SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Che cos'è il Nuovo Ordine Mondiale?

Governo Globale - Anteprima del libro di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta

Un progetto secolare

«Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o con il consenso o con la forza».
(James Warburg, banchiere, alla Commissione Esteri del Senato USA, 17 febbraio del 1950)

«Non si tratta soltanto di una piccola nazione, ma di una grande idea: un Nuovo Ordine Mondiale, nel quale nazioni diverse l’una dall’altra si uniscono in un impegno comune per raggiungere un traguardo universale dell’umanità: pace e sicurezza, libertà e Stato di diritto».
(George H.W. Bush, 29 gennaio 1991, discorso davanti al Congresso)

«Siamo davanti a una grave crisi globale che richiede forti risposte globali».
(George W. Bush, 11 ottobre 2008)

«Alcuni, ritenendo che facciamo parte di una setta segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definiscono me e la mia famiglia “internazionalisti”, e ci accusano di cospirare con altri nel mondo per costruire una più integrata struttura politico-economica globale, un nuovo mondo, se volete. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e sono orgoglioso di esserlo».
(David Rockefeller, Memorie)

«C’è sintonia, tra me e Benedetto XVI, nel sostenere un Nuovo Ordine Mondiale».
(Giorgio Napolitano, 31 dicembre 2006)

Nuovo Ordine Mondiale, Massoneria, Illuminati, Club Bilderberg, Commissione Trilaterale, Pilgrim Society, Aspen Institute, Bohemian Grove, signoraggio, 11 settembre, sinarchia: questi sono solo alcuni dei termini che ricorrono sempre più frequentemente nei siti, nei blog, nelle riviste, nei libri e nei film contemporanei, che strizzano l’occhio alle teorie del complotto. Alla base di tali studi – più o meno documentati – troviamo l’idea, sempre più diffusa, dell’esistenza di un progetto secolare atto a instaurare un governo oligarchico, “di pochi”: un Nuovo Ordine Mondiale, appunto.

Sull’ondata della profezia Maya in merito all’imminente fine dei tempi, la sensazione che la fine della nostra civiltà possa coincidere con l’instaurazione di un governo globale di stampo totalitario si è trasmessa a gran parte della popolazione mondiale. Le catastrofi naturali, le crisi economiche e il disincanto delle masse nei confronti della politica hanno insinuato il dubbio che qualcosa di tremendamente drammatico stia per accadere. I segni di una trasformazione generale della società e del mondo, così come lo conosciamo, vengono di volta in volta individuati nei più disparati settori.

Prova ne sono i numerosi romanzi e film apocalittici che, facendo proprie le preoccupazioni del grande pubblico per l’imminente futuro, si sono riappropriati dell’estetica e del linguaggio letterario del genere fantapolitico, il quale ha avuto i suoi massimi rappresentanti nel Novecento in opere come Il Tallone di ferro di Jack London, Mondo Nuovo di Aldous Huxley, Qui non può accadere di John Sinclair Lewis, 1984 di George Orwell, La Svastica sul Sole di Philip Dick, Farheneit 451 di Ray Bradbury.
Da London a Dick, infatti, passando per autori “minori” come Richard Matheson, Harry Turtledove o Robert Harris, la narrativa ha coltivato il genere della distopia, inventando sempre più nuovi scenari ambientati in un futuro prossimo, in cui le regole della democrazia si sono infrante contro lo scoglio dei totalitarismi. Dai classici al genere cyberpunk, i racconti e i romanzi narrano di società in cui le masse sono imbrigliate, manipolate e controllate da un governo di pochi.

Questa forma di oligarchia è la stessa che viene riproposta oggi da film quali Equilibrium, Matrix, I figli degli uomini, Babylon AD, The Road, Timeline, Hunger Games. Non è un caso che Hollywood abbia rilanciato una serie di remake come Total recall (Atto di forza), tratto da un racconto di Philip Dick.

Che cos’è, però, questo “Nuovo Ordine Mondiale” a cui, sempre più frequentemente, alludono anche politici, economisti, uomini di cultura e persino esponenti religiosi? Quanto c’è di vero, nella sensibilità letteraria di romanzieri e sceneggiatori che prevedono il crollo delle democrazie e l’avvento forzato di un governo globale? Che cosa si cela dietro questa espressione, sussurrata ormai pressoché di continuo nei palazzi istituzionali?

Sull’onda della diffusione globale di internet, la cultura popolare si è sbizzarrita nel tentativo di rispondere a questa domanda, tanto che l’espressione Nuovo Ordine Mondiale – o NWO, secondo la sigla inglese – è ormai una delle più cliccate del web.

Nell’immaginario popolare, peraltro, questa espressione ha finito per identificarsi con l’idea che esista una mostruosa cospirazione universale guidata da “poteri forti”, finalizzata al dominio delle genti di tutta la Terra: “poteri forti” identificati, di volta in volta, con i Massoni, gli Ebrei, i Gesuiti, le grandi multinazionali, i satanisti, la Grande Babilonia dell’Anticristo (nelle versioni più religiose) e persino con fantomatiche razze aliene (per lo più i “rettiliani”, secondo la versione proposta da David Icke), che avrebbero preso il controllo del Pianeta fin dalla più remota antichità…

Tutto questo gran parlare di NWO, naturalmente, se da una parte è sintomo di quel bisogno di comunicazione (e condivisione) che è uno degli aspetti più affascinanti della nostra epoca, si trasforma però molto spesso in una straordinaria forma di disinformazione, in cui troppo spesso notizie documentate e attendibili vengono accostate senza troppi scrupoli con illazioni indimostrabili, con conseguente discredito su tutta la questione attinente all’argomento.

Eppure, al di là delle confusioni generate dalla cultura web, il Nuovo Ordine Mondiale, lungi dall’essere il delirio di una manciata di paranoici, è, al contrario, un argomento serio, che questo saggio vuole indagare trasversalmente, a partire dai dati e dalle informazioni che la ricerca storica e giornalistica può fornire, lasciando che a parlare siano i fatti ed evitando, nella misura del possibile, di cadere nella trappola del giudizio e dell’interpretazione soggettiva.

Alle radici dell’ideologia “mondialista”

Per comprendere che cosa sia il Nuovo Ordine Mondiale, innanzitutto, è necessario ricostruire le tappe che hanno portato, attraverso i secoli, allo sviluppo dell’ideologia mondialista, riscoprendone le radici e i presupposti filosofici (oltre che spirituali e teologici). Anche l’ideologia del NWO, infatti, attinge la sua linfa vitale da un preciso contesto storico, identificabile con il mondo protestante dei secoli XVII e XVIII. È a partire dall’Inghilterra protestante che l’idea di una Nuova Era di “trasformazione del mondo”, di un progetto prima utopistico e poi politico di “rinnovamento” dell’umanità, trova adesione e sostegno: un progetto nato inizialmente come contraltare all’universalismo della nemica Chiesa cattolica e dell’Impero asburgico e fusosi, successivamente, con analoghe correnti fiorite nello stesso periodo nel Nord Europa.

L’ideologia mondialista, al tempo stesso, ha recepito, nei secoli, anche altri tipi di influssi; sull’originario substrato protestante-anglosassone, infatti, s’innestano successivamente almeno altre due correnti politico-spirituali: l’ideologia universalistica e occultista di matrice massonica e un certo neomessianismo di matrice ebraica.

A dispetto dell’eterogeneità delle origini, tuttavia, le correnti destinate a generare l’ideologia mondialista sembrano avere avuto alcune caratteristiche comuni, che le renderanno, per così dire, naturalmente “convergenti” fra loro. Stiamo parlando, su tutte, dell’elitismo tipico di chi si percepisce come depositario di una volontà o di una ragione destinata a pochi e che si traduce, quasi necessariamente, nella pratica della dissimulazione, dell’azione da “dietro le quinte” e nell’ambiguo rapporto con una “massa” vista al contempo come “popolo da condurre” e “strumento da manipolare”.

Caratteristiche e finalità dell’ideologia mondialista

Ma quali sarebbero, in definitiva, le caratteristiche e gli scopi ultimi del NWO? Fatte salve le differenze che contraddistinguono le diverse correnti, alcune costanti fondamentali sembrano essere:

  1. l’evidente aspirazione a una res publica universale e sovranazionale controllata più o meno direttamente da un’autoselezionata élite;
  2. la diffusione o imposizione di un pensiero omologato tendente a dissolvere le identità e le particolarità culturali, politiche e religiose in una sorta di “pensiero unico globale”;
  3. la lotta contro le “identità forti”, difficilmente omologabili alla cultura mondialista, come il Cristianesimo cattolico e ortodosso o l’Islam, ritenuti strutture “irriducibili” al progetto del NWO;
  4. una strategia d’azione, privilegiante, come detto in precedenza, l’utilizzo strumentale della politica (una sorta di vera e propria criptopolitica), così magistralmente descritto dal politico e premio Nobel per la pace Nicholas Murray Butler, per cui il mondo si dividerebbe in tre categorie: «un piccolissimo numero di persone che fanno produrre gli avvenimenti, un gruppo un po’ più importante che veglia sulla loro esecuzione e assiste al loro compimento e una vasta maggioranza, che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto».

Un altro aspetto dell’ideologia mondialista è il suo rapporto stretto – quasi fino a una vera e propria identificazione – con i grandi potentati economici: a tal punto che, nell’immaginario di molti, il NWO ha finito per identificarsi con il potere dei colossi bancari e delle multinazionali, che ne sono, per certi versi, l’espressione più visibile.

Esiste il Grande Complotto?

Nell’affrontare il tema del NWO non si può naturalmente ignorare quella teoria del Grande Complotto, che secondo alcuni dirigerebbe le sorti del mondo da secoli. Questa tesi estrema nasce già a partire dal periodo successivo alla Rivoluzione Francese, quando autori come Augustin Barruel, ravvisando una “non spontaneità” negli eventi rivoluzionari in corso, ipotizzarono l’esistenza di una cospirazione in grande stile che guidasse da dietro le quinte gli accadimenti più drammatici del loro tempo.

È su questa direttrice che degli autori, appartenenti soprattutto al mondo del conservatorismo cattolico (ma non solo), hanno sviluppato, tra il XIX e il XX secolo, una serie di ipotesi atte a dimostrare l’esistenza di un “progetto unico” di cospirazione mondiale, che presiederebbe agli eventi della modernità, con lo scopo finale di distruggere il “mondo tradizionale” e instaurare un potere unico di ispirazione “satanica”. Un “mito del complotto” che, negli ultimi decenni, è tracimato dal contesto originale di tipo conservatore per “contagiare” il mondo della cultura alternativa postmoderna che utilizza i mezzi di comunicazione di massa.

Naturalmente, è chiaro che tale ipotesi di “complotto universale” ha il difetto di essere indimostrabile in sede storica. Se è impossibile affermare l’esistenza di una “continuità programmatica” nello sviluppo del NWO, è legittimo tuttavia parlare di un’evidente continuità ideale, che lega, attraverso i decenni e persino i secoli, una serie di “forze” e di “poteri” in una complicità di interessi e di azioni: è la storia di questo processo sotterraneo e non sempre visibile a tutti, al tempo stesso ideologico e politico, che il nostro saggio vuole descrivere, dalle origini agli ultimi eventi di cronaca, che scorrono oggi davanti agli occhi di noi tutti.

Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta

Questo testo è estratto dal libro "Governo Globale".

Data di Pubblicazione: 9 ottobre 2017

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