aspetto e migliorare la nostra salute non serviranno anni, ma alcuni mesi sì! E ciò che più conta è che il risultato non sarà un tour de force di volontà e fatica, bensì la conseguenza del nostro nuovo modo di pensare e dell'ovvio spontaneo (e progressivo) cambiamento delle nostre abitudini e del nostro stile di vita.

Se, in preda all'eccitazione dei primi risultati, aumentiamo troppo rapidamente i carichi di lavoro fisico, per esempio, otterremo l'effetto di sentire fatica e attivare il nostro sabotatore interno che ci invierà messaggi del tipo: "Non mi piace, è troppo difficile, se mi stanco troppo come farò a dedicarmi alla famiglia/al lavoro?". Per ottenere risultati duraturi, è necessario cambiare - o meglio, sostituire - le nostre abitudini lentamente, inserendole in una strategia complessiva che colleghi il cambiamento a una conquista e a un progresso, all'allontanamento di una sofferenza e al raggiungimento di un piacere, cosicché il nostro cervello più istintivo ci sostenga invece di boicottarci.

Cambiare troppe abitudini contemporaneamente

Questo è un altro errore molto comune: tentare di cambiare molte abitudini contemporaneamente ci sottopone a uno stress eccessivo. In quanto adulti, siamo animali abitudinari e, se vogliamo riuscire nel nostro intento di cambiare, è consigliabile sostituire le abitudini poco per volta, concentrando la nostra attenzione su un unico aspetto, e agire progressivamente, in modo da non essere sopraffatti dal cambiamento. Non è possibile trasformarci da sedentari in atleti in un giorno e nel contempo cambiare completamente il regime alimentare e diventare esperti di meditazione, se da vent'anni siamo abituati a uno stile di vita del tutto diverso. Possiamo iniziare con grande soddisfazione a migliorare l'acquisto dei cibi, che, come vedremo, richiede nella pratica un minimo sforzo di volontà, da concentrare soltanto nel momento di fare la spesa. Allo stesso tempo possiamo iniziare a camminare pochi minuti ogni giorno, modificando così solo marginalmente le nostre abitudini.

La prima grande vittoria è cambiare punto di vista mentale. Poi, uscire dal sedentarismo, migliorare la nostra alimentazione e iniziare qualche pratica di meditazione ci aiuteranno a portare beneficio anche a ogni altro aspetto della vita, originando un circolo virtuoso che rinforzerà la nostra soddisfazione e renderà incrollabile la nostra motivazione.

Il perfezionismo, ovvero o tutto o niente

Analizziamo ora una situazione tipica delle diete, ma anche di alcuni modi di interpretare l'allenamento fisico: molte persone, scegliendo la strategia sbagliata della costrizione ferrea no pain, no gain (nessun dolore, nessuna crescita), abbandonano ogni proposito al primo cedimento di volontà. L'errore, in questo caso, è illudersi di non cadere mai in tentazione. Proviamo ad abbassare le nostre aspettative, coscienti che siamo tutti imperfetti, e consideriamo le cadute che di certo si verificheranno non come errori, bensì come esperienze consentite, anzi necessarie.

Non permettiamoci mai di pensare che un imprevisto significhi il fallimento finale del nostro progetto! Un imprevisto, se verrà da noi previsto, ossia contemplato fra le avventure del cambiamento che stiamo per intraprendere, si trasformerà in una conferma della precisione e dell'esattezza del nostro cammino e ci permetterà di mettere meglio a fuoco i nostri obiettivi.

L'unico aspetto su cui è necessario essere inflessibili è il fumo. Cambiando progressivamente le nostre abitudini diverrà lampante che fumare non ci aiuta, e maturare l'idea di abbandonare le sigarette - connettendo questa salutare rinuncia a un miglioramento e a una conquista - aprirà la strada a un olfatto e a un gusto migliori, e a innumerevoli altri benefici. Ci interessa? Ce la possiamo fare? Proviamoci, in gioia, senza sensi di colpa se ricadiamo.

Allenamento prima del movimento

Questo nemico riguarda prevalentemente l'aspetto relativo al movimento fisico. Intraprendere dopo anni di sedentarismo assoluto un programma di allenamento equivale a fallire prima di iniziare. A questo errore sono imputabili migliaia di abbandoni precoci dei calendari di palestre, piscine e delle agende dei personal trainer. Parlare di allenamento a un sedentario equivale a chiedere a un neonato di correre. Nella prima fase di purificazione è necessario trattare del movimento: muoversi è possibile quasi per tutti, iniziando da semplici esercizi come camminare, allungare la muscolatura e imparare a respirare correttamente.

Nei centri fitness moltissimi personal trainer tendono purtroppo a far allenare chi ancora non è preparato, finendo per provocare dolore e senso di inadeguatezza nel novizio, con conseguente accostamento mentale programma di allenamento = sofferenza, che ci induce a pensare a un ennesimo dovere da assolvere, sottostando a ulteriori regole e giudizi, valutazioni, che aggravano il carico già pesante a cui ci sottopongono la scuola, il lavoro, la famiglia, la burocrazia... e l'incarnazione attuale.

Questo testo è estratto dal libro "Ventuno Giorni per Rinascere".

Data di Pubblicazione: 8 marzo 2018

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