SELF-HELP E PSICOLOGIA

Bulli, Stalker, Mobber: Mutazioni del Vampiro

Vampiri del XXI Secolo - Mario Corte - Speciale

Chi sono i vampiri energetici? Attraverso quali vessazioni, psicologiche e fisiche, ci sottraggono energia? Scoprilo, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Mario Corte.

Bulli, Stalker, Mobber: Mutazioni del Vampiro

Professionisti dell'umiliazione

Bulli, stalker e mobber, prima di essere definiti tali, sono sempre Vampiri. Ma sono Vampiri imprudenti, che, anziché agire nell'ombra o alternare azioni e omissioni, invasione e assenza, grida e silenzi, tendono a esporsi in modo costante, spinti da un eccesso di sicurezza che può essere legato, oltre che alla presunzione — tipica di certe menti criminali — di essere troppo furbi per farsi incastrare, all’età immatura, al progredire di una patologia mentale che li ottenebra o alla vertigine di una posizione di potere in un microcosmo sociale ristretto, come un posto di lavoro.

Il Vampiro, insomma, precede sempre il bullo, lo stalker e il mobber, che sono sue filiazioni in qualche modo aberranti perché, con i loro comportamenti, diventano nel tempo piaghe sociali riconosciute, prestando il fianco a essere individuati e, se le leggi lo prevedono, puniti. Il Vampiro energetico “classico”, invece, di solito è così astuto da riuscire a sottrarsi alla luce di qualunque riflettore dietro il quale possa nascondersi la legge.

Non sto dicendo che questi persecutori sono meno pericolosi del Vampiro tradizionale: anzi, lo sono di più. Sto solo dicendo che per trovare un Vampiro non c'è bisogno di aspettare che si manifestino certi eccessi, perché i Vampiri già brulicano e prosperano attorno a noi.

Anche se faticosamente e a costo del sacrificio della salute psicofisica — o addirittura della vita — di tante vittime, a difesa del cittadino, contro i criminali, vengono elaborate leggi e istruiti uomini per farle rispettare. Non sempre questo basta a proteggere i cittadini, ma certe carenze, nel tempo, possono anche essere superate da una società civile che comunque arriva a conoscere il problema. Ma il vampirismo non solo non è un reato: non lo vede nessuno.

E le vittime, in assenza di leggi e uomini che le tutelino, finiscono per soccombere alla legge del più forte senza neanche potersi rivolgere a un magistrato, a un commissariato o a un assistente sociale.

 

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Vampiri-bulli

Il bullismo è un fenomeno di tutti i tempi e di ogni luogo, che per fortuna da qualche decennio (e ancor più da qualche anno, con il dilagare del cyberbullismo in Rete) comincia a delinearsi come una realtà socialmente individuata e oggetto di attenzione solidale. All’umiliazione di essere tormentati da un bullo, infatti, fino a qualche tempo fa si sommava la vergogna di essere bollati come persone vili, deboli, che si piangono addosso, incapaci di reagire e farsi giustizia da sé.

Per i maschi, a queste condanne si aggiungeva quella di comportarsi come “femminucce”. Il bullismo, tipico fenomeno scolastico (ma ovviamente attivo anche al di fuori di quell’ambito), si caratterizza per l’invasività dello spazio vitale altrui, attuata attraverso minacce, prepotenze, prevaricazioni e vessazioni fisiche, verbali o psicologiche.

Viene perpetrato nei più svariati contesti sociali (non solo in quelli di emarginazione), quasi sempre si ripete nel tempo (anche per mesi o anni) ed è attuato, da uno o più individui, ai danni di soggetti ritenuti più deboli di chi li perseguita. Il fenomeno riguarda soprattutto le età dell'infanzia e dell’adolescenza, ma, in certi contesti sociali più degradati, può sconfinare ampiamente anche in altre età.

Le vittime dei bulli sono soprattutto ragazzi e ragazze che possono presentare fragilità e debolezze nel fisico (difetti fisici, costituzione gracile o, al contrario, tendenza all’obesità), nella personalità (difficoltà a socializzare, timidezza, insicurezza, scarsa autostima) o in entrambi gli ambiti.

Da buon Vampiro, il bullo “fiuta” quelle fragilità e organizza le proprie azioni tese all’appropriazione dell’energia della vittima. A Torino, un ragazzo che all’inizio della persecuzione aveva sedici anni, per oltre un anno e mezzo ha subito inaudite molestie e sevizie da due quasi coetanei, che lo hanno sottoposto a vessazioni innominabili, servendosi di arnesi per infliggergli vere torture di carattere sessuale, costringendolo a bere enormi quantità di vino e persino a mangiare cose la cui ripugnanza supera ogni immaginazione.

Il ragazzo non aveva mai detto nulla ai suoi genitori, poi, quando ha trovato la forza di parlare, è partita un'inchiesta che è culminata nella condanna dei due bulli a otto anni e sei mesi di reclusione (più pene accessorie e un risarcimento alla vittima) per stalking (il reato di bullismo ancora non esiste nel nostro Codice Penale), lesioni e violenza sessuale aggravata.

All’inizio del processo, il senso di colpa e la paura di rappresaglie da parte dei suoi aguzzini hanno portato il ragazzo a fuggire di casa, con tanto di ricerche da parte della polizia e segnalazione al programma "Chi l'ha visto?". Una volta ritrovato, il ragazzo è stato ricoverato in un reparto di psichiatria e in seguito è stato affidato a uno psichiatra, che ha contribuito a restituirgli una possibilità di sopravvivere alle devastazioni subite e tentare di farsi una vita.

Un caso limite, certo, violento, ininterrotto e che sconfina in comportamenti criminali punibili dalla legge. Come quello di un ventiquattrenne che a Bagnoli, presso Napoli, ha prima deriso pesantemente, assieme a due amici, un ragazzo di quattordici anni per la sua obesità, poi gli ha abbassato i pantaloni e con un tubo ad aria compressa, di quelli che si usano per gonfiare gli pneumatici, gli ha provocato gravi lacerazioni all’intestino, rischiando di farlo morire e costringendolo a diversi interventi chirurgici per ricostruire la parte dell'organo lacerata.

L’aggressore è stato condannato a dodici anni di reclusione per lesioni gravissime e violenza sessuale aggravata. Anche in questo caso, siamo ben oltre il confine dell’illegalità. Ma ho citato questi due fatti perché i bulli che ne sono stati protagonisti hanno qualcosa in comune con altri bulli, che invece restano impuniti perché è tecnicamente arduo ricondurre i loro comportamenti ad articoli del Codice Penale: l'intenzione di “fare uno scherzo”, di “prendere in giro” qualcuno o di “divertirsi” ai suoi danni, come se, anziché atti di efferata violenza, i loro fossero giochetti, goliardate, “gavettoni”.

 

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Che si tratti di Vampiri non c'è dubbio, ma nei casi descritti si tratta di Vampiri che si sono spinti un po’ troppo in là, che non hanno saputo trattenersi, che non hanno avuto la malizia, tipica del Vampiro, di badare a non farsi scoprire, di mantenere la faccia pulita, di fermarsi prima di rischiare di pagare le conseguenze dei loro gesti.

Ma questi Vampiri-già-criminali hanno in comune anche un altro aspetto con gli altri Vampiri energetici: i danni che provocano nelle vittime sono gravi. Certo, perché anche l’azione dei Vampiri-non ancora-criminali lascia comunque tracce indelebili, in grado di alterare l’equilibrio psichico di chi la subisce.

Pensiamo al ragazzo con problemi di linguaggio che viene continuamente schernito o imitato senza che nessuno intervenga a difenderne la sensibilità, alla vittima di cyberbullismo che vede una chat falsificata e spacciata come sua e ne soffre le conseguenze presso chiunque la conosca, a quella che si vede messa alla gogna con foto, filmati e turpi commenti messi in Rete, a quella che viene costretta con le minacce ad atti degradanti che vengono filmati con il cellulare e inviati a compagni, amici e parenti, alla ragazza sovrappeso che dopo aver subito soprusi e insulti ininterrotti smette di mangiare e finisce in coma o a quella che, invitata dalle scritte sui bagni della scuola a buttarsi da un ponte, dopo mesi e anni di afflizione arriva a tentare il suicidio lanciandosi davvero nel vuoto dal balcone di casa: queste persone, anche se non sono vittime di atti criminali paragonabili a quelli citati sopra, riportano comunque lesioni gravi, se non irreparabili, al loro equilibrio psichico.

La dignità violata, il senso di inadeguatezza, la perdita sempre più accentuata di autostima, quando non conducono a stati patologici più gravi, hanno comunque come effetto minimo un continuo stato di ansia, alterazioni nelle abitudini alimentari e nel ritmo veglia-sonno, allentamento dei rapporti con familiari e amici e abbassamento della concentrazione, con relativi guasti nel rendimento scolastico e, in certi casi, abbandono degli studi.

Perché, ci si chiede, succede tutto questo? Perché qualcuno soddisfi il proprio bisogno di divertirsi?

Le vittime subiscono gravi privazioni della loro energia vitale, con le conseguenze che abbiamo visto, e i bulli acquistano energia da reinvestire, da buoni Vampiri, nella costruzione di mondi illusori che li rassicurano sulla loro miserabile superiorità rispetto agli altri e li aiutano ad anestetizzare quello stimarsi delle nullità e quell’odio per se stessi che sono le vere molle delle loro azioni.

Individuare in loro le caratteristiche del Vampiro prima che comincino a tormentare qualcuno o anche dopo, ma comunque prima che la loro azione distruttiva diventi abituale, significherebbe cominciare a fare qualcosa per salvare loro e le loro vittime da quell’insensato gioco al massacro.

Ma, come sappiamo, in una cultura che ignora l’esistenza stessa della competizione per l'energia è difficile individuare i segni del vampirismo e ancor più difficile riuscire ad arginare il fenomeno fin dalle età in cui, forse, ci sarebbe ancora una possibilità di intervenire e impedire che la follia dilaghi senza incontrare ostacoli.

 

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Vampiri-stalker

Lo stalker si caratterizza per una serie di comportamenti intrusivi e persecutori che causano nella vittima — quasi sempre una donna — ansia, paura, angoscia, danneggiando la qualità della sua vita e compromettendo il suo equilibrio personale. L'azione dello stalker è quasi sempre accompagnata dalla minaccia di una violenza fisica o comunque dall'attuazione di una violenza psicologica che causa una pesante limitazione della libertà della vittima.

Telefonate, lettere, messaggi continui di posta elettronica alla persona e ai suoi familiari e amici, diffusione in Rete di immagini o fotomontaggi che ritraggono la vittima in atteggiamenti intimi, accuse infamanti, pedinamenti, stazionamento davanti all’abitazione della vittima o improvvise intrusioni in casa e sul posto di lavoro, danni all’auto e ad altri beni.

Le tipologie di stalker sono molteplici, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un ex partner che non accetta la fine di una relazione o di qualcuno che vorrebbe stringere una relazione, affettiva o puramente sessuale, ma viene respinto.

Si tratta quasi sempre di persone con problemi dell’area emotiva, affettiva e relazionale, individui che non hanno saputo sviluppare o hanno smarrito la capacità di comunicare con gli altri e lo fanno in modo distorto, incontrollato, ossessivo. Lo stalking è punito dalla legge, anche se, come per tutti i reati che non lasciano tracce concrete, visibili, è tecnicamente complesso delinearlo e perseguirlo.

Se è vero che prima di essere uno stalker un individuo è sempre un Vampiro, è anche vero che, prima di commettere un femminicidio, il più delle volte l’assassino è uno stalker o ha compiuto atti riconducibili allo stalking. La possibile violenza fisica insita nei comportamenti dello stalker è una minaccia concreta, che suggerisce grande attenzione verso questi individui.

Come ci racconta la cronaca, spesso né l’attenzione né le denunce bastano a impedire un delitto, ma in ogni caso la società civile, anche se impotente a ostacolare l’atto criminale, se non altro riconosce nei comportamenti dello stalker il seme di un pericolo di vita elevato.

Lo stalker è sempre anche un Vampiro, ma resta il fatto che vampirismo e violenza distruttiva non sono mai sovrapponibili, perché hanno obiettivi diversi. La violenza dello stalker tende prima all’appropriazione e poi, se questa non riesce, all’annientamento fisico della vittima, la cui esistenza ha senso solo se soddisfa le sue esigenze.

La violenza fisica si serve del vampirismo come mezzo preparatorio all’azione criminale, ma l’azione vampirica vera e propria è sempre una categoria a sé stante, perché non ha come obiettivo l’annientamento dell’altro, ma la sua utilizzazione come risorsa energetica. La violenza è qualcosa che prende forme molto concrete, mentre il vampirismo può essere strisciante, elusivo, opinabile, “soggettivo”, perché manipola energie che non tutti sanno cogliere con i sensi.

 

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Data di Pubblicazione: 13 dicembre 2021

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