SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 8 min

Abete e Pino: alla scoperta delle proprietà terapeutiche

Il Mio Erbario - Anteprima del libro di Maurice Mességué

L'Abete e il Pino

«Abete, mio bel re dei boschi, come amo il tuo verde...». Questa vecchia canzone popolare mi riempie di gioia perché mi ricorda le feste di Natale della mia infanzia: gli alberi coperti di neve, la Messa di mezzanotte, il tintinnio dei campanelli e qualche modesto regalo. A casa mia i regali non abbondavano perché la mia famiglia non viveva certo nell'abbondanza, ma quello che ci si scambiava era offerto col cuore. Vi capita di soffermarvi ogni tanto sul ricordo di quei lontani Natali, quando il colmo della gioia era costituito dal ricevere una modesta bambola o un costume da indiani? Se siete capaci di rivivere quelle semplici felicità, vuol dire che siete riusciti a conservare un legame con la vostra infanzia e questo non potrà che facilitare un'intima comunione con la natura e le sue piante come quella che io sono riuscito a conservare.

Io vedo l'abete come simbolo dell'unione perenne fra uomini e piante; alla pazzia del mondo moderno contrappone antica saggezza (non ci fa forse pensare a un filosofo benevolo e barbuto?), serena e sicura forza, calma e grande generosità. Ci riscalda e ci protegge: d'estate ci offre l'ombra dei suoi rami e gli stessi rami ci proteggono durante i rigori dell'inverno, ma soprattutto non dimentichiamo che ci guarisce; la resina, le gemme, il catrame vegetale, l'essenza che ricaviamo dall'abete e dal pino hanno innumerevoli virtù curative. Alcune di queste virtù sono state sfruttate da tempi immemorabili, mentre oggi tutte quante hanno avuto il giusto riconoscimento della fitoterapia.

I nostri boschi preda dell'ingordigia dei mercanti di legname, non sono, ahimè, più quelli di un tempo: in pochi decenni sono stati ridotti a pallidi simulacri di quello che furono: eppure, queste grosse conifere che dominavano l'era secondaria del nostro pianeta quali maestosi testimoni di ere preistoriche, sopravvivono ancora. È superfluo elencare tutte le specie e sottospecie di questa famiglia; mi limito a ricordarvi il pino silvestre, il pino di Scozia, il pino marittimo, il pino a ombrello, il larice e il peccio che hanno virtù molto simili. Voglio precisare, però, che se tutte queste specie e varietà sono benefiche, il pino silvestre e l'abete bianco sono i più ricchi di principi attivi. Raccomando particolarmente la resina di questi alberi, le gemme del pino silvestre e l'essenza di trementina.

La resina

Un sommo fitoterapeuta proclamava che la resina è il sangue delle conifere e che in determinate circostanze può trasformarsi in sangue umano. Aveva perfettamente ragione. Le "perle" di resina, che trasudano dalle incisioni nella scorza delle conifere, non soltanto stimolano tutte le secrezioni e attivano le ghiandole endocrine (le "regolatrici del nostro organismo") ma favoriscono il buon funzionamento di tutti i nostri organi. Un grande medico tedesco dell'Ottocento, lo Zimmermann, raccomandava per la cura della tubercolosi esclusivamente preparati a base di resina: secondo me forse esagerava, ma non tanto quanto potremmo pensare a prima vista. Obiettivamente, la resina dà ottimi risultati nella cura delle bronchiti, croniche o acute, delle polmoniti e delle pleuriti. D'accordo che al giorno d'oggi disponiamo di armi come gli antibiotici per combattere questi malanni, però sostengo che questo non ci deve impedire di ricorrere ai vecchi metodi di cura, come ausilio alle nuove terapie e per limitarne i dannosi effetti collaterali. La resina è attiva nella cura di una infinità di altri disturbi. Darà ottimi risultati nelle disfunzioni e malattie del sistema genito-urinario, cistiti, calcoli della vescica, blenorragia e leucorrea. È anche indicata contro le coliche di fegato.

Mio padre aveva una predilezione particolare per la resina quando si trovava a dover lenire dolorosi attacchi di sciatica e di reumatismi. Pasticche, pillole e pomate a base di resina agiscono contro tutti i vermi parassiti. Non abbiate la minima esitazione a ricorrere a questi rimedi per combattere emorragie e flussi abnormi di sangue, particolarmente durante le mestruazioni. La resina di abete e di pino è anche un eccellente antidoto contro le Intossicazioni da fosforo e ve la raccomando vivamente se avete la sventura di abitare nei pressi di stabilimenti che producono fosforo. Tutte queste virtù della resina, però, non ci autorizzano ad abusarne a scanso di rischiare sgradevoli disturbi come vertigini, capogiri, nausee ecc.

Le gemme

Le gemme dell'abete e del pino, soprattutto quelle del pino (per essere più esatti, del pino silvestre), non presentano rischi e sono quasi altrettanto attive nella cura degli stessi malanni. Vi farete ricorso per alleviare le malattie del sistema genito-urinario (infiammazioni dei reni, cistiti, blenorragia ecc.), tosse, pertosse, influenza, disturbi polmonari e asma. Le gemme sono indicatissime nella cura dello scorbuto. Sono sudorifere e calmano gli spasmi dell'intestino e dello stomaco. Una energica frizione, una lozione o un buon bagno a base di gemme di pino, guariscono l'acne e altre malattie della pelle, ridanno energia ai soggetti nevrastenici, apatici e sostengono un cuore indebolito. Hanno anche la virtù di rimettere in sesto un fegato messo a dura prova da stravizi. I bagni di vapore, tipo sauna, a base di gemme fanno mirabilia per gli anemici e i bambini rachitici. Anche questo metodo di cura è avallato dalle massime autorità della medicina ufficiale. Noterete che questa cura a base di vapore dà alle urine un caratteristico odore di violetta; prova della forte attività esercitata sull'organismo dalla resina. Tante e tali sono le virtù delle mie dilette piante!

L'essenza di trementina

L'essenza di trementina, ricavata per distillazione dalla resina purificata e disidratata, si presta a molteplici usi in fitoterapia e gran parte della sua produzione è assorbita dall'industria farmaceutica. Le sue virtù sono conosciute da secoli. Basti pensare che nel Medioevo era già nelle teche degli speziali sotto il nome di aqua ardens; oggi la si chiama popolarmente acqua ragia naturale. Non c'è ragione per non prenderla in seria considerazione come validissimo mezzo di cura, per uso esterno e solamente per uso esterno. L'essenza di trementina è un forte revulsivo e rubefacente (allontana il sangue dalle parti sofferenti procurando sollievo e contemporaneamente favorisce il flusso del sangue verso di esse per accelerarne la guarigione grazie al benefico intervento dei globuli bianchi). Guarisce non solamente ulcerazioni e scottature, ma lenisce anche le nevralgie. La raccomando particolarmente alle vittime di reumatismi, sciatica e lombaggine. Un cataplasma, imbevuto di essenza di trementina, dà risultati meravigliosi nella cura di bronchiti, mal di gola, pertosse e polmoniti. Le conifere ci offrono tali e tante proprietà curative da risultare, ai miei occhi, delle piante quasi magiche.

Che alberi generosi! E come sono ingrati gli uomini a ripagare tanta generosità distruggendo i nostri bei boschi per squallida avidità di denaro! Anche il grande Ronsard, rivolgendosi al boscaiolo, lo esortava a fermare il  braccio distruttore. Dobbiamo smetterla di saccheggiare la natura... Ne avremo la forza o il coraggio? Che non sia già troppo tardi?

Raccolta

È preferibile raccogliere le gemme del pino silvestre (eventualmente di altre varietà di pino, e di abete) in primavera, quando sono tenere e appiccicose di resina fresca. Conservatele il più a lungo possibile al riparo dall'umidità.

È sempre a primavera che la resina è più ricca di principi attivi. Incidete il tronco per raccoglierla a gocce, usando il metodo dei resinatori delle Lande. L'essenza di trementina è facilmente reperibile nelle buone erboristerie: è essenziale che sia assolutamente priva di additivi chimici e pura. Raccogliete anche, se volete, le foglie giovani (aghi) d'annata, che potrete adoperare invece delle gemme anche se sono meno ricche di principi attivi. La passeggiata in pineta vi darà il beneficio supplementare di una buona ossigenazione che non potrà che giovarvi e rendere più efficace la cura.

Preparazione e impiego

  • PALLINE di resina: ingerite ogni giorno l'equivalente di 1 goccia di resina pura, per 7 giorni consecutivi (cura di primavera e cura delle malattie respiratorie).
  • PILLOLE di resina (come rimedio contro le malattie del sistema geni-to-urinario): unite 3 cucchiai di resina a 6 cucchiai di liquirizia in polvere, impastate bene e ingeritene l'equivalente di un chicco di caffè al giorno.
  • POMATA di resina (per uso esterno): 4 parti di olio di mandorle dolci mescolate a 4 parti di resina; scaldate lievemente a bagno-maria e aggiungete 1 parte di cera d'api.
  • INFUSO di gemme: 1 piccola manciata di gemme in 11 d'acqua. Ingerirne da 2 a 3 tazze al giorno.
  • DECOTTO di gemme (per uso esterno): un'abbondante manciata di gemme per litro d'acqua da usarsi per lozioni, impacchi ecc.
  • BAGNI ALLE MANI E PEDILUVI di gemme: stessa ricetta come per l'infuso.
  • BAGNI DI VAPORE di gemme: far bollire per diverse ore un grosso bacile di acqua e gemrhe in un piccolo locale ben chiuso (tipo sauna).
  • FRIZIONI di essenza di trementina: fatele con l'essenza pura, oppure diluita con olio canforato.

Questo testo è estratto dal libro "Il Mio Erbario"

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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