Perché la risposta immunitaria si rinforza in presenza di una temperatura più alta? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Masashi Saito.
Temperatura corporea e difese immunitarie
Tutti voi fate un bagno quando covate un raffreddore? Quando da bambino mi veniva rilevata la febbre a 37 °C, la regola voleva che fosse meglio non fare il bagno. Oggi invece vorrei consigliarvi il contrario, se la vostra temperatura è pari a questo valore. In altre parole, in presenza di febbre alta collegata a freddo e brividi è meglio rinunciare a un bagno, ma con una temperatura di 37 °C o poco più, il raffreddore scompare più rapidamente se si fa un bagno e si scalda il corpo in tutta tranquillità.
Come mai una malattia da raffreddamento guarisce più in fretta scaldando il corpo? Perché quando la temperatura corporea sale, la difesa immunitaria risulta rafforzata. Il sistema immunitario è infatti in stretta relazione con la temperatura corporea: se questa scende di 1 °C, la risposta immunitaria è più debole del 30 per cento. Al contrario, la risposta immunitaria aumenta dal 500 al 600 per cento se la temperatura sale di solo 1 °C. Forse penserete che queste cifre non possano corrispondere alla verità, ma un simile potenziamento delle difese è possibile perché migliorano le funzioni di ogni singolo globulo bianco, e non perché aumenterebbe il numero dei globuli bianchi stessi.
Ma perché la risposta immunitaria si rinforza in presenza di una temperatura più alta? I motivi sono due: anzitutto perché migliora la circolazione sanguigna, e in secondo luogo perché aumenta l’attività enzimatica. Che la risposta immunitaria migliori con la circolazione sanguigna è un fatto collegato anzitutto alle diverse funzioni immunitarie dei globuli bianchi.
Come è noto, il sangue trasporta ossigeno, sostanze nutritive ed enzimi ai circa sessanta miliardi di cellule che costituiscono il nostro organismo, e al tempo stesso ha il compito di trasportare ed eliminare le sostanze di rifiuto. Ma a questi compiti se ne aggiunge un altro: il sangue è responsabile del sistema immunitario.
In parole semplici, i globuli bianchi (leucociti) controllano l’ingresso nell’organismo di aggressori esterni: se ne individuano, entrano subito in azione. Sono proprio i globuli bianchi a prendere misure difensive e contemporaneamente a chiedere il rinforzo di altri leucociti. Grazie a queste rapide reazioni, un organismo sano riesce a distruggere i batteri e i virus che sono penetrati nell’organismo e a proteggere così la propria salute.
Che cosa accade però in queste situazioni in presenza di una cattiva circolazione? In questo caso alla fine capita che i globuli bianchi non possono accorrere in aiuto con la stessa rapidità, anche se ricevono la chiamata. Se il numero di leucociti necessario alla distruzione dei virus e dei corpi estranei non interviene per tempo, il sistema immunitario non riesce ad avere la meglio sugli aggressivi intrusi, e questo alla fine porta all’insorgere delle malattie.
In caso di raffreddamento fare un bagno caldo
Un altro fattore importante è l’attività enzimatica. Gli enzimi sono necessari per tutti i processi del nostro organismo. A questo proposito molti penseranno agli enzimi della digestione o a quelli della fermentazione alcolica. Per mantenere in vita l’organismo, al suo interno si compiono in continuazione le più diverse reazioni biochimiche. Per tutti questi processi l’organismo ha bisogno di enzimi come catalizzatori, ad esempio per la scomposizione degli alimenti nella digestione, per l’assimilazione delle sostanze nutritive nel tratto digerente, per l’espulsione dei prodotti di scarto, per il ricambio cellulare o per la produzione dell’energia cellulare.
Gli enzimi di cui l’essere umano ha bisogno per tutte le sue attività e per il mantenimento in vita vengono prodotti all’interno della cellula. Si può affermare che gli enzimi sono assolutamente necessari per la conservazione della vita. Gli enzimi vitali per l’organismo diventano attivi quando la temperatura corporea è intorno ai 37 °C. Più la temperatura è alta, meglio funzionano gli enzimi. Il motivo determinante per cui i leucociti lavorano meglio a temperature più elevate è l’attivazione di determinati enzimi a quelle stesse temperature.
È vero che altri enzimi sopportano molto male il calore, ma questo vale soprattutto per quelli alimentari, che vengono distrutti a temperature elevate. È importante sapere che fondamentalmente gli enzimi sono tanto più attivi quanto più è alta la temperatura corporea. Queste sostanze vengono distrutte solo a temperature superiori ai 48 °C, ma poiché queste temperature non vengono mai raggiunte all’interno del corpo umano, non è necessario preoccuparsi al riguardo.
Nel caso di raffreddamento e febbre, l’organismo vuole rafforzare le difese immunitarie sia mediante una migliore circolazione sanguigna, sia grazie a un aumento dell’attività enzimatica, così da poter eliminare i batteri e i virus. Se perciò si fa un bagno al primo segno di raffreddamento, si creano dall’esterno le condizioni perché il sistema immunitario possa combattere meglio virus e altri corpi estranei, e il raffreddore possa guarire più rapidamente.
Se avete la sensazione di covare un raffreddore, la prima cosa da fare è un caldo bagno confortevole, così da scaldare il corpo in modo più completo e profondo del normale. Quando vi sarete riscaldati fino ad avere il viso arrossato è consigliabile andare a letto in questa condizione senza raffreddarsi, e dormire abbondantemente.
Attenzione al farmaci per abbassare la febbre
Scaldare il corpo è una pratica igienica a cui potrete ricorrere non solo in caso di raffreddamento, ma anche in altre occasioni. Ciò che sto per raccontarvi è per me fonte di un certo imbarazzo, ma nella mia infanzia, quando mi veniva un raffreddore o non mi sentivo bene, ero costretto a indossare due paia di mutande. Quando cominciavo a starnutire o a tossire, o quando si annunciavano i primi segni di un raffreddamento, mia madre non mi dava una pastiglia contro il raffreddore, ma un altro paio di mutande.
Ora mi è chiaro che il corpo si riscalda se si indossano più indumenti uno sopra l’altro, ma all’epoca chiesi a mia madre, a metà fra vergogna e stupore: «Perché devo mettermi due paia di mutande?». E lei mi rispose: «Nella famiglia Saito si fa così da sempre», senza darmi una vera e propria spiegazione. Anche se questo metodo potrebbe sembrare un trucco poco scientifico, era piuttosto efficace.
Indipendentemente dal fatto che si ricorra a un indumento in più, a un bagno caldo, a una panciera, a una borsa o a una bottiglia dell’acqua calda, è importante scaldare il corpo quando non ci si sente bene e si hanno i brividi. Invece molti fanno l’esatto contrario.
Un esempio sono i rimedi contro le infreddature: «Ai primi segni di raffreddore una compressa di...», spot pubblicitari di questo tipo si vedono fin troppo spesso in televisione. L’ultima cosa da fare ai primi sintomi di raffreddamento è prendere medicinali, perché questo non fa che danneggiare il vostro organismo. I normali farmaci contro il raffreddore non combattono i virus, la causa del raffreddamento, ma contengono diversi principi farmaceutici attivi che favoriscono soltanto l’attenuazione dei sintomi.
La maggior parte di queste sostanze inibisce la funzione del parasimpatico e stimola il simpatico. Perciò, se soggetti stressati ed esauriti prendono farmaci contro il raffreddamento, alla fine c’è il rischio che la circolazione sanguigna, già compromessa, peggiori ulteriormente, che la temperatura corporea si abbassi e che la risposta immunitaria ne risulti indebolita.
Ancor più dannosa dei medicinali contro il raffreddore è l’assunzione di farmaci per l’abbassamento della temperatura e per la riduzione del dolore (antipiretici e analgesici). Infatti, la quasi totalità di questi medicinali ha la caratteristica di stimolare il simpatico. E questo non è l’unico rischio. Ciò che li rende pericolosi è il fatto che questi rimedi - come indica il loro stesso nome - riducono la temperatura corporea.
Poiché le persone che sono sensibili al calore, o che normalmente registrano una bassa temperatura corporea, già a 37 °C dichiarano di avere la febbre, questi stessi soggetti ricorrono volentieri agli antipiretici. In questi casi si tratta però di un innalzamento della temperatura necessario a rinforzare il sistema immunitario e a combattere le infezioni. L’assunzione di antipiretici ha invece conseguenze negative, perché in questo modo le funzioni del sistema immunitario vengono inibite.
Perciò i medici informati sui rischi degli antipiretici non prescrivono questi farmaci alla leggera. Trattandosi di pazienti anziani o debilitati, può essere necessario somministrare antipiretici a temperature superiori ai 38,2 °C. In questi casi è opportuno assumere analgesici non oppioidi come il paracetamolo, che hanno un minore impatto sull’organismo.
La condizione del paziente dovrebbe comunque essere sotto attenta osservazione, e il farmaco dovrebbe essere impiegato con tale parsimonia da permettere alla temperatura di restare fra i 37,5 e i 38 °C. In nessun caso si dovrebbero indicare dosaggi del tipo: «Una pastiglia dopo ogni pasto».
In realtà la prescrizione dei farmaci non è una questione semplice, e se si tratta di medicinali acquistabili liberamente, non dovrebbero essere assunti con leggerezza. Oggi negli Stati Uniti non vengono quasi più prescritti farmaci ai primi sintomi di raffreddamento. Anch’io come medico non prendo medicine contro il raffreddore ma solo vitamina C e magnesio. Li assumo in combinazione, perché la vitamina C è più efficace abbinata con i bioflavonoidi, il calcio e il magnesio. Poiché con la normale alimentazione tendenzialmente si ha una carenza di magnesio, ne prendo un supplemento in modo che la vitamina C possa agire meglio.
Data di Pubblicazione: 26 luglio 2021