SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 9 min

4 Lezioni di Successo di Amando Ortega, fondatore di Zara, per la tua Crescita Personale

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Anteprima del libro "Imparando dai Migliori" di Francisco Alcaide Hernández

Amando Ortega

Amando Ortega (1936) è un imprenditore e il fondatore di Zara e Inditex, principale gruppo tessile del mondo. Secondo «Forbes» detiene la terza maggior fortuna del mondo, dopo Carlos Slim e Bill Gates. La sua biografia e la storia del suo impero finanziario è raccontata nel libro Asies Amando Ortega: el hombre que creò Zara, così come in Zara: vision y estrategia de Amando Ortega e Amando Ortega, de cero a Zara. Nel 2009 il Ministero d'affari esteri e cooperazione spagnolo gli ha conferito la croce d'onore al merito civile.

1) Non vale la pena essere un imprenditore solo per diventare ricchi

Quando il denaro diventa solamente un fine e non un mezzo, è facile che un'impresa, prima o poi, perda i colpi e fallisca. E perché? Perché nessuna biografia, né dal punto di vista personale, né professionale, né imprenditoriale, è una linea retta. In ogni attività finiscono per presentarsi difficoltà, problemi, avversità, inconvenienti e crisi. In quei momenti, quando intorno tutto vacilla, sorgono molti dubbi, e se non si hanno convinzioni forti e profonde, qualcosa per cui valga la pena combattere, un senso che ci tenga a galla, è facile mollare. Al momento di avviare un attività è importante che ci sia una forte sintonia tra ciò che si sente e ciò si fa, ossia che si sviluppi qualcosa in cui ci si sente pienamente identificati. Le attività devono sempre avere dei benefici, come questi devono sempre avere un obiettivo.

Il mio successo è anche di tutti quelli che «Elaborano e hanno collaborato con me. Un essere umano non può essere così intelligente, così potente o così prepotente da riuscire a compiere un'impresa di questo calibro.

Non esiste un leader senza un team; anzi, il leader va avanti perché esiste il suo team. Ortega precisa: «Sono molti ad aver dato la vita per l'azienda. Sono molti ad aver reso possibile questo gioiello dall'inizio alla fine». Dietro qualsiasi traguardo importante c'è un team; è impossibile altrimenti. I successi sono sempre collettivi. Nessun uomo ha realizzato qualcosa di grandioso nella vita da solo. E cosa cerca Amancio Ortega nel suo team? Lui stesso lo specifica: «La prima caratteristica che richiedo a una persona, da cui poi derivano le altre, è grande dedizione verso ciò che farà. Questa persona crede in ciò che dice quando mostra il suo impegno a lavorare con noi? Ho sempre cercato persone che si integrino bene nell'azienda, che comprendano bene i nostri valori». Senza l'impegno, senza l'orgoglio di appartenere alla causa, non c'è eccellenza.

Se si cerca di fare qualcosa di importante, l'autocompiacimento è quanto di peggio possa subentrare.

E questo si chiama non abbassare mai la guardia, mantenersi sempre allerta e concentrati, non attenuare l'interesse. Tutti sappiamo che quando ci rilassiamo un po' più del normale, le cose precipitano. È necessaria una certa tensione per arrivare in cima, e poi continuare così, senza uscire ài pista, per rimanere in alto. Lo stesso Ortega spiega: «In questa compagnia non ci siamo mai fidati; né negli anni in cui facevamo i primi passi, né adesso che abbiamo negozi in tutto il mondo. Bisogna mantenere sempre la voglia di avanzare e una costante capacità critica. Ho sempre pensato che se volevamo vincere dovevamo stravolgere l'organizzazione ogni giorno». L'autocompiacimento è uno dei rischi più grandi per qualsiasi attività.

2) Voler bene alle persone con cui si lavora

Voler bene alle persone che lavorano con noi è un dovere.

Essere esigenti e avere tatto, la disciplina e l'affetto, la rettitudine e la cortesia non sono incompatibili. Una «leadership empatica» è possibile. Amancio Ortega spiegava ai suoi quadri dirigenti la filosofia da seguire per gestire le persone: «Dovete vivere vicino a ognuno di loro, a ciò che hanno nelle loro case, nelle loro famiglie, non solo al lavoro. Io voglio un'azienda con un'anima, formata da persone con un'anima. Il vero successo di quest'impresa, insisto su questo, sono le persone che ne fanno parte». Il direttore generale di Inditex conferma l'esistenza di una coerenza tra parole e fatti: «È impressionante come riesca a stabilire buone relazioni con le persone che gli vogliono bene per ciò che ha fatto. Riesce a essere straordinariamente severo ed esigente ma anche molto rispettoso verso ogni persona».

3) La bontà è la mia dote migliore

Il filosofo José Antonio Marina diceva una volta che «la bontà è il tratto che rivela meglio l'intelligenza di una persona». Affermazione convincente, non è vero? Perché a volte sembra che essere buoni significhi essere fiacchi e deboli. In un mondo ipercompetitivo, parlare di bontà sembra sdolcinato e banale. Le due cose non hanno niente a che vedere Luna con l'altra. Bontà è pensare al bene comune perché si è convinti che il bene comune non sia altro che il proprio bene. Amancio Ortega precisa: «Ho avuto come modello la bontà di mia madre e di mio nonno Antonio. Mia madre era eccezionale. Tutti le volevano straordinariamente bene! A me, che ero il più piccolo, non solo voleva bene, mi considerava speciale. Grazie a lei non ho un solo ricordo brutto della mia infanzia. Mi rendeva felice. La madre è il fulcro di una famiglia. Quando ti viene a mancare, per quanto tu possa essere adulto, qualcosa si spezza. In questi momenti di grandissimo successo professionale è la persona che più mi manca, perché una madre sa conferire un valore più grande e vero a ciò che si fa. Una mamma non dovrebbe mai morire!». Avere dei modelli di riferimento a cui guardare è fondamentale per la crescita professionale e personale.

Ognuno di noi nasce con uno scopo.

Anche tu sei importante, benché in alcune occasioni non ti apprezzi abbastanza. La vita si aspetta sempre qualcosa da noi, un nostro apporto particolare per fare di questo mondo un luogo migliore. E ognuno deve lavorare per scoprire quale sia. Non sempre si tratta di grandi gesta, spesso sono semplici azioni quotidiane, che apportano un gran valore al nostro ambiente circostante e che generano una serie di conseguenze che non siamo capaci di apprezzare in tutta la loro grandezza. Amancio Ortega spiega: «Sono assolutamente convinto che tutti veniamo al mondo per portare a termine una missione. Nessuno è qui per caso. Quando mi guardo indietro e penso a tutto ciò che è successo in questi anni, mi pare un sogno impossibile. Il motivo per essere importanti è in tutto ciò che è accaduto».

4) La semplicità è la risorsa degli intelligenti

La semplicità è il patrimonio dei saggi, la risorsa di coloro che sanno ergersi e apprezzare le cose importanti della vita, al di là delle chiacchiere. Spesso il problema è che non consideriamo abbastanza ciò che abbiamo sotto mano, perché è normale, e quindi ci perdiamo molti momenti felici. Amancio Ortega, benché detenga il maggiore patrimonio spagnolo, ne è ben cosciente: «Io godo delle cose più piccole. Sono felice nonostante i mille inconvenienti di ogni giorno. Vado in palestra ogni mattina, mi piace chiacchierare, ascoltare la gente, conoscere persone nuove, passeggiare e, ovviamente, lavorare, che è la cosa che più mi appassiona». Per essere felici non serve essere stravaganti.

Tutto ciò che ci circonda può farci concorrenza. Non bisogna sottovalutare nessuno, perché anche imprese molto importanti sono crollate.

Se la concorrenza fosse così terribile come alcuni pensano, semplicemente non esisterebbe. Altri credono di non avere concorrenti, dimostrandosi ingenui perché, nonostante le differenze dirette o indirette, ci sono sempre imprese che offrono prodotti o servizi simili. Oggigiorno persino un freelance che lavora da casa può fare concorrenza. E, poi, le cose cambiano, i mercati cambiano, i consumatori cambiano, tutto, insomma, cambia, e chi non sa gestire il cambiamento finisce per estinguersi. La storia è piena zeppa di esempi di grandi compagnie, molto ammirate a suo tempo che ora non esistono più. Ignorare o disprezzare gli altri sono due degli errori più grandi che si possano commettere. E spesso si commettono.

Fin da quando non ero nessuno e non possedevo quasi niente, sognavo di crescere. La crescita è un meccanismo di sopravvivenza; senza crescita la compagnia muore. Anche oggi, alla mia età penso la stessa cosa: non si può smettere di crescere.

Un'impresa, come qualsiasi persona, è fatta per crescere, migliorare, evolvere. Quando si perde questo spirito, l'impresa comincia a languire, ad arretrare fino ad arenarsi o adeguarsi. In questa vita chi non avanza resta indietro. Non c'è via di mezzo. Non si può rimanere nella stessa situazione. La concorrenza migliora e guadagna terreno ogni giorno, e spuntano nuove iniziative. Tutto questo rappresenta una minaccia per la propria quota di mercato. Senza una filosofia di crescita - che sia del prodotto, del mercato o di qualsiasi altra cosa - è molto difficile che un'impresa possa sopravvivere.

Da quando ho cominciato, mi sono dedicato totalmente al lavoro e ho preteso sempre il massimo.

E ha aggiunto: «Non ero mai contento di ciò che facevo e ho sempre cercato di inculcare quest'idea a coloro che mi circondano». È la filosofia kaizen: miglioramento continuo. Mettere tutta la carne al fuoco. Dare anima e corpo per un progetto. Le parole di Ortega aiutano a comprendere meglio il successo di Zara e Inditex. È ovvio: grandi sforzi, grandi ricompense. Dietro qualsiasi successo rilevante ci sono molta forza e spirito di sacrificio, benché agli occhi degli altri le cose spesso sembrino solo una questione di fortuna o qualcosa di simile.

Questo testo è estratto dal libro "Imparando dai Migliori".

Data di Pubblicazione: 2 febbraio 2018

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