Con la tecnica della mano vuota.
Percorrere altre vie
Con la mia cagnetta Sunny ho frequentato una scuola cinofilo classica, ma ben presto ho avuto la sensazione che ci mancasse qualcosa. Volevo che fosse differente, volevo percorrere altre vie, più gentili e più adeguate al cane e considerare l’animale nella sua totalità.
Rafforzare il legame: poche le attività mirate
Nella scuola cinofila frequentata da me e Sunny più di 15 anni or sono mi era mancata un’effettiva attività mirata a rafforzare il legame, un’attività che portasse a una convivenza armoniosa nella vita quotidiana. Certo, ogni tanto si faceva un giro in città, sul posto c’erano finanche dozzine di altri cani. Eppure, dov’erano le padroncine e i padroncini? Non si prestava veramente attenzione alla relazione tra il proprietario e il cane. Si continuava a ricorrere a metodi coercitivi, come i clicker*, le pistole ad acqua o le catene da addestramento. A parte
I comandi di base (quali “qui”, “siedi”, “terra”, “resta”) e la corsa davanti agli archi, non c’era una grande varietà.
Allora ho iniziato a casa a ideare piccoli trucchi e a cercare su internet le allora scarsissime informazioni sul dog dancing e sull’attività con espedienti. All’inizio mi deridevano e mi prendevano in giro («E questa sarebbe educazione?») ma in seguito sempre più proprietari di cani hanno cominciato a riconoscere che nella relazione tra me e Sunny c’era qualcosa di particolare.
Il lavoro è gioco, il gioco è lavoro
I cani non fanno distinzione tra il lavoro e il gioco. Per il cane il lavoro è gioco e il gioco è lavoro. Il cane da soccorso gioca a cercare, il cane da caccia gioca a riportare, il cane che pratica la dog dance gioca a esercitarsi fisicamente con il suo proprietario ecc.
Da una combinazione di elementi educativi classici, dog dancing, attività con trucchi ed educazione con il tocco del palmo della mano, è derivato un metodo grazie al quale il cane sviluppa in maniera ludica e quasi autonoma un legame con il proprietario, che è molto divertente per entrambi.
Con me i cani devono imparare ad avere come riferimento la mano vuota del proprietario e a chiedere attraverso il contatto visivo quale sia il compito successivo da svolgere; non possono decidere autonomamente, ad esempio, di abbaiare contro altri cani o altre persone gettando-visi addosso. I miei cani, ad esempio, devono saper camminare con il guinzaglio lento: finché si tratta di un cane di piccola taglia si riesce ancora a trattenerlo bene quando inizia a tirare, ma tirare il guinzaglio con un cane che pesa 30 chili può diventare pericoloso. Soprattutto, però, il cane deve imparare a considerare autonomamente il proprietario come punto di riferimento, senza che quest’ultimo sia costretto sempre a urlare. Il modo migliore perché ciò funzioni è semplicemente fare in modo che cane e proprietario si divertano durante il processo educativo. Ne sono convinta: se funziona la relazione, funziona anche l’educazione.
Il tocco del palmo della mano. Condurre senza attirare con un premio
In alcuni ambiti dello sport cinofilo gli strumenti hanno un senso, possono davvero essere un arricchimento. Nelle attività educative, però, il cane deve costruire un legame e una relazione con il proprietario e non con uno di questi strumenti, che al giorno d’oggi sono impiegati ovunque. I cani comunicano tra 4 di loro senza aiuti vari, senza ricevere un premio. La comunicazione e l’educazione avvengono unicamente tramite sguardi o contatto. Durante tutti gli anni in cui ho avuto cani, non ho mai osservato una cagnetta utilizzare alcunché nell’educazione dei suoi cuccioli e neppure gettare loro clicker o zolle di terra se questi si comportano male. Quando osservo i miei cani interagire, noto spesso che si danno spintarelle con il naso: al collo, alle orecchie o alle fauci. La testa, il muso, in particolare le fauci, sono tra i mezzi di comunicazione più importanti tra i canidi ed è così che i cani riescono a esprimere quasi tutte le emozioni importanti, tra di essi e anche nei confronti degli esseri umani: arricciano il naso come avvertimento, mostrano i denti come minaccia o danno spintarelle in segno di affetto. Inoltre, grazie alla mimica, sono possibili interazioni come segno di amicizia o per manifestare un legame. Utilizzo quest’atteggiamento comunicativo innato nelle attività educative, perché in questo modo il cane comprende davvero ciò che sta facendo ed è anche in grado di impiegare correttamente ciò che ha appreso. Negli ultimi anni ho applicato nel mio lavoro ciò che ormai da tempo è consuetudine nello sport cinofilo, e nell’educazione con il tocco del palmo della mano vengono utilizzati proprio gli atteggiamenti innati in ogni cane.
Educare senza parole, dunque, non rappresenta niente di nuovo, piuttosto applico semplicemente i mezzi di conduzione tipici dello sport cinofilo nelle attività educative quotidiane.
Liane Rauch
Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017