SAGGI E RACCONTI

La Tua Strada è già Tracciata? - Anteprima del libro di David R. Hamilton

Scopri se la tua mente è dotata di libero arbitrio o se è intrappolata dalla forza del destino

Scritto negli astri

‘‘Non credo nell’astrologia. Sono un Sagittario, e noi Sagittari siamo scettici”.
Arthur C. Clarke

Quindi, sappiamo che i cicli della Terra, del Sole e della Luna agiscono come una forza del destino sulla nostra biologia. Abbiamo visto quali sono gli effetti della luce solare, che vibra per ciascuno di noi con la rotazione della Terra nello spazio, ma il Sole ci influenza anche in modi più sottili e tuttavia importanti.

Gli effetti del Sole

Il Sole è un enorme globo di gas infuocato. Ha una temperatura talmente elevata che ci riscalda nonostante ci separino 150 milioni di chilometri. Ci fornisce calore e luce - questo lo sappiamo - ma su di esso avvengono anche altre cose che ci riguardano.

L’attività solare aumenta e diminuisce secondo un ciclo di circa 11 anni, noto come ciclo solare o delle macchie solari. Nei periodi di picco vi sono un maggior numero di macchie ed emissioni più frequenti di energia, note come espulsioni di massa coronale (EMC), in cui il Sole emette miliardi di tonnellate di particelle cariche.

Il ciclo solare 24 ha raggiunto il picco nei primi mesi del 2013, mentre quello 25 lo toccherà nel 2023/2024. Cosa significa questo per noi?

Quando le particelle sprigionate da un’espulsione di massa coronale arrivano fino a noi, vediamo le luci del nord (aurora boreale). Esse interagiscono e vengono respinte dal nostro campo magnetico planetario (campo geomagnetico), diffondendosi nel cielo come pioggia che rimbalza su un tetto di latta.

Un altro termine per indicare le luci del nord è “tempesta geomagnetica”. Si tratta di un fenomeno molto simile a una tempesta atmosferica, con la differenza che è il campo geomagnetico a essere turbolento. Le tempeste geomagnetiche sono un’importante componente del cosiddetto “tempo spaziale”. Possono essere piuttosto violente, al punto da mettere fuori uso satelliti e apparecchiature elettroniche sensibili.

Il 13 marzo 1989, per esempio (verso il picco del ciclo solare 22), una di esse investì il sistema elettrico dell’Hydro Quebec, in Canada, lasciando sei milioni di persone al buio per nove ore. Le luci del nord furono viste perfino dal Texas, il che denota l’intensità del fenomeno, dal momento che di solito lo spettacolo è visibile solo da regioni molto settentrionali o meridionali.

Il 14 luglio 2000 (intorno al picco del ciclo solare 23), un’espulsione di massa coronale causò quello che è noto come evento della Presa della Bastiglia. Fortunatamente per noi, non provocò danni. Ma tra il 29 ottobre e il 2 novembre 2003 (sempre durante il ciclo 23), nella cosiddetta “tempesta di Halloween”, vi fix una serie di 17 grandi brillamenti solari talmente intensi da danneggiare gravemente il satellite giapponese ADEOS-2 e causare problemi operativi in molti altri satelliti.

La più violenta tempesta geomagnetica mai registrata durò dal 28 agosto al 2 settembre 1859, generando una “supertem-pesta” nota come “evento di Carrington”. La sua intensità fu tale che molti telegrafisti nell’emisfero settentrionale ricevettero scosse elettriche. Le luci del nord furono viste dalle Hawaii, dal Messico, da Cuba e perfino dall’Italia.

Se un evento di Carrington si verificasse oggi, metterebbe fuori uso le reti elettriche e le radiocomunicazioni di tutto il mondo, disturberebbe internet, i sistemi GPS e quelli di navigazione aerea, e causerebbe danni per milioni di dollari ai satelliti. Molto recentemente, un’espulsione di massa coronale da una lontana stella ha squarciato l’atmosfera di un pianeta (exoplanet HD 189733b) vicino a essa.

Se ti interessa, puoi mantenerti aggiornato sulle tempeste magnetiche tramite il sito web della NASA “Space Weather”. Io ricevo regolarmente e-mail che mi avvertono quando ce n’è una in arrivo. Attualmente (2012), sono piuttosto numerose.

Tempeste geomagnetiche e biologia

Ogni volta che ha luogo una tempesta geomagnetica, avvengono cambiamenti nel campo magnetico terrestre.

È davvero utile che la Terra abbia un campo magnetico, perché le particelle ad alta energia sprigionate da una EMC possono provocare danni cromosomici e cancro. Se un astronauta si fosse trovato sulla Luna durante l’evento di Carrington sarebbe morto, perché il nostro satellite non ha un campo magnetico, e una notevole dose di radiazioni è pressoché letale.

Il campo magnetico terrestre oscilla a causa non solo di tempeste geomagnetiche, ma anche di cambiamenti del vento solare (un flusso costante di particelle emesse dal Sole) e perfino dei movimenti della Luna.

Per quanto riguarda l’argomento principale di questo libro, vi è un crescente numero di prove scientifiche che dimostrano come le alterazioni del campo magnetico terrestre influiscano sulla biologia e il comportamento sia umani che animali. E poiché le tempeste geomagnetiche sono più o meno prevedibili, possiamo considerare anch’esse forze del destino.

Anche se qualcuno mette in dubbio il fatto che possiamo essere sensibili al campo magnetico terrestre, dal momento che la sua forza è piuttosto debole, è probabile che siamo entrati in sintonia con esso nel corso della nostra evoluzione. Anzi, le prove del suo impatto sulla biologia sono ormai talmente convincenti che hanno contribuito alla creazione della Commissione K da parte dell’Intemational Union of Radio Science, allo scopo di studiare gli effetti dell’elettromagnetismo sulla biologia e la medicina.

Studi recenti hanno rivelato, per esempio, che durante una tempesta geomagnetica i piccioni viaggiatori, le balene e i delfìni possono perdere l’orientamento perché nei fasci di fibre nervose hanno un minerale magneticamente sensibile, chiamato magnetite, che permette loro di orientarsi tramite il campo magnetico terrestre.

C’è anche chi sostiene che un aumento dell’attività solare possa contribuire a confondere le api. È noto che questi insetti usano il campo geomagnetico come mezzo per orientarsi. Esse comunicano la posizione del nettare con una serie di elaborati movimenti, ma durante una tempesta magnetica potrebbero commettere errori, mandando i membri dell’alveare nella direzione sbagliata.

Analogamente, quando la bioioga Margaret Linowska dell’Università di Cambridge riportò le posizioni di spiaggiamenti in massa di balene su una mappa che mostrava i contorni del campo magnetico terrestre (simile a una carta topografica con monti e valli), scoprì che la maggior parte degli spiaggiamenti in Inghilterra avveniva nei punti in cui “valli” magnetiche andavano dal mare alla costa.

Nel maggio 2004, alcuni scienziati del Virginia Tech, pubblicando i loro risultati nella prestigiosa rivista Nature, affermarono che certi uccelli potrebbero effettivamente vedere le linee dei campo magnetico terrestre. Essi suggerirono che questi uccelli abbiano schemi di intensità cromatica o luminosa sovrapposti alla visuale dei luoghi circostanti, e che ciò sia dovuto a sostanze chimiche sensibili ai campi magnetici (note come fotorecettori e fotopigmenti) presenti nella retina.

In una dimostrazione pratica dell’uso del campo geomagnetico per forientamento, gli scienziati dell’Università di Tel Aviv studiarono alcuni ratti-talpa ciechi che ovviamente non potevano orientarsi in base a riferimenti visivi. Dopo averli messi in un labirinto, li osservarono mentre si muovevano verso il settore meridionale per stabilirvisi. Poi invertirono il campo magnetico, e questa volta gli animali si stabilirono nel settore settentrionale, indicando che usavano il campo magnetico per trovare la via di casa.

Vediamo lo stesso tipo di orientamento aiutato dal campo geomagnetico nelle farfalle monarca. Ogni anno, in autunno, la monarca intraprende un viaggio di 3200 km dagli USA e dal Canada verso il clima più caldo del Messico. Rimane un mistero come queste farfalle, e quasi tutti gli uccelli migratori, riescano a percorrere tutti gli anni distanze così grandi ritrovando senza smarrirsi esattamente gli stessi luoghi. Molti uccelli volano per migliaia di chilometri fino a un altro continente, e quando tornano atterrano non solo nella zona da cui hanno preso il volo alcuni mesi prima, ma si posano sullo stesso ramo dello stesso albero nello stesso giardino.

Nel 1999, gli scienziati dell’Università del Kansas misero alcune farfalle monarca in un contenitore aperto sul piano di un tavolo, notando che quando volavano si dirigevano verso sudovest, come per andare dagli USA o dal Canada in Messico. Poi schermarono il contenitore dal campo magnetico terrestre, e questa volta le farfalle svolazzarono qua e là senza meta, indicando che in precedenza si erano servite del campo geomagnetico per trovare la giusta direzione.

In un esperimento analogo condotto negli USA, gli scienziati dell’Università della North Carolina a Chapel Hill studiarono giovani tartarughe marine della specie Caretta caretta. Come gli uccelli volano per migliaia di chilometri andando a posarsi sullo stesso albero, così queste tartarughe nuotano per distanze altrettanto grandi per tornare alla sottile striscia di sabbia su cui sono nate. Di solito migrano lungo il gyre nordatlantico, dalla costa orientale degli Stati Uniti alla Spagna, discendendo lungo l’Africa e poi riattraversando l’oceano per tornare negli USA con una rotazione in senso orario. I ricercatori riempirono un contenitore con acqua salata per simulare il mare, e intorno ai bordi posero dei fili elettrici per creare un campo magnetico simile a quello terrestre. Quando le tartarughe furono poste nel contenitore, nuotarono secondo un percorso circolare come se stessero seguendo il gyre.

Il campo geomagnetico e l’uomo

Sotto molti aspetti, il nostro genoma è simile a quelli degli animali. Ovviamente, noi ci muoviamo soprattutto in base a punti di riferimento visivi, ma probabilmente possediamo anche una capacità latente di usare il campo geomagnetico, nota come magnetorecezione.

Nel tentativo di verificarla, il dottor Robin Baker dell’Università di Manchester, in Gran Bretagna, bendò alcuni studenti e li trasportò in auto a 48 km di distanza dall’istituto. Poi chiese loro di stimare in quale direzione fosse l’università. I ragazzi se la cavarono abbastanza bene, ma quando egli tolse le bende persero il senso dell’orientamento.

Il dottor Baker effettuò un esperimento analogo con due gruppi di scolari. Un gruppo aveva attaccate alla testa caiamite per neutralizzare il campo magnetico terrestre, l’altro gruppo pezzi di metallo magnetizzato. Quando chiese loro di indicare il nord, i bambini del secondo gruppo furono molto più precisi di quelli del primo.

Quando era a capo del laboratorio neuroscientifìco dell’Università Laurenziana dell’Ontano, in Canada, anche Michael Persinger dimostrò che il cervello umano è sensibile ai campi magnetici. In vari studi, riuscì a indurre esperienze mistiche nei soggetti applicando un campo magnetico ai lobi temporali.

Inoltre, egli suggerì che le oscillazioni del campo geomagnetico (causate da attività solare o lunare) potrebbero produrre lo stesso effetto.

Un’altra ricerca condotta all’Università di San Pietroburgo, in Russia, ha dimostrato che le tempeste geomagnetiche possono influire sugli schemi elettroencefalografici, in particolare nelle aree frontali e centrali del cervello.

Alcuni studi hanno perfino scoperto collegamenti tra tempeste geomagnetiche e depressione. Per esempio, il dottor Ronald Kay, consulente psichiatra presso la Westbank Clinic di Falkirk, in Scozia (vicino a dove sono nato), studiò le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati per depressione nel Lothian Hospital, sempre in Scozia, tra il 1976 e il 1986, e le confrontò con le registrazioni di tempeste geomagnetiche26, riscontrando una straordinaria correlazione. Quando esaminò i ricoveri avvenuti nel periodo successivo a questi fenomeni, scoprì un aumento del 9 per cento di pazienti maschi affetti da psicosi maniaco-depressiva (disturbo bipolare) nella prima settimana, del 36 per cento nella seconda e dell’8 per cento dopo la terza; non c’erano cambiamenti nei periodi in cui non si erano verificate tempeste magnetiche.

Nel 2006 anche Michael Berk, docente di psichiatria all’, niversità di Melbourne, in Australia, trovò una correlazione tra tempeste geomagnetiche e salute mentale27. Esaminando le statistiche dei suicidi in Australia tra il 1968 e il 2002 (68.172 casi: 51.845 uomini e 16.327 donne) e confrontandoli con le registrazioni di tempeste geomagnetiche, scoprì che il numero delle donne che si toglievano la vita aumentava significativamente durante i periodi in cui avevano luogo i fenomeni.

Entrambe queste ricerche indicano la sensibilità di persone vulnerabili all’attività geomagnetica. E poiché tale attività è parte di un ciclo cosmico, per certi individui rappresenta un’importante forza del destino.

L’aumento della depressione è stato collegato ai livelli di melatonina, che hanno anch’essi un ruolo nella cronobiologia. Prevedibilmente, alcuni ricercatori hanno scoperto che le tempeste geomagnetiche possono incidere sul ritmo della melatonina, il che suggerisce un effetto sul gene CLOCK.

Gli effetti delle tempeste magnetiche interessano perfino il mondo della finanza. Uno studio condotto dalla Federal Reserve Bank di Atlanta nel 2003 rivelò che nella settimana successiva a un’intensa attività geomagnetica si verificava una flessione nel rendimento delle azioni.

Possiamo affermare che le crisi finanziarie iniziate nel 2008 siano del tutto indipendenti dall’attività solare (o da altre attività cosmiche)? Non ne sono tanto sicuro, anche se può sembrare inverosimile, specialmente perché simili congiunture sono un risultato dell’attività umana, e noi non siamo indipendenti dai cicli della natura. La reale associazione è probabilmente complessa e sottile, ma è chiaro che l’attività solare incide su alcuni aspetti della biologia e del comportamento umani.

Le tempeste geomagnetiche e il cuore

È stato dimostrato che le tempeste geomagnetiche influiscono anche sul cuore e la pressione sanguigna. La ricerca ha rilevato che la pressione del sangue aumenta con l’intensità del fenomeno.

Inoltre, nel 2001 una squadra di scienziati scoprì che la velocità di eritrosedimentazione (VES) in persone affette da ischemia cardiaca subiva significative alterazioni durante una tempesta geomagnetica. La VES è la velocità con cui i globuli rossi si depositano sul fondo di una provetta. In presenza di un’infiammazione, le proteine ematiche si raggruppano rendendo il sangue più “pesante”, e quindi le cellule si depositano più rapidamente. Di conseguenza, questa ricerca denotava un aumento delfinfìammazione, che è un indicatore di stress nell’apparato cardiovascolare, dovuta a una maggiore attività geomagnetica. Per fortuna, gli scienziati si resero conto che potevano facilmente proteggere i pazienti sensibili creando una camera magneticamente schermata.

Preoccupati per i possibili effetti anginogenici delle tempeste geomagnetiche, altri scienziati hanno sperimentato l’azione antinfiammatoria dell’aspirina, scoprendo che riduce le conseguenze negative dei fenomeni perché contrasta l’infìammazione e quindi fluidifica il sangue.

David R. Hamilton

Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017

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