Scopri le benefiche proprietà dei funghi sul nostro fegato e i loro vantaggi sulla nostra salute, leggendo l'anteprima del libro di Stefania Cazzavillan.
Azione dei funghi sul fegato
Uno dei miti da sfatare è che i funghi siano dannosi per fegato e reni. Ricordiamo che, così come le piante, anche i funghi appartengono a un regno costituito da migliaia di specie con caratteristiche diverse. Tra i macrofunghi esistono funghi velenosi/tossici, commestibili, medicinali e allucinogeni.
Se mangiamo un Cortinarius orellanus, quasi sicuramente finiamo in dialisi per la sua tossicità renale. Ciò non succede però con i funghi commestibili o con quelli utilizzati da millenni per il sostegno della salute se cresciuti e processati in modo adeguato. In questo capitolo vedremo come i funghi agiscono a livello epatico.
Il fegato
Il fegato è un organo centrale e di fondamentale importanza per il nostro organismo. Filtra il sangue e lo “ripulisce”, detossifica il corpo da tutto ciò che potrebbe creare danno, sintetizza mediatori chimici atti a controllare l'infiammazione e lo stress ossidativo, ha un ruolo centrale nell’attivazione del sistema immunitario, è coinvolto nella sintesi dei neurotrasmettitori e dei fattori della cascata della coagulazione e molto altro.
Il fegato ha anche una relazione molto stretta e complessa con l’intestino e il microbiota e un suo inadeguato funzionamento predispone a uno stato infiammatorio dell'intestino e a un'alterazione dell'equilibrio del microbiota, con numerose conseguenze negative per la salute.
Il collegamento con intestino e microbiota ha la sua massima espressione con il circolo enteroepatico. La bile ha un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio dell'asse fegato intestino.
- L'interazione fegato-intestino/microbiota è bidirezionale.
- La detossificazione epatica e il metabolismo biliare hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute.
- Il microbiota intestinale gioca un ruolo critico nel mantenimento delle funzioni epatiche e incide sia sulla detossificazione che su una corretta funzione del circolo enteroepatico.
- L'intervento strategico sull'asse fegato-intestino-microbiota permette di migliorare il metabolismo e l'infiammazione, di prevenire le patologie croniche e, nei limiti della condizione, di invertire numerosi processi patologici.
Gli epatociti (cellule epatiche) partecipano al metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine, al metabolismo della bilirubina e alla produzione della bile, al metabolismo degli ormoni, detossificano sostanze tossiche, partecipano alla sintesi di proteine plasmatiche, alla formazione dell’urea, dei fattori della coagulazione, dei mediatori chimici dell’infiammazione, dei sistemi antiossidanti e di molte altre sostanze.
Gli epatociti hanno una triplice polarità costituita da tre differenti domini, situati sulle varie facce che la cellula presenta:
- dominio sinusoidale, o polo vascolare, rivolto verso i sinusoidi e lo spazio subendoteliale (spazio di Disse); costituisce dal 37 al 70% della superficie della cellula ed è ricoperto da microvilli (25-50 per micron/quadro, lunghi fino a 0,5 p e di 0,1 p di diametro) che si proiettano nello spazio sottoendoteliale (spazio perisinusoidale di Disse) verso le fenestrature delle cellule endoteliali;
- il polo biliare o canalicolare che delimita i sottili canalicoli biliari scavati tra due epatociti adiacenti;
- il dominio laterale, dove si interfacciano gli spazi intercellulari non correlati con i canalicoli biliari.
Il fegato è strutturato in lobuli disposti intorno ai rami terminali della vena sovraepatica (vene centrali). Tra i lobuli ci sono le triadi portali. Ciascuna triade contiene alcuni rami del dotto biliare, della vena porta e dell’arteria epatica.
L'unità funzionale del fegato è il lobulo epatico, una struttura esagonale orientata tridimensionalmente attorno alle venule epatiche terminali (vene centrali o centro-lobulari). In ciascun angolo del lobulo ci sono le “triadi portali” che contengono una ramificazione della vena porta, un’arteriola epatica e un dotto biliare.
Le cellule del fegato
Il fegato è composto per il 60% da epatociti, le cellule funzionali epatiche, ma è supportato da numerose altre cellule residenti che hanno ruoli di sostegno e funzionali, ma soprattutto che coinvolgono il sistema immunitario: le cellule endoteliali sinusoidali, le cellule di Kupffer, le cellule di Pit e le cellule stellate.
Le cellule endoteliali sinusoidali tappezzano i sinusoidi e sono dotate di “fenestrature” attraverso le quali avviene lo scambio di numerose sostanze, quali ormoni, prodotti metabolici e nutrienti.
Le cellule di Kupffer sono macrofagi residenti nel fegato, sono posizionate nei sinusoidi epatici con pseudopodi ancorati alle strutture sub-endoteliali. Costituiscono circa il 15% della popolazione cellulare del fegato. Il loro ruolo è quello di rimuovere materiale “estraneo” attraverso la fagocitosi. Come cellule del sistema immunitario regolano la produzione di citochine e agiscono come cellule di presentazione dell’antigene (APC).
Le cellule stellate o cellule di Ito sono localizzate tra le cellule endoteliali e gli epatociti, contengono goccioline di grasso e sono la principale sede della vitamina A (e retinoidi in generale) e possono produrre collagene. Sono dotate di proprietà immunomodulanti, producono apolipoproteina E, fattori di crescita e citochine, hanno capacità di detossificazione e presiedono al controllo dell’omeostasi della matrice extracellulare (ECM) dello spazio di Disse.
La caratteristica saliente di queste cellule è di essere dotate di capacità multipotenti e di elevata sensibilità agli stimoli chimici (radicali liberi e citochine pro-infiammatorie) prodotti da stimolazione patologica delle cellule di Kupffer, da infiammazione e danni epatici.
Quando attivate da uno stato infiammatorio perdono la vitamina A e iniziano a produrre collagene inducendo fibrogenesi epatica. Vanno dapprima incontro ad alterazioni epigenetiche e fenotipiche che si concretizzano in fenomeni di proliferazione, fibrogenesi, perdita della capacità di immagazzinamento di retinoidi, acquisizione di capacità contrattile, chemio-attrazione per i leucociti.
La conseguenza di questi fenomeni è la trasformazione della cellula stellata da cellula adibita allo stoccaggio di retinoidi, a cellula con proprietà simili a quelle di un miofibroblasto, cellula fibrogenica con proprietà contrattili, la cui azione determina la deposizione di matrice extracellulare nello spazio di Disse e la promozione di processi di fibrosi.
Le cellule di Pit sono le cellule Natural Killer residenti nel fegato; sono deputate a riconoscere e uccidere le cellule infettate da virus e le cellule tumorali.
Data di Pubblicazione: 19 febbraio 2024