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Chi controlla e manipola l'Italia dagli albori della nostra nazione?

L'Altra Storia d'Italia 1802-1947 - Lamberto Rimondini - Speciale

Chi ha voluto e finanziato l'unità d'Italia? Chi manipola il nostro Paese fin dai suoi albori? Scoprilo leggendo il nuovo libro di Lamberto Rimondini.

Chi controlla e manipola l'Italia dagli albori della nostra nazione?

La posizione geografica dell'Italia è eccezionale perché, essendo al centro del Mediterraneo, è stata, è, e sarà sempre, protagonista di eventi storici di rilievo: una via naturale di comunicazione (e confine) tra Europa, Medioriente, Asia, Africa.

Per questa ragione geografica, la storia dell’Italia è antichissima, tanto antica da confondersi con il mito e la leggenda: tempi lontanissimi in cui il potere terreno si fonde con il potere Divino dando vita, nei secoli, a quello che identifichiamo oggi con esoterismo (studio delle energie dell'universo e della sua simbologia alchemica).

Erede di antiche civiltà (Veneti, Celti, Liguri, Villanoviani, Latini, Sanniti, Messapi, Nuragici e Sicani) è culla dell'Impero romano (che in circa mille anni forgia la civiltà occidentale) poi è sede del Papato, quindi centro della Cristianità.

Nel Medioevo sono Goti, Longobardi, Arabi, Bizantini e Normanni a spartirsi l'Italia che si frammenta in un mosaico di città-stato che combattono tra loro per l'egemonia (con frequenti interventi di potenze esterne e del Papato, che ne influenzano costantemente gli assetti politici).

Con le repubbliche marinare (soprattutto Amalfi, Pisa, Genova e Venezia) il commercio europeo ha un grande impulso. Conclusa la fase dei Comuni e delle Signorie (XV e XVI secolo) l’Italia diventa il centro culturale d'Europa (Umanesimo e Rinascimento) ma anche uno dei principali teatri di guerra tra potenze europee (Francia, Spagna e Austria).

La rivoluzione francese, e l'ascesa di Napoleone Bonaparte, determinano quel processo storico che porta all'unità nazionale e all'attuale assetto repubblicano.

Frutto di oltre trent'anni di studi e ricerche riguardanti sia la “storia ufficiale” sia la storia “non ufficiale”, trae il suo contenuto da indagini d'archivio e interviste a politici, a militari e diplomatici, da studi di geopolitica, di guerra psicologica e di guerra commerciale, ma trae anche dalle confidenze di alcuni soggetti operanti nell’intelligence e nella massoneria.

Certamente vi è una Massoneria deviata e pedo-satanista, ma la Massoneria non è un male assoluto tout court, come ci hanno indotto a pensare, perché una parte importante di essa ha dato un immenso contributo all'umanità, pensiamo ad esempio a Dante Alighieri, a Leonardo da Vinci, ai padri della Costituzione degli Stati Uniti (generalizzare è sempre un grossolano errore).

La tesi è dimostrare che la storia d’Italia (almeno quella degli ultimi 200 anni) non è stata scritta dai Re e dai politici ma da una ristretta élite, che agisce nell’ombra, e che controlla probabilmente l’intero pianeta come se fosse suo.

Il contenuto ha quindi un approccio più ampio e alternativo alla versione, nota, della storia ufficiale. Scritto senza rispettare i cliché standard di un libro di storia, pone l’attenzione su alcuni eventi dirimenti privilegiando la ricerca del filo logico che li collega, piuttosto che una lunga disamina del fatto in sé che, sebbene importante, non individua il movente e chi è il probabile mandante (chi trae vantaggio dal fatto).

Individuare il filo logico che collega gli eventi, e le costanti che hanno caratterizzato la storia d’Italia, ci permette di comprendere (o di ipotizzare) i mandanti dei fatti accaduti nel tempo. Per usare una metafora, questo libro vuole essere come un dipinto su tela realizzato mediante tanti singoli tratti di pennello: ciò che conta non sono i singoli tratti in sé ma ciò che tutti i tratti di pennello, nel loro insieme, permettono agli occhi dell'osservatore di cogliere, intuire, dedurre e comprendere.

La storia è dinamica e, ogni qualvolta emergono nuovi documenti, essa deve essere necessariamente periodicamente riscritta.

 

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Chi ha voluto e finanziato l'unità d'Italia?

Negli ultimi duecento anni il popolo italiano è profondamente cambiato e la società italiana si è radicalmente trasformata in quanto forgiata da tragedie collettive e private: guerre di annessione, scandali, epidemie, guerre mondiali, guerre civili, emigrazione di massa in tutto il mondo (circa cento milioni in 160 anni), crisi finanziarie, secolarizzazione (aborto, divorzio e nozze gay), crisi politiche, corruzione, guerra fredda, colpi di Stato “silenziosi”, mafia, stragi, terrorismo, assassini di “Stato”, tangentopoli, svendita del patrimonio dello Stato, guerra psicologica permanente, ridotta libertà d'informazione, immigrazione di massa e diffusione del precariato come forma di “normale rapporto di lavoro”, pandemia, coinvolgimento nella guerra tra Russia e Ucraina.

Tra tutte, la sciagura peggiore è la ridotta libertà d'informazione perché produce effetti devastanti: depista l'opinione pubblica allontanandola dai problemi reali per indirizzarla su falsi bersagli (informazioni secondarie 0 irrilevanti) e protegge gli intrighi del potere (che agisce nell'ombra e senza controllo).

Il rapporto 2022 sulla libertà di stampa di Reporter sans frontier è impietoso per l'Italia: siamo al 58° posto, ovvero diciassette posizioni in meno rispetto al 2021. La qualità dell’informazione è fondamentale al fine di limitare la possibilità di essere manipolati e condizionati.

Ci sono differenti livelli qualitativi di informazione:

  • Informazione libera — qualsiasi contenuto è ammesso.
  • Informazione censurata — tagliata di ogni parte che nuoce al potere costituito.
  • Informazione propagandata - si mistifica la realtà a vantaggio del potere costituito.
  • Informazione usata come guerra psicologica — si condizionano le menti della massa con tecniche specifiche.

Chi gestisce oggi l'informazione globale, e ne determina gli orientamenti per condizionare l'opinione pubblica, è parte di un ristretto gruppo di soggetti (spesso in lotta tra loro) che, per semplificare, possiamo definire “élite’” (gli stessi che Giulietto Chiesa identificava come “Possessori Universali”).

Possiamo quindi affermare che le informazioni volutamente superficiali, che ci hanno propinato nel tempo, hanno condizionato e forgiato le nostre opinioni e le nostre convinzioni portandoci fuori strada rispetto alla individuazione dei veri moventi e dei veri mandanti degli eventi.

Non Voltaire ma Evelyn Beatrice Hall (1868-1956) ha scritto questa famosa frase: "I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it" (Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo).

Posto che questa famosa frase esprime un concetto sacrosanto, e universalmente condivisibile, il nostro obiettivo è fugare le informazioni fuorvianti e superficiali che depistano dalla individuazione dei moventi e dei mandanti.

 

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A chi conviene?

Cui prodest? (“A chi conviene?”) è la domanda che dobbiamo porci quando accade un fatto per cercare di capire chi può essere il mandante: non è rilevante chi compie il fatto, quando lo compie, dove lo compie e come lo compie, quanto chi è il mandante e quale è il movente. Si potrebbe affermare che la storia ufficiale è solo un elenco di guerre dove ci sono vincitori da una parte e vinti dall'altra.

La storia ufficiale, quella che abbiamo studiato, è sempre stata semplificata e manipolata proponendo moventi banali per giustificare tragedie collettive pianificate dalle élites in ragione degli obiettivi prefissati. Una massa opportunamente distratta accetta sempre facilmente una narrazione superficiale degli eventi mentre accadono, narrazione superficiale che poi diventa storia ufficiale.

Le élites muovono i fili da dietro le quinte, non agiscono mai direttamente ma tramite una catena di comando fatta di uomini (“camerieri del potere”) che sono invece più o meno noti all'opinione pubblica e obbedienti a una precisa gerarchia.

Insegnando la storia in modo superficiale, le opinioni, e le convinzioni, che ne deriveranno saranno altrettanto superficiali. La storia ufficiale la scrivono i vincitori delle guerre ed essi, in quanto vincitori, impongono la loro verità di parte trasformandola in verità ufficiale con moventi, e mandanti, di comodo.

In quest'ottica i vincitori delle guerre saranno sempre “i buoni” e “i cattivi” gli sconfitti. Conseguentemente, le nostre opinioni e le nostre convinzioni saranno falsate, distorte e superficiali perché, ignari, crederemo di essere nel giusto stando dalla parte dei “buoni” (di chi ha vinto l'ultima guerra di turno).

Insegnando la storia concentrandoci sulla ricerca di chi trae vantaggio economico, e finanziario, dalle guerre avremo finalmente un quadro più ampio e realistico della situazione. Le nostre opinioni e le nostre convinzioni sarebbero oggettive e scopriremmo che chi finanzia le guerre finanzia, sempre, entrambi gli schieramenti.

 

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Quindi chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”? Non sarà che le parti in causa sono entrambe vittime e il “cattivo” è chi fomenta le loro divisioni per trarne profitto? Ciò che stiamo per leggere è privo della retorica di cui la storia ufficiale abbonda e, questo, determina una conseguenza: sono azzerati i falsi miti perché mendaci, o in parte mendaci, e molti luoghi comuni. Siamo pronti ad accettare il fatto che molte pagine della nostra storia ufficiale dovrebbero essere riscritte?

L'élite può contare su un'immensa struttura, come ad esempio: chi gestisce l'emissione della moneta dal nulla attraverso banche private (BCE, la FED e la Banca d'Italia): Rothschild; chi possiede Exxon Mobile, Standard Oil, General Electric, Rockefeller; chi possiede Cnn, Time, NBC, Aol, Warner Music: Stephen Cooper"!; chi possiede The Wall Stree Journal, New York Post, National Geographic, Sky, Fox, Fox television, IGN e Myspace attraverso la News Corporation: Rupert Murdoch.

Nelle Istituzioni: al Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva; alla Banca Mondiale, David Malpass; alla presidenza della Federal Reserve, Jerome Powell!; alla presidenza della BCE, Christine Lagarde; al Senior Chairman della Goldman & Sachs, Lloyd Blankfein; all’amministratore della Citigroup, Jane Fraser; al presidente della JP Morgan Chase & Co., Jamie Dimon. Ma anche registi, attori, cantanti, giornalisti, professionisti, dirigenti dello Stato, politici, giudici, magistrati, docenti universitari, scrittori, politici, se e quando necessario, possono diventare collaboratori dell’élite.

Data di Pubblicazione: 1 dicembre 2022

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