ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 9 min

Alla ricerca dell'Intestino Felice

Le Ricette di Ascolta la Tua Pancia - Gabriele Prinzi - Livia Emma - Libro

Prova le formidabili ricette per rendere il tuo intestino felice, leggendo l'anteprima del nuovo libro della Dottoressa Livia Emma e del Dottor Gabriele Prinzi.

Alla ricerca dell'Intestino Felice

Dal punto di vista di lei...

Cara lettrice, caro lettore,

anche per questo libro una premessa è doverosa. A differenza di "Ascolta la tua pancia", il primo libro scritto da me e dal Dott. Gabriele Prinzi, dove abbiamo fatto un’introduzione decisamente personale, in questo ti vorrei spiegare cosa ci spinge a proseguire nella continua divulgazione di informazioni e di post sempre corredati della letteratura scientifica.

Ma per rendere più leggera la lettura, e per mantenere l’interesse, ho pensato di partire da un libro di ricette, per arrivare a spiegare perché il cibo, l'alimentazione, può farci ammalare oppure farci guarire.

Partendo dal “Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei” di Jean Anthelme Brillat-Savarin per arrivare al “Siamo ciò che mangiamo” di Ludwig Feuerbach, spiegheremo meglio perché l’alimentazione verso cui stiamo andando può essere davvero dannosa.

In questo libro sono partita inserendo una serie di ricette diverse dal solito, che vogliono essere non solo una coccola, ma anche uno strumento per chi vuole avere un’alternativa naturale e sana, per chi ha un intestino “sofferente”, ma anche per chi vuole mangiare in maniera gustosa, diversa e senza complicazioni.

Ho iniziato a interessarmi all’utilizzo degli alimenti a scopo terapeutico già diversi anni fa, quando ho conosciuto il Metodo Apollo, un approccio alimentare e integrativo per la psoriasi e tutte le patologie dermatologiche (www.psoriasimetodoapollo.cor).

Mi sono innamorata di come gli alimenti possano essere causa di malattia o cura della stessa, e di come alcuni nutrienti come il magnesio, gli omega 3, la vitamina D e C, IN-Acetilcisteina, il glutatione e molti altri ancora, se utilizzati quasi a dosi “farmacologiche”, abbiano degli effetti meravigliosi sul nostro organismo, in particolare sul sistema immunitario.

 

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Da allora ho iniziato a cercare fonti bibliografiche, articoli scientifici e libri che mi aiutassero a capire i meccanismi molecolari e biochimici, avendo la necessità di comprendere per poter poi spiegare ai miei pazienti perché è necessario cambiare le proprie abitudini.

Se già hai avuto modo di leggere il nostro libro precedente oppure i nostri post, o se hai guardato le nostre dirette, saprai già quali sono le situazioni, a partire dalla nascita e lungo tutto il percorso di crescita, e quali le sostanze presenti negli alimenti che possono concorrere nel provocare grossi problemi a livello intestinale.

Inizialmente compaiono dando qualche occasionale avvisaglia, ma poi, all’improvviso, come la classica goccia che fa traboccare il vaso, sfociano in sintomi costanti che si manifestano prima, durante o dopo i pasti e che contribuiscono a rendere la vita personale e sociale davvero complessa.

Tutte le ricette che leggerai in questo libro sono senza glutine, senza lattosio e caseina, senza legumi e solanacee. Ognuna è corredata di una nota che spiega come poterla adattare per ridurre il nichel e i FODMAP, altre sostanze coinvolte nella sintomatologia.

Le motivazioni le troverai spiegate nel dettaglio sia nel gruppo Facebook "Le ricette per un intestino felice", sia nei nostri post e nel libro "Ascolta la tua pancia".

Attenzione: gli unici cereali utilizzati sono il riso e il teff, poiché sono quelli che danno meno immunogenicità, e l’unico formaggio utilizzato è il Parmigiano Reggiano, che dai 36 mesi in poi non contiene alcuna traccia di lattosio e caseina.

Come sempre, mi sono dilungata troppo e lascio spazio al mio “doc” preferito, che vi porterà nel suo mondo, spiegandovi con parole sue la verità che nessuno di voi vorrebbe sentirsi dire.

Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona.

Denis Waitley

 

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Dal punto di vista di lui...

“Dottore, ma il cibo c'entra qualcosa con la mia patologia?”.

Cara lettrice, caro lettore, inizio a scrivere questa mia parte della premessa citando una delle domande più frequenti (se non quella in assoluto più sollecitata) che ricevo nello svolgimento della mia professione.

A tutti ho risposto affermativamente.

Il cibo è sia strumento di guarigione sia causa di malattie.

La mia affermazione è tutt’altro che originale, giacché Ippocrate — considerato il padre della Medicina (con la M maiuscola) moderna — nel suo "Corpus Hippocraticum" fa tre considerazioni che ogni Medico (con la M maiuscola) dovrebbe sempre tenere a mente:

  • “L'uomo è ciò che mangia”;
  • “Chi non conosce il cibo non può capire le malattie dell'uomo”;
  • “Fai che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo”.

Il nostro corpo possiede la capacità di auto-ripararsi (la vis medicatrix naturae di cui parlava il padre della Medicina), funzione fondamentale per la nostra sopravvivenza e senza la quale non sarebbe possibile eseguire interventi chirurgici. Persino le ossa, il tessuto umano più duro e resistente che si conosca, sono capaci di ripararsi. Lentamente, magari, ma ne sono capaci.

A patto che il corpo venga messo nelle condizioni di farlo.

Quali condizioni, ti stai chiedendo?

Te lo spiego con una semplice metafora: immagina che stai ristrutturando una casa o stai facendo delle opere di consolidamento di un edificio. La qualità dei materiali edili utilizzati (oltre che la perizia degli operai che eseguono le opere di muratura e/o di consolidamento) è essenziale affinché quelle opere durino nel tempo.

 

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Ma come sarebbe se, al posto del miglior cemento armato o delle migliori vernici, tu impiegassi materiali scadenti? Sei davvero sicuro che quelle opere resisteranno alle intemperie, al tempo che scorre? O non dovrai, successivamente, magari a breve distanza, eseguire nuovamente i lavori che hai già fatto?

Sei comunque tu a doverli pagare.

Allo stesso modo, la nostra capacità di auto-ripararci dipende dalla qualità dei “materiali” che diamo — letteralmente! — in pasto al nostro sistema digerente: proteine, lipidi, sali minerali (e, solo per ultimo, amidi e carboidrati) sono i costituenti base delle nostre cellule. E il microbiota (la totalità degli “esserini” che ci popolano) sono gli operai dalla cui perizia dipende la qualità della digestione e la capacità di produrre quelle sostanze vitali (l’acido butirrico per esempio, e alcune vitamine), senza le quali ci troveremmo “invasi dalla cacca”.

Perché se “loro” fanno un lavoro di pessima qualità, sei comunque tu a pagarla...

Alla domanda: “Dottore, ma il cibo c'entra qualcosa con la mia patologia?”, troppo spesso le persone che hanno problemi di salute (anche gravi) e accedono ai servizi sanitari o agli ospedali, o giungono alle attenzioni di “certi” specialisti (con la s minuscola), si sentono rispondere: “No, il cibo non c'entra nulla. Mangi un po’ di tutto, evitando i fritti”.

Questa risposta — magari figlia della mancanza di protocolli ministeriali o protocolli delle associazioni di specialisti o protocolli dei “comitati etici” degli ospedali — nel 2022 non è più accettabile.

Tutti sanno, per esempio, che i tumori sono alimentati dallo zucchero (o dalle farine raffinate), eppure cosa mangiano i nostri ammalati, i nostri amici, i nostri parenti nei reparti di oncologia?

La fetta-biscottata-con-il-velo-di-marmellata (zucchero), il latte scremato (senza grassi, per cui stimola maggiormente l’insulina, e stendiamo un “velo omertoso” sul fattore di crescita simile all’insulina), la pastina e il pane bianco (altro zucchero).

Come tutti sanno, grazie agli allarmi dell’OMS e dei cardiologi americani, è lo zucchero che causa il diabete e causa l’ipercolesterolemia. E tutti sanno che è il glutine la causa numero uno della permeabilità intestinale (condizione in cui “elementi” che dovrebbero rimanere nella cacca invadono il nostro corpo).

 

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Ma quanti sanno che l’OMS consiglia di mangiare grassi e frutta secca? Quanti sanno che i latticini di vacca (come anche i legumi e le solanacee) sono irritanti per l'intestino e sono concausa di permeabilità intestinale?

E che esistono relazioni scientifiche (omertosamente dimenticate?) che ce lo ricordano dagli anni ’60?

Come leggerai in questo libro, ritengo ingiustificabile dimenticare la lezione del padre della Medicina e sottovalutare la lezione della letteratura internazionale più recente (ma anche quella di 50 anni fa), la quale conferma come le società che basano la loro alimentazione sul cibo ultraraffinato vedano un preoccupante aumento di malattie un tempo rare (rettocolite ulcerosa, Crohn, diabesità e malattie gastrointestinali funzionali, giusto per citarne alcune).

Fino a diventare ordinarie.

L’unica certezza che ricevi dai “protocolli” uguali per tutti è che la terapia si basa esclusivamente sull’antinfiammatorio (in pillole, in supposte, in schiuma rettale) e sul cortisone; esiste anche l'opzione del farmaco biologico, ma, quando niente di questo funziona, c’è la necessità di resecare un pezzo d’intestino. A volte un pezzo lungo.

Ma a chi interessa fare prevenzione?

A chi interessa che sempre meno pazienti siano dipendenti da un farmaco? A chi interessa insegnare come, cambiando l’alimentazione, eviti l’intervento, il biologico, il cortisone o l’antinfiammatorio?

“Mangi un po’ di tutto evitando i fritti”, quando la prescrizione della fetta-biscottata-con-il-velo-di-marmellata e il latte scremato appartengono piuttosto a quella “medicina (m minuscola) preistorica” che è stata abbondantemente rivoluzionata da migliaia di lavori scientifici.

Cara lettrice, caro lettore, questo libro di ricette — che riteniamo sia uno dei migliori scritti in Italia negli ultimi anni — è indirizzato a te: smonta i falsi miti, ti fornisce una mappa alimentare aggiornata per proteggerti rispetto a informazioni tutt'altro che attuali e per permetterti, se ti aggrada e se questo è il tuo desiderio, di essere responsabile della tua salute.

Perché la tua salute vale!

 

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Data di Pubblicazione: 24 maggio 2022

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