SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 8 min

Attraverso le ossa: riconnettersi ai tempi antichi

Attraverso le ossa: riconnettersi ai tempi antichi - Speciale

Che cosa ci manca? Perché ci siamo disconnessi dalla Natura? Riflettici, leggendo un estratto dal libro Guarigione ancestrale, curato da Trevor Greenfield.

Noncuranza

"Noncuranza" è la parola che ripetutamente mi risuona nella testa e nel cuore quando mi connetto col passato, o almeno con gli spiriti e le energie che trovo lì. Sono un'animista.

Credo che tutto abbia un'energia (o uno spirito, se preferite) e che possiamo imparare tantissimo dal mondo che ci circonda. Le rocce, gli alberi, la terra... sono stati tutti testimoni di tanti eventi e portano con sé una saggezza infinita.

Ciononostante, qui nel Regno Unito la maggioranza delle persone cammina con gli occhi e il cuore chiusi. Io credo che dobbiamo lavorare soprattutto sulla guarigione ancestrale. L'Occidente è il fulcro di un'epidemia di disconnessione tra cuore e cervello. Anzi, è ancora peggio: questa disconnessione è diventata la norma. Siamo diventati una cultura di teste che si portano dietro un corpo, dobbiamo vedere per credere e conoscere tutti gli studi a doppio cieco.

Al contrario, seguiamo ciecamente i predicatori che leggono da un libro scritto da mani umane, che ci dicono cos'è giusto e cos'è sbagliato e che ci tengono nella nostra scatola a colpi di paura e dottrina.

 

Guarigione

 

Abbiamo perso la connessione con la verità di chi siamo - di chi eravamo prima che la società ci dicesse chi dovevamo essere - e operiamo solo dal collo in su. Cerchiamo di tappare i buchi nella nostra anima, di riempire il vuoto e l'apatia con le cose materiali. Non funziona. Sapere tutto delle serie TV non guarisce quel vuoto di cui molti di noi sono inconsciamente consapevoli, ma crea solo più lacune nel nostro conto corrente.

Probabilmente potremmo andare indietro fino all'arrivo degli antichi Romani o ai tempi del colonialismo, quando chi era al potere allora ha fatto tutto il possibile per sradicare la spiritualità indigena e convertire tutti forzatamente sotto il controllo della Chiesa (scusate: salvare tutti e convertirli al cristianesimo), ma puntare il dito ormai è inutile.

Ciò che conta è trovare un modo di riconnetterci alla terra su cui camminiamo e agli insegnamenti e alla conoscenza che ci siamo lasciati dietro.

Dobbiamo riconnetterci al cuore battente di Madre Terra, colei che ci unisce tutti. Vediamo chiaramente quanto è aumentata la popolarità dei libri di self-help negli ultimi anni, quanti life coach ci sono, quanta importanza viene data al tenere un diario, alla mindfulness e alla meditazione.

Anche solo un'occhiata alla sezione di spiritualità della più grande catena di librerie generaliste conterrà mazzi di oracoli su unicorni, gatti, alberi, vite passate, eccetera. Le persone cercano "qualcosa di più".

 

Connessione

 

Forse non sappiamo cosa cerchiamo ma proviamo disperatamente a connetterci con qualsiasi cosa. C'è più di questo? Torniamo al materialismo (o perlomeno al capitalismo). Quel desiderio interno, quella chiamata a scoprire il senso della vita, dell'universo e non solo, quel bisogno di sentire di più, sta perlomeno favorendo il settore spirituale, che sembra fiorire più degli altri.

Non c'è niente di sbagliato in questo, hey, anche io ho a che fare con questo con i miei seminari, i ritiri e le sedute di coaching individuali e in gruppo. Aiuto le persone che si sentono "perse" a rimettersi in contatto con il loro autentico sé e a scoprire come condurre se stesse nel futuro in modo più equilibrato.

Non sto criticando i terapeuti, guaritori, coach o scrittori che si guadagnano da vivere aiutando e sostenendo gli altri, anzi, il contrario: abbiamo bisogno di persone che siano brave a riequilibrare le energie e condurre gli altri fuori dal pantano della società.

 

Passato

 

La disconnessione tra testa e cuore

Sono stanca delle persone che criticano chi fa il guaritore e si fa pagare. Indipendentemente da dove vengono lo spirito o l'energia, hanno investito tempo e denaro a studiare e migliorare le loro capacità e utilizzano il loro tempo per sostenere chi ha bisogno. Se vogliamo che queste persone ci aiutino, dobbiamo anche rispettare i loro bisogni e avere il senso del limite: hanno bollette e mutui da pagare come chiunque altro e offrono un servizio professionale.

Parlo di chi oggi lavora per servire gli altri semplicemente per evidenziare dove siamo finiti come popolo. Le professioni e le industrie nascono e funzionano in risposta a un fabbisogno. La nostra società ha creato il bisogno di più guaritori, coach e terapeuti professionisti, nonché di più libri di self-help, oracoli, letture e informazioni su qualunque ramo della spiritualità.

Siamo una società di cercatori, e io credo che a guidarci sia una profonda realizzazione che, in qualche punto del cammino, abbiamo perso qualcosa. Lo abbiamo lasciato andare. Abbiamo permesso alle macchine veloci, agli orologi firmati, al consumismo e alle gare di popolarità sui media di erodere la nostra connessione con ciò che è. Abbiamo creato noi la disconnessione tra testa e cuore.

Lo vedo in molte delle persone cui faccio coaching e in quelle che frequentano i miei programmi di empowerment spirituale. Molti hanno perso il loro senso di identità e connessione; oltre a riconoscersi in ruoli come madre, padre, imprenditore o manager, in realtà non sanno chi sono, perché sono qui o qual è il posto a cui appartengono (sempre se c'è).

Il nostro senso di identità ha perso la sua dimensione e dobbiamo porvi rimedio. Per me, questo vuol dire rallentare, imparare ad acquietare la scimmietta nella testa e risintonizzarci ai nostri sensi e a tutto ciò che è.

 

Gratitudine

 

Tornare in contatto con i miracoli quotidiani

Magari si può cominciare con una meditazione, o allontanandosi dagli uffici e dai bar moderni con le loro miscele di caffè perfette, e tornare alla natura. Quando è stata l'ultima volta che ti sei seduto su un prato senza preoccuparti delle macchie d'erba sui jeans di marca? Quando è stata l'ultima volta che hai lasciato l'orologio a casa e hai permesso che fossero i tuoi sensi, la temperatura e la luce a guidarti?

Quando è stata l'ultima volta che hai davvero guardato un albero anziché passare distrattamente davanti a un "pezzo di legno"? Hai trascorso del tempo in presenza di quell'albero, percependone l'età, domandandoti quante cose abbia visto, meravigliandoti della lentezza della sua crescita, della sua forza o della profondità delle sue radici?

Ricorderò sempre quando, nel periodo in cui studiavo la medicina, il mio insegnante Chris Lüttuchau parlò dell'energia Starchild. Ci sono molteplici potenti insegnamenti sugli archetipi (che uso molto nel mio lavoro) e uno di questi archetipi è lo Starchild, che è l'elemento in noi che vede ancora la magia e la meraviglia in tutte le cose.

 

Meraviglia

 

Troppo spesso, trovo che le persone abbiano perso il contatto con esso. Anni fa, quando lavoravo ancora in azienda, andai in trasferta con la mia assistente. Finimmo su un pezzo di strada dalle parti del Buckinghamshire e ricordo di aver visto tantissimi nibbi reali volare in cielo (allora erano da poco stati reintrodotti nel Regno Unito ed erano meno comuni rispetto ad oggi). Ero ipnotizzata.

Ce n'erano una dozzina, che giravano in cerchio, creando uno spettacolo meraviglioso. «Wow!» ricordo di aver detto. «Guarda quei nibbi reali, sono tra i rapaci più grandi, non sono magnifici?» La mia assistente mi guardò come se fossi pazza e scrollò le spalle: «E allora? Sono solo uccelli».

Questa splendida donna, amica e collega, non riusciva a capire come mai mi fossi tanto emozionata per una cosa così bella, così fuori dall'ordinario eppur così naturale.

 

Spirituale

 

Io vissi l'esperienza come un dono magico ricevuto durante un viaggio infinito nel traffico: lo stress del viaggio si alleviò e quell'energia Starchild mi riempì. Lei era stanca per il lungo viaggio e voleva solo andare a casa, e per lei stavo solo dando troppa importanza a degli uccelli, che per quanto la riguardava potevano anche essere piccioni (i quali, ovviamente, sono anch'essi belli e ci portano degli insegnamenti, anche se più comuni).

Può sembrare strano condividere questa storia qui, ma per me è un esempio di ciò che abbiamo perduto. Se davvero riusciamo a vivere essendo consapevoli solo delle cose create dall'uomo, o senza riconoscere le meraviglie della natura, non c'è da stupirsi se in tanti sentiamo un vuoto dentro.

E ciò mi riporta alla parola con cui ho cominciato questo capitolo: noncuranza. Non ci curiamo di notare né di connetterci al mondo che ci circonda. Abbiamo smesso di notare anche i piccoli miracoli quotidiani. Guardiamo, ma non vediamo.

Non fraintendermi. So apprezzare i bei vestiti, i gioielli, le borse, le auto e le scarpe; come tutti, ogni tanto mi godo anche una visita al centro commerciale, ma nella vita c'è di più: abbiamo bisogno di molto altro per sentirci pieni dentro.

  • Abbiamo bisogno della luce del sole.
  • Abbiamo bisogno degli alberi.
  • Abbiamo bisogno delle stelle. 
  • Abbiamo bisogno di aria fresca.
  • Abbiamo bisogno di connetterci allo spirito e all'energia di tutti i nostri rapporti.

Data di Pubblicazione: 19 settembre 2024

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