SALUTE E BENESSERE

Ayurveda - La Ruota di Guarigione - Anteprima del libro di Michelle Fondin

Guida pratica a uno stile di vita salutare

L'intera ruota

Sono molti i libri di cui ho letto solo le prime cento pagine, senza arrivare alla fine; mi preme quindi iniziare dall’aspetto più importante di questo programma, così da essere sicura che non vi sfugga. Ciò che mi preme che ricordiate è questo: avete uno scopo, in questa vita. Come lo so? Siete qui. Il vostro scopo è stato scritto nel vostro cuore prima che nasceste. Il vostro compito è quello di trovare quello scopo e viverlo.

Prima che gettiate via il libro frustrati state con me e leggete questo capitolo. So che magari non avete la più pallida idea di quale potrebbe essere il vostro scopo, o magari avete una vaga idea di quale sia ma non sapete bene come viverlo. Oppure forse lo conoscete ma siete bloccati e non sapete se e come renderlo realtà. Esploreremo insieme ognuno di questi scenari, cercheremo di portarvi più vicino al vostro dharma. Prima di tutto, però, voglio spiegarvi perché il dharma è così importante.

L'importanza del dharma

Tutto ciò che esiste ha il suo dharma. Ogni singola cellula del vostro corpo ce l’ha. Un globulo rosso non cercherebbe mai di diventare una cellula cerebrale, così come un albero non tenterebbe mai di diventare un fiore. Le cellule cancerose sono cellule normali che «dimenticano» il loro scopo.

E mia ferma convinzione che la maggior parte delle malattie derivino dal fatto che non viviamo lo scopo della nostra vita. Quando non siamo sintonizzati con ciò che dovremmo fare, il nostro corpo lo sente. Possiamo ignorare il nostro scopo per un po’, ma prima o poi il corpo inizia a protestare per attirare la nostra attenzione. Se ascoltiamo, è probabile che il corpo guarisca; se continuiamo a ignorarne i segnali, possono accadere due cose: la malattia raggiunge lo stadio terminale, oppure la medicina moderna ci permette di guarire per un certo periodo, e avremo una ricaduta in un secondo momento. Le persone di una certa età che trovano una nuova ragione di vita impegnandosi, raggiunta l’età della pensione, in attività di interesse pubblico, rappresentano un buon esempio di come la sensazione di avere uno scopo dia forza e salute al nostro corpo. Gli studi dimostrano che gli anziani con problemi di salute che hanno un giardino o un animale da accudire tendono a migliorare. E la dura verità: se non avete uno scopo più grande di voi, morirete prima di chi ce l’ha.

Avevo una cliente cui era stato diagnosticato un tumore al seno due settimane dopo che era andata in pensione. Fu operata e si sottopose, per un anno, a chemioterapia e radioterapia. La incontrai per la prima volta alcuni mesi dopo l’inizio della sua cura, poi iniziammo a vederci settimanalmente. A un paio di mesi dall’inizio dei nostri incontri, mi parlò di un progetto enorme che stava avviando insieme alla sorella; era un progetto utile per l’umanità. Con gli occhi che le brillavano mi disse: «Da questa mia esperienza con il canero sono scaturite molte cose buone. Io e mia sorella non eravamo molto vicine, e ora parliamo ogni giorno. Non sapevo cosa avrei fatto dopo la pensione, e ora ho questo progetto». E molto probabile che la sua guarigione sarà permanente; tra tutti i cambiamenti che apportò alla sua vita, trovò un nuovo scopo.

Il dharma è il motore interiore, ciò che muove le corde del cuore che vi aiutano a vivere in modo più pieno. Un personaggio pubblico che dà una grande dimostrazione di vita in accordo con il dharma è Diana Nyad. Ho sentito recentemente la sua storia sulla National Public Radio, e mi sono commossa per la sua tenacia, la sua passione e la sua grinta. Diana Nyad è la donna che nel 2013, a sessantaquattro anni, ha nuotato dall’Havana, Cuba, a Key West, Florida, senza gabbia anti-squalo, in cinquantatré ore. Non era il suo primo tentativo: ci aveva già provato quattro volte, senza riuscirci, nei precedenti trentacinque anni. Iniziò ad allenarsi per l’ultimo tentativo nel 2010, e quando un giornalista le chiese il motivo, rispose: «Perché voglio dimostrare ai sessantenni che non è mai troppo tardi per iniziare a seguire i propri sogni».

Il vostro dharma vi guiderà a viverlo, indipendentemente da ciò che succede. Potete incappare in ritardi e ostacoli, ma se state davvero vivendo il vostro scopo, nessuno potrà fermarvi.

Definire il delarma

Siete mai arrivati, nella vostra vita, a un incrocio, un punto in cui sentite che, nonostante abbiate raggiunto molti dei vostri obiettivi principali, siete infelici e che qualcosa deve cambiare? Avete ricevuto una buona educazione, trovato l’amore della vostra vita, avuto un paio di figli, comprato un’automobile, una casa, una seconda casa per le vacanze. Poi, in un momento di panico, vi siete guardati intorno e vi siete detti: «E ora?».

In diversi momenti della nostra vita ci chiediamo: «Perché sono qui?», «Cosa devo fare?». Oppure: «E adesso?». Ci poniamo più volte queste domande riguardo alla carriera lavorativa, alle scelte educative, a un obiettivo. Nella maggior parte dei casi una tale domanda è in relazione con il risultato economico che ci aspettiamo al raggiungimento di un obiettivo. Purtroppo la gente tende a pensare al dharma, o scopo, come a un qualcosa di grande, come diventare un attore famoso o un calciatore. Ma non deve trattarsi per forza di un qualcosa di così grandioso.

Nella tradizione indiana, il termine dharma, sebbene non facilmente traducibile, può essere considerato il proprio «retto dovere» o «percorso virtuoso». Per esempio il dharma di un uccello è volare, quello di una mucca è produrre latte, quello di un’ape è fare il miele. È vostro dovere vivere secondo il vostro dharma. E quando lo fate, vivete in armonia con la natura e con il cosmo.

Essere in armonia con l’universo vi fa sentire come se steste fluendo; la sensazione è quella di scorrere a valle senza sforzo, invece di lottare costantemente per risalire la corrente. Tutti abbiamo sperimentato momenti di «flusso», momenti in cui sapevamo di «vivere con uno scopo». Pensate alla prima volta in cui vi siete innamorati e il vostro amore è stato ricambiato. Per settimane, forse mesi, eravate sulle nuvole, il tempo non aveva significato, e non vi importava delle condizioni meteo né del fatto che qualcuno potesse insultarvi. Eravate innamorati. Il mondo intero avrebbe potuto crollare, ma finché foste rimasti con il vostro amato o la vostra amata non avrebbe avuto alcuna importanza. L’amore è il dharma di tutti; e quando siete innamorati, avete uno scopo. Significa che dobbiamo vivere con gli occhi a cuore per tutto il tempo? Beh, la cosa potrebbe risultare noiosa, dopo un po’, tanto più che tutti sappiamo che le emozioni legate all’innamoramento non durano per sempre. L’idea è quella, comunque.

Altri momenti in cui avete sperimentato la sensazione di flusso potrebbero essere i seguenti: segnare il punto finale di una partita di pallacanestro, riuscire a preparare una torta perfetta, guardare negli occhi di vostro figlio per la prima volta, condurre un coro che canta all’unisono. Sono quelle che lo psicologo Abraham Maslow, nel suo Religions, Values and Peak-Experiences (1964), chiamò «esperienze di picco». L’esperienza di picco si verifica quando il tempo si ferma, voi siete completamente assorbiti nel momento presente e tutto ciò che fate è privo di sforzo. Provate pace e beatitudine, e riconoscete che il momento è «giusto».

Potete avere molti scopi nella vostra vita; il vostro scopo può cambiare nel tempo o svilupparsi in un modo che non avevate previsto. Il dharma non deve essere grande per essere profondo: vivere il proprio dharma può consistere nel crescere i propri figli, fare il cassiere in banca, costruire case o raccogliere la spazzatura. Se non fate fatica, amate ciò che fate e siete al servizio deH’umanità, allora siete nel dharma. Altri indizi che vi fanno capire che state vivendo nel dharma sono: una sensazione di leggerezza nel corpo, una sensazione di luminosità, di gioia quando vi svegliate la mattina, o l’impressione che il tempo trascorra rapidamente. Conoscerete sicuramente quest’espressione: «Quando ci si diverte il tempo vola». Quando vivete nel dharma, il vostro lavoro è un divertimento. Osservate i bambini quando giocano; vedrete che quando la madre tenta di sottrarli a un’attività creativa i bambini protestano. E perché sono immersi nel momento presente. La dottoressa Maria Montessori, prima donna in Italia a diventare dottoressa e inventrice del metodo Montessori, dichiarò: «Il gioco è il lavoro dei bambini». Sul tema di vivere il proprio dharma possiamo imparare davvero molto dai bambini.

Viviamo in un mondo di gente ambiziosa. La società occidentale ci insegna che, per avere successo, dobbiamo ottenere buoni voti, suonare uno strumento, eccellere in uno sport, essere presidenti di un club o di una associazione, frequentare un’università di alto livello, ottenere uno stipendio elevato in una società Fortune 500, comprare una grande casa, guidare un’auto costosa. E l’elenco continua. Vi è chiaro il quadro? Io vivo nella Virginia del Nord, dove c’è grande competizione, specialmente tra i bambini. C’è una scuola superiore conosciuta molto bene per la sua eccellenza in ambito scientifico e tecnologico. E una scuola pubblica, ma per potervi accedere bisogna superare una selezione, e nel 2011 ci furono 3000 richieste per 480 posti al primo anno.

Sentii dire a una giovane ragazza che nonostante una media perfetta e diversi premi ricevuti in matematica e scienze, non era stata comunque ammessa; a soli quattordici anni era devastata per non essere riuscita a ottenere un posto in quella scuola competitiva. Disse che alle scuole medie era un genio della matematica, e che lo sapevano tutti. La mancata ammissione in quella scuola la rendeva meno intelligente in matematica? Le sarà impossibile vivere il suo dharma, non frequentando quella scuola? Io penso di no. Se però metterà il controllo del suo amore per la matematica nelle mani di qualcun altro e se, per esempio, smetterà di studiare matematica con passione, allora cesserà di essere allineata con il suo dharma. Non tutti riescono ad adeguarsi al modello di successo occidentale; e questo non è certo un problema: siamo solo imprigionati nella convinzione che sia importante. E l’infelice conseguenza di questa convinzione è che chi non si adatta a un tale modello è spesso considerato un fallito.

Recentemente una donna in pensione che stava imparando la meditazione con me mi spiegò che suo marito, con cui era sposata da ventidue anni, pensava che lei fosse una fallita perché, secondo lui, stava vivendo una «vita piccola». Si sfogò con me: «Ho cresciuto due ragazzi di cui sono molto orgogliosa, ho lavorato come manager in una grande azienda, e mi sono occupata di mio marito e della casa. Come ha potuto dire che ho vissuto una “vita piccola”»? La sua tristezza e la sua frustrazione erano il risultato della malattia che affligge la nostra società nella percezione del successo.

Trovare il vostro Dharma

Immaginate la vostra vita quando eravate bambini di sette anni. Pensate a qualcosa che vi piaceva fare, a ciò che sognavate. Pensate a quello che dicevate avreste fatto da grandi. E un’età buona su cui riflettere, perché precede molti condizionamenti sociali, e allo stesso tempo di solito ne conserviamo i ricordi. E purtroppo anche un’età in cui gli adulti intorno a voi vi hanno trasmesso una piccola dose di «realtà». Se avevate espresso il desiderio di diventare un pittore, vostro padre potrebbe avervi detto: «Beh, bello, ma non è meglio trovare un lavoro che ti permetta di pagarti le bollette?». Il vostro dharma, in quel caso, sarebbe stato distrutto all’istante. Non abbiamo sentito tutti frasi come «Cerchiamo di essere pratici», «Bisogna essere realisti», «Trova un lavoro che ti permetta di mangiare», oppure «Se avessi seguito il mio interesse per lo sport, staremmo vivendo nella casa in cui viviamo ora?». Quindi voi, bambini di sette anni che si fidavano dei consigli dei genitori, avete messo da parte i vostri sogni e deciso di studiare qualcosa di più «pratico». Però magari avete ancora dentro di voi la spinta a diventare pittori, ballerini o idraulici. Non vi sto suggerendo di lasciare il vostro lavoro e di diventare pompieri volontari a tempo pieno, se è quello il vostro sogno: a meno che non siate particolarmente facoltosi, la cosa potrebbe non funzionare per voi e per la vostra famiglia. Quello che vi suggerisco è che cominciate a cercare il vostro dharma ponendovi alcune domande.

Ora che avete finito l’esercizio, pensate a come vi sentivate mentre creavate il lavoro dei vostri sogni. Notate le sensazioni nel vostro corpo. Mentre scrivevate stavate sorridendo? O addirittura ridendo? Vi siete detti, a un certo punto, «Potrei farlo davvero»? Congratulatevi con voi stessi per avere iniziato ad esplorare il vostro dharma. Siete sulla buona strada!

Una dose di realtà: quando il dubbio si insinua

Non è facile superare il condizionamento sociale. E la realtà è che abbiamo bollette da pagare, famiglie da mantenere, bambini di cui occuparci, e altri problemi. Magari siete scettici per natura, quindi quando quell’adulto in buona fede ha soffocato i vostri sogni avete preso per buono quanto vi è stato detto e non avete più osato sognare. Se grazie all’esercizio di inventare il lavoro perfetto avete iniziato a intravedere il vostro dharma, potreste esservi sentiti un po’ tristi perché in questo momento non sapete come trasformarlo in realtà. Oppure se ancora non sapete ciò in cui siete bravi o quali siano le vostre passioni o i vostri talenti, forse vi sentite frustrati o arrabbiati.

Non conosco ancora il mio dharma

Per iniziare a cercare il vostro dharma dovete essere onesti con voi stessi. Se dopo .l’esercizio del lavoro perfetto non riuscite a vedere i vostri talenti o le vostre passioni, iniziate a osservarvi in diverse situazioni. Quando vi accorgete che un libro, un programma televisivo o una conversazione hanno acceso il vostro interesse, osservate i vostri segnali interiori. State sorridendo? Siete eccitati, intrigati, e volete saperne di più? L’argomento vi fa pensare a qualcosa di più grande di voi? Il vero dharma vi porta fuori da voi per trasformare in meglio le vite degli altri, rendendole più luminose, felici, abbondanti. Ciò non significa che voi non traiate piacere dal vostro lavoro; il vostro piacere, però, non ha la precedenza sulle considerazioni di altra natura. Il dharma spesso vi porta verso gli altri piuttosto che isolarvi. Vi spinge a capire che siamo tutti collegati. Restate consapevoli del fatto che state per scoprire lo scopo della vostra vita, e col tempo i vostri talenti nascosti verranno alla luce.

Conosco il mio dharma - Ma no so come renderlo realtà

Se riconoscete il vostro dharma ma non riuscite a realizzarlo, forse la traduzione letterale dal sanscrito della parola dharma vi aiuterà. Dharma significa «il proprio retto dovere o percorso virtuoso». Non solo avete una chiamata, avete anche il dovere di trasformare il vostro dharma in realtà. Nessuna creatura su questo pianeta, eccetto l’uomo, mette in discussione il proprio dharma; riuscite a immaginare un leone che decide di diventare vegetariano? E che magari incoraggia gli altri leoni a smettere di cacciare? Il dharma del leone è di mangiare carne. Mangiando carne e cacciando contribuisce all’equilibrio dell’ecosistema.

Supponiamo che abbiate scoperto che il vostro vero dharma consiste nel fare immersioni subacquee e insegnare agli altri a immergersi; il fatto è che vivete in una casa coloniale in Ohio, con vostra moglie, tre figli, due cani e un mutuo da pagare. Come potete, vi starete chiedendo, anche solo pensare di vivere il vostro dharma senza sentirvi irresponsabili?

La risposta sta nel trovare un nuovo modo di pensare a questo tema. Potreste per esempio accumulare tutti i vostri giorni di vacanza e i vostri risparmi per una vacanza di tre o quattro settimane per tutta la famiglia, ogni anno, in un luogo in cui vi sia possibile dedicarvi alle immersioni. Oppure potreste comprare una casa in una località ideale per le immersioni e decidere di trasferirvi lì una volta andati in pensione. Una soluzione ancora migliore potrebbe essere quella di creare una vostra piccola società che organizzi escursioni subacquee un paio di volte all’anno, così da poter guidare il gruppo in qualità di istruttori e organizzatori, percependo naturalmente un compenso. Le possibilità sono infinite. Avete però il dovere, verso di voi e il resto del mondo, di vivere lo scopo della vostra vita, pur rispettando responsabilmente gli altri vostri doveri e i vostri impegni.

Il mio dharma è chiaro - Ma non riesco a saltare il fosso

Conoscere il proprio dharma è esaltante, eccitante, ma non significa che non avrete paura. Forse per la prima volta state onorando la vostra vera natura. Ed è una cosa estremamente spaventosa, perché il cambiamento fa paura, punto. Riconoscetelo e andate avanti. Per vivere lo scopo della vostra vita dovrete vivere, per un certo periodo, fuori dalla vostra zona di comfort.

Nel 2006 avevo cercato il mio dharma per anni. Avevo una qualche vaga idea: per esempio sapevo, fin da quando ero piccola, che scrivere era uno degli scopi della mia vita. E nel 2001, proprio dopo l’11 settembre, mi ero imbarcata nel meraviglioso compito di scrivere un libro. In seguito scrissi due romanzi e numerosi libri per bambini. Passai un anno a scrivere ad agenti e case editrici, ma senza risultato, quindi continuai a cercare. Grazie a un evento fortuito, ebbi la possibilità di iniziare a insegnare yoga, ayurveda e meditazione; mi preme dirvi, però, che non fu mai facile. Nei due anni successivi alla mia decisione, presa nel 2006, di intraprendere questa strada, divorziai e mi ritrasferii dalla Francia in Virginia con i miei tre figli, due gatti, e nessun lavoro. Avevo deciso di iniziare la mia attività ayurvedica senza alcuna esperienza di gestione di attività imprenditoriali. Tutti pensarono che fossi pazza. Quando non guadagnavo a sufficienza o incontravo altre difficoltà iniziavo perfino a dubitare di me. Nel profondo, però, sapevo che era la mia strada; lo sapevo e basta.

Non fraintendetemi: sapere non significa non avere periodi di dubbio e di incertezza. Quando vi dovesse succedere, ascoltate il vostro cuore. Prendetevi un giorno libero e cercate la verità dentro di voi; nessun altro può conoscerla. Vivete la vostra verità, fidatevi. Se il modo che avete scelto per vivere il vostro dharma non funziona, cambiate direzione, ma non mi stancherò di dirvi che dovete saltare. Non credo vogliate arrivare al termine della vostra vita per dire: «Avrei voluto...», o «Avrei dovuto...».

Questo testo è estratto dal libro "Ayurveda - La Ruota di Guarigione".

Data di Pubblicazione: 30 settembre 2017

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