SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 6 min

Chi Sono i Due protagonisti della Danza della Dipendenza?

Liberarsi dalla Dipendenza Affettiva in 5 Mosse - Anteprima del libro di Maria Cristina Strocchi, Sonny Raumer e Tullio Segato

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La "Vittima"

Iniziamo dicendo che generalmente la dipendenza affettiva è un fenomeno che nel 99% dei casi vede la donna come soggetto protagonista di questa problematica. La letteratura evidenzia come l’età delle donne coinvolte sia estremamente variabile, estendendosi dal periodo della prima adultità (20-26 anni) fino al raggiungimento dell’età pienamente adulta (comprendendo quindi donne oltre i 50 anni con figli anche già grandi). Viene facile pensare che elementi socioculturali (ruolo della donna nella società maschio-centrica, prevalenza degli atteggiamenti di tipo aggressivo nella figura maschile...) possano aver inciso in modo significativo nello sviluppo e nell’incremento di relazioni affettive di dipendenza. Evitando però grossolane generalizzazioni ed entrando nel profondo degli aspetti psicologici delle donne che soffrono di questa condizione relazionale, vediamo che in realtà quasi tutte presentano dei tratti in comune che ci aiutano a comprendere meglio perché esse cadano vittime di questo “amore” tormentato: si tratta in primis di donne che manifestano estreme fragilità di tipo emotivo e che molto spesso cercano spasmodicamente la conferma dal partner di essere persone di valore e degne di essere amate. L’immagine che hanno quindi di loro stesse non è particolarmente positiva, anzi, hanno tendenzialmente una scarsa autostima e vedono in prevalenza i loro difetti prima ancora dei loro pregi, sottoponendosi spesso a un’autocritica molto severa.

Altra caratteristica che in modo invasivo permea la vita di queste donne è la paura dell’abbandono: il timore di poter essere abbandonate dal partner diviene insostenibile e se tale situazione si verificasse, potrebbe rinforzare ulteriormente l’idea di non essere degne dell’amore dell’altro (“se mi ha lasciato è perché ho qualcosa che non va”, “mi ha abbandonato come fanno tutti nella mia vita perché non valgo nulla”). La tendenza è quindi quella di attribuire a se stesse la responsabilità del buon funzionamento della coppia. Se gli ingranaggi della macchina relazionale scricchiolano, significa (nella mente di queste donne) che esse non si sono impegnate sufficientemente per far funzionare in modo ottimale il rapporto. Chi soffre di dipendenza affettiva non riesce o fa fatica a intravedere le responsabilità altrui per il buon funzionamento della coppia.

Dalle numerose ricerche che troviamo nella letteratura possiamo poi scoprire che in moltissimi casi il/la dipendente affettivo/a proviene da famiglie problematiche. Non di rado infatti si ritrovano nel passato di queste donne situazioni di abuso intrafamiliare, di tipo sessuale, fìsico o psicologico. Scopriamo che molte di loro avevano padri o madri che soffrivano di alcolismo o avevano altre forme gravi di dipendenza che hanno condizionato in modo molto negativo i rapporti familiari. Talvolta è sufficiente che i genitori (le figure di riferimento più importanti per un/una bambino/a) non soddisfino i principali bisogni di un minore (sicurezza, gratificazione, cure, gioco, condivisione emotiva) per creare un senso di inadeguatezza e di NON valore che si trascina fin nell’età adulta e sfocia nella ferma convinzione che non si è degni di essere amati dagli altri.

Abbiamo visto quindi che la maggior parte delle volte la Vittima ha una personalità dipendente che la porta a vedere esclusivamente negli altri le fonti di sostegno e affetto, di cui non possono fare a meno. Con il tempo queste persone riescono a consolidare questo “stile di vita” e divengono delle vere esperte nello scegliere partner incapaci di donare amore.

Ma chi è l’altro protagonista di questa danza della dipendenza?

Il "Narcisista"

Iniziamo con il dire che spesso l’altro “danzatore” è una persona con tratti narcisistici della personalità molto evidenti. Talvolta però è possibile che l’altro membro della coppia sia una persona debole, remissiva ma che in modo simile al Narcisista riesca a mettere in atto molti comportamenti di tipo manipolativo, utilizzando questa presunta debolezza per mettere in scacco il partner. Ma vediamo nel dettaglio chi è il Narcisista.

Queste persone hanno un senso grandioso di importanza, aspettandosi spesso che gli altri le riconoscano come “superiori” per i presunti risultati raggiunti o per un fantomatico talento che pensano di possedere. Fantasticano in modo esagerato sul proprio successo, sul proprio potere e fascino, sulla propria bellezza; credono di essere speciali, unici e di meritare quindi di frequentare persone di classe elevata. Hanno bisogno di costante ammirazione e ritengono che tutto sia loro dovuto e che gli altri debbano soddisfare appieno le loro aspettative e i loro bisogni. Sfruttano gli altri per i loro scopi; soffrono di invidia, sono spesso arroganti e presuntuose e possono diventare anche aggressive se qualcosa ostacola la loro progettualità. Mancano completamente di empatia e non hanno quindi la capacità di “mettersi nei panni dell’altro".

Inizialmente persone di questo tipo possono realmente esercitare un certo fascino sugli altri. Con il tempo però questo velo d apparenza cade e rimangono dei comportamenti deleteri, maleducati, che tendono a svilire il partner creando elevata conflittualità all’interno della coppia.

Quanto detto può far immaginare delle persone quasi prive di scrupoli, più inclini a fare del male all’altro per creare un benefìcio per se stesse che disponibili all’amore per il prossimo. In effetti è così. Dobbiamo però sempre tenere in considerazione che persone di questo tipo hanno un background di esperienze infantili ed educative che sono fatte talora di deprivazioni emotive e talaltra di eccessiva attenzione. A volte hanno subito dei lutti o degli abbandoni in età precoce; in certi casi semplicemente non ricevono l’amore che ogni bambino desidererebbe dalle figure genitoriali. Non sono ovviamente delle scusanti per i comportamenti disfunzionali che mettono in atto, ma teniamo sempre a mente che spesso dietro determinati atteggiamenti o stili di vita si celano sofferenza e disagio. Il Narcisista non si apre all’altro, non vuole mettere in discussione se stesso o i propri comportamenti. Il rischio di ledere l’immagine bellissima e fascinosa che ha di se stesso (in sostanza un gigante dai piedi d’argilla) non può essere corso e per tale motivo preferisce chiudersi emotivamente al mondo piuttosto che soffrire per aver preso coscienza del proprio fallimento.

"Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano."
Osho

Questo testo è estratto dal libro "Liberarsi dalla Dipendenza Affettiva in 5 Mosse".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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