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Cause e sintomi dell'ipotiroidismo nell'adulto

Salute della tiroide - Ivo Bianchi - Speciale

Che cos'è l'ipotiroidismo? Quali sono i suoi sintomi? Da cosa è causata questa patologia? Scopri di più, leggendo il nuovo libro del dottor Ivo Bianchi.

Cause e sintomi dell'ipotiroidismo nell'adulto

Ipotiroidismo dell'adulto

L’ipotiroidismo dell’adulto è una situazione clinica, in base alla mia esperienza, molto frequente, ma non sempre individuata, per i sintomi spesso larvati che caratterizzano le manifestazioni più usuali, ovvero quelle più lievi, subcliniche. In realtà oggi il sempre maggior ricorso ad accurati esami di laboratorio e strumentali ha permesso di distinguere molti più casi di quella che è una vera epidemia strisciante del nostro tempo. Tuttavia la diagnosi non è sempre facile e frequenti sono infatti i falsi negativi.

Ritengo che il laboratorio debba essere un supporto molto utile, ma che la diagnosi e la scelta terapeutica finale debbano basarsi essenzialmente sulla clinica. Quante volte assistiamo a ipotiroidismi con valori ematici normali, dovuti al fatto che l'ormone predominante è il T3 reverse. Quante volte ci sono soggetti con ecografia che dimostra una struttura tiroidea sovvertita, TSH elevato e pur tuttavia un quadro fisico e psichico normale. In tali soggetti una stimolazione-sostituzione della funzione ghiandolare può portare a sintomi cardiologici e mentali anche importanti.

L'ipotiroidismo predilige il sesso femminile, con un rapporto rispetto al maschile di 1:8. Tende a comparire tra il quarto e il sesto decennio di vita e la sua incidenza aumenta comunque con l’età. Se nel giovane abbiamo valori fisiologici del TSH sui 2, nell'anziano sono spesso vicini ai 4. La diagnosi di ipotiroidismo si pone con valori maggiori di 10 mU/ml, pur anche con livelli di tiroxina normali.

L'inizio della malattia è insidioso, il decorso è lento perché, come accade con i problemi anche di altri organi (fegato e reni in particolare), la comparsa della sintomatologia richiede la distruzione di gran parte della ghiandola, quantunque il quadro clinico possa essere precipitato da fatti infettivi intercorrenti, dalla gravidanza o dall’allattamento.

Assistiamo negli ultimi decenni a un gran numero di casi di ipotiroidismo: la tiroide è una ghiandola sensibilissima, facilmente colpita dall'esposizione a radiazioni, pesticidi o da un'alimentazione errata, per cui le patologie tiroidee, particolarmente quelle autoimmuni, sono in aumento.

La tiroidite sfocia in ipotiroidismo soprattutto se non colta in fase precoce e curata con selenio o altri rimedi naturali. Almeno il 10% dei pazienti con diabete di tipo 1, celiachia o altre patologie autoimmuni sviluppa tiroidite cronica che facilmente evolve in un quadro di ipotiroidismo, talora larvato.

Infatti, spesso i segni non sono quelli evidenti di un tempo, cretinismo o grandi gozzi, ma sono di più difficile riconoscimento; per esempio il 20% dei depressi è ipotiroideo.

 

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Possibili sintomi di ipotiroidismo

I disturbi soggettivi generali indicativi di cattiva funzione tiroidea, possono essere:

  • Intolleranza al freddo: ricordiamo che la tiroide è la ghiandola specifica della termoregolazione corporea. Questo sintomo può precedere di molto l'esordio chiaro della patologia. Il paziente peraltro non si trova bene in ambienti troppo riscaldati, ma tende a coprirsi più del solito e soprattutto a usare molte coperte di notte.
  • Ridotta sudorazione;
  • Pelle secca, desquamata, indurita;
  • Caduta dei capelli e del sopracciglio esterno;
  • Amenorrea;
  • Riduzione dell’attività fisica per astenia;
  • Rallentamento dei processi mentali;
  • Calma eccessiva, ottimismo immotivato;
  • Accettazione passiva delle difficoltà della vita;
  • Scarsa capacità di ideazione e giudizio;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Sonnolenza;
  • Perdita di memoria;
  • Apatia con distacco dall'ambiente circostante;
  • Riduzione dell’istinto sessuale e della libido.

 

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Possibili cause di ipotiroidismo

La ridotta capacità di secernere l'ormone tiroideo da parte della ghiandola tiroide può essere dovuta a:

  • Predisposizione genetica;
  • Deficit della funzione del timo;
  • Accumulo di tossine endogene del metabolismo, che non vengono espulse con efficacia dagli organi emuntori (reni, fegato, cute);
  • Ipofunzione epatica; un fegato ipofunzionante non solo non è capace di gestire le tossine organiche prodotte e accumulate, ma è anche incapace di svolgere il suo fondamentale lavoro di conversione del poco attivo ormone T4 in T3;
  • Tossine ambientali da inquinamento, vernici, colle, utilizzo di bottiglie di plastica contenenti PBA ecc;
  • Fluoro, bromoe litio, che inibiscono il rilascio di ormoni tiroidei;
  • Arsenico: potente inibitore della perossidasi tiroidea e quindi della sintesi dell'ormone;
  • Iodio, che in dosi inappropriate inibisce la sintesi dell’ormone tiroideo. Si tratta di un meccanismo autoregolatorio per proteggere la ghiandola dall’eccessiva attività ossidativa, che la danneggerebbe;
  • Disordini nel metabolismo dello iodio per eccesso di altri alogeni competitivi (bromo in particolare) o semplicemente per insufficiente apporto dietetico di iodio;
  • Farmaci (litio, amiodiarone ecc.);
  • Alimenti pro-infiammatori, particolarmente quelli ricchi di rame (pomodori, peperoni);
  • Tiroidite autoimmune;
  • Asportazione chirurgica della tiroide, per cancro, gozzo o iperfunzione incontrollabile;
  • Distruzione terapeutica della tiroide con iodio radioattivo, in caso di ipertiroidismo;
  • Radiazioni accidentali in corso di trattamento di patologie neoplastiche di testa, collo o torace, collateralmente influenzanti la tiroide;
  • Squilibri ormonali, soprattutto quelli che comportano un eccesso di estrogeni o una carenza degli ormoni concorrenti (progesterone, testosterone);
  • Stress;
  • Disbiosi: una flora batterica inadeguata causa malassorbimento di vitamine e minerali necessari per la corretta funzione tiroidea;
  • Patologie infiammatorie croniche dell’intestino e colon irritabile hanno come conseguenza il malassorbimento di elementi minerali e vitamine utili per la funzione tiroidea;
  • Patologie autoimmuni dell'intestino, in particolare la celiachia, possono innescare una patologia autoimmune anche a livello tiroideo, premessa di ipotiroidismo;
  • Malnutrizione, dieta sbagliata o inadeguata: porta alla carenza di acidi grassi essenziali e dei minerali magnesio, iodio, zinco e selenio, essenziali per la normale funzionalità della ghiandola e per l’omeostasi degli ormoni tiroidei;
  • Metilazione inadeguata: una mutazione del gene MTHFR, con conseguente iper-omocisteinemia, può ripercuotersi sulla funzionalità tiroidea.

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Aspetto fisico del soggetto ipotiroideo adulto

Il paziente ipotiroideo cronico, franco, ha spesso alterazioni fisionomiche tali che il medico lo diagnostica appena entra in ambulatorio. Il volto è gonfio e arrotondato per la ritenzione idrica, peraltro generale a livello di ogni tessuto. Soprattutto nei pazienti anziani le rime palpebrali sono ristrette per l’edema e la ptosi da diminuito tono delle fibre simpatiche che innervano l’elevatore della palpebra superiore.

Come precedentemente accennato, del resto, la funzione tiroidea è in relazione prevalente con la funzione neurovegetativa simpatica, quindi nell’ipotiroidismo crolla progressivamente e molti dei sintomi fisici e psichici dello stesso possono essere letti in quest'ottica.

Tipico è il pallore del viso, che va dal bianco grigiastro al giallo. L'aspetto è stanco, spossato, apatico, con occhi bovini. La facies è quindi nettamente diversa da quella del soggetto ipertiroideo: attivo, inquieto, attento e con gli occhi sbarrati.

I capelli sono radi, secchi e fragili con regressione della linea di impianto fronto-temporale. L'entità della caduta dei capelli è direttamente proporzionale al danno tiroideo e può essere sintomo interessante per il follow-up del paziente stesso. L’estremo laterale delle sopracciglia è rarefatto o troncato. Questo è un segno patognomonico importantissimo per il medico che, oltre a valutare gli esami di laboratorio, voglia ascoltare e guardare con critica attenzione il proprio paziente.

La mimica faciale è ridotta e sorriso, pianto e ira si disegnano con difficoltà. In taluni pazienti c'è un sorriso infantile, benevolo, un po' ebete, quando parlano. Bisogna prestare attenzione a non confondere la facies ipotiroidea-mixedematosa con quella del morbo di Parkinson, caratterizzata da immobilità dei lineamenti con espressioni stereotipate di stupore e paura 0 con quella pallido-giallastra del nefropatico. La voce è rauca € profonda, l’eloquio lento, anche per la lingua grossa mixedematosa e infiltrata, come rallentati sono ideazione psichica e movimenti.

Grandi medici, come Augusto Murri o Nicola Pende, diagnosticavano l’ipotiroideo sentendo parlare la persona anche da lontano.

Manifestazioni dell’ipotiroidismo a livello dei vari apparati

Prenderò ora in rassegna i vari apparati, mettendo in rilievo molti sintomi che si notano nell’insufficienza tiroidea. Ovviamente non troveremo mai un paziente con tutti o parecchi sintomi per ogni apparato; oggigiorno la diagnosi viene fatta, con una certa facilità, grazie ai test di laboratorio. Tuttavia, questa tediosa elencazione di sintomi può essere assai utile, poiché talora un sintomo peculiare può essere spia di un deficit tiroideo parziale.

È proprio degli ipotiroidismi subclinici che ci dobbiamo interessare: dobbiamo cogliere l’importanza di una integrazione tiroidea da un sintomo cutaneo, gastroenterico, psichico. I dati di laboratorio, che spesso hanno range molto ampi, non debbono mai disgiungersi dalla clinica, sulla cui scorta va sempre deciso il supporto tiroideo, in particolare con la medicina naturale e con l'alimentazione.

 

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Data di Pubblicazione: 13 gennaio 2022

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