ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 8 min

I vermi parassiti dei grilli

vermi parassiti dei grilli

Anteprima del libro "I Parassiti Influenzano il Tuo Modo di Pensare" di Kathleen McAuliffe

Una chiacchierata su una veranda

Gli aneddoti si sprecavano. I grilli, che di solito dimoravano nel sottobosco e non nuotavano, si gettavano a capofitto in stagni e ruscelli.

Frédéric Thomas sospettava che un verme, visto uscire dal corpo dell’insetto mentre questi annegava, fosse alla base dell’impulso suicida del grillo, ma l’unico modo per esserne certi era di andare in Nuova Zelanda, dove il fenomeno era stato riferito.

Nel 1996 Thomas, un biologo evolutivo dell’Università di Montpellier, in Francia, ha fatto domanda al Governo francese affinché sovvenzionasse le sue ricerche in materia, sicuro che la sua proposta sarebbe stata finanziata. Sebbene avesse appena ottenuto il dottorato, aveva già pubblicato quattordici articoli a suo nome, un numero incredibile per uno scienziato così giovane, perciò dava per scontato che avrebbe ottenuto una borsa di studio. Per di più, un animale che agiva in maniera così evidente contro il proprio interesse era chiaramente un argomento che valeva la pena studiare o così pensava lui.

È rimasto quindi sbalordito quando il Centre National de la Recherche Scientifìque (CNRS), il centro nazionale di ricerca scientifica in Francia, ha rifiutato la sua proposta. Era così arrabbiato per la decisione, mi ha detto, da decidere di fare lo sciopero della fame.

Per un attimo ho pensato che mi stesse prendendo in giro. Ma la sua espressione mi ha suggerito che parlava sul serio. Stavamo chiacchierando su una veranda, durante una pausa della conferenza in Toscana sulle manipolazioni parassite, dove avevo conosciuto Moore. Magro, con i capelli scuri, spettinati, Thomas dava l’impressione di essere una persona alla mano, sicura di sé in maniera pacata, con un entusiasmo verso la sua ricerca che affascinava.

Adesso mi chiedevo se questo entusiasmo non sconfinasse nella pazzia. Il CNRS è di gran lunga il maggior ente di sovvenzione della ricerca in Francia, per cui non è una buona idea irritarne i membri minacciandoli. Ho esaminato attentamente il suo viso. C’era forse qualcosa che non coglievo? Lo avevo frainteso?

Sì, era così. Thomas non aveva detto al CNRS che avrebbe fatto lo sciopero della fame se i fondi non fossero arrivati, ha chiarito; lo aveva detto al presidente francese. “Ho inviato una lettera direttamente a Jacques Chirac”.

Ci si immagina che ad aprirla sia stato un impiegato di basso livello, che si è fatto una bella risata e l’ha buttata nel cestino. Invece, cosa sorprendente, il contenuto del messaggio (se non la lettera stessa) ha scalato la gerarchia arrivando alle alte sfere.

La lettera

Ben lungi dal produrre ilarità, la lettera sembra aver gettato nel panico il Governo francese. Funzionari governativi sono stati subito inviati all’università di Thomas, dove hanno fatto pressione sul responsabile del dipartimento affinché gli impedisse di attuare la sua minaccia. Se a Thomas non fosse stato impedito di fare lo sciopero della fame, hanno intimato al capo del dipartimento, ambedue gli scienziati l’avrebbero pagata cara, perdendo i finanziamenti.

Ovviamente i funzionari temevano l’idea di un Thomas emaciato che avrebbe scatenato l’opinione pubblica contro il Governo. La pressione esercitata su Thomas è stata tanta che alla fine lui ha accettato di desistere. Fortemente scoraggiato, il biologo si domandava con ansia cosa fare allora, allorché un miliardario svizzero di nome Lue Hoffman è venuto a sapere della sua situazione tramite un altro scienziato ed è giunto in suo soccorso.

Noto per la filantropia e l’acceso interesse verso la biodiversità, Hoffman si è offerto di pagare la metà dei costi della spedizione. Con questo appoggio, Thomas è stato in grado di assicurarsi un cofinanziamento da parte dell’ambasciata della Nuova Zelanda e da altre fonti, incluso il Governo francese, che gli ha dato una piccola somma, felice di toglierselo dai piedi.

Lieto di essersi lasciato alle spalle i suoi crucci, è partito per la Nuova Zelanda, dove si è unito a un’équipe dell’Università di Otago condotta da Robert Poulin, un biologo evolutivo da lui fortemente ammirato e che aveva costituito la sua fonte di informazioni sul grillo. I due uomini sono andati subito d’accordo. Alto, con una voce delicata e melodica e un’indole affabile, Poulin era cresciuto nel Canada francofono, per cui lui e Thomas avevano in comune la lingua, oltre agli interessi scientifici. Tuttavia le ricerche sul grillo non sono mai decollate.

Hanno incontrato quegli ostacoli che, come avvertiva Moore, spesso interferiscono con gli studi sulle manipolazioni parassite: l’insetto usciva dai suoi nascondigli solo la notte e tendeva a nascondersi tra i bassi cespugli; inoltre il suo corpo verde si mimetizzava alla perfezione con l'ambiente, cosa che rendeva difficile notarlo anche all’aperto.

Sebbene l’équipe pattugliasse la zona con le torce notte dopo notte, spesso a quattro zampe per controllare sotto i bassi cespugli, era riuscita a catturare solo una manciata di grilli infetti dal verme, neanche lontanamente il numero richiesto per condurre esperimenti che avrebbero prodotto risultati significativi. Dopo aver lottato con il Governo francese e percorso migliaia di chilometri, Thomas è stato costretto ad alzare bandiera bianca.

Non essendo tipo da sprecare un’opportunità, è passato a un altro progetto scientifico, ma prima di farlo ha inviato a un collega dell’università la foto di un verme che usciva da un grillo: “Giusto per darti qualche notizia su di me... guarda cosa sto facendo”. L’amico ha attaccato la foto sulla macchinetta del caffè del dipartimento, dove un tecnico di laboratorio l’ha vista per caso. Un suo cugino di Montpellier per lavoro puliva piscine, ha scritto a Thomas, ed erano piene di quei vermi.

l parassita della Nuova Zelanda

Thomas era molto scettico. Il parassita della Nuova Zelanda è soltanto uno tra trecento vermi filiformi, come gli scienziati definiscono questa vasta categoria di organismi sottilissimi, per cui ha presunto che il tecnico si sbagliasse. Ma quando è tornato in Francia, si è incontrato con il cugino del tecnico e gli ha dato un vasetto d’alcol nel quale mettere qualunque verme avesse trovato nelle piscine. Thomas credeva che non avrebbe più rivisto il tipo, ma una settimana dopo l’uomo è tornato con il barattolo pieno di vermi.

Li aveva raccolti da una piscina in una vicina località turistica, ha detto Thomas, che era molto curioso di capire come fossero finiti lì. “Ho convinto mia moglie a fare una vacanza romantica nella zona, perché c’è un hotel con un ristorante molto carino che serve fegato d’oca e, lì vicino, le acque termali calde”, mi ha raccontato Thomas. Un sorriso birichino si è disegnato sul suo viso mentre me lo riferiva, suggerendo che forse la moglie l’aveva portata lì con una scusa. Dopo una bella cenetta, ha continuato, non si è ritirato in camera con lei, ma ha preso le provette dal bagagliaio dell’auto ed è tornato a perlustrare la piscina.

Ben presto, ha visto un grillo avvicinarsi e il primo impulso è stato quello di schiacciarlo. Si potrebbe pensare che, considerato il lungo viaggio fino a lì, avrebbe resistito all’impulso. Invece lo ha proprio schiacciato, sul pavimento del bordo piscina.

Sollevando il piede, ha osservato un verme di 7,5 cm che usciva dal corpo schiacciato dell’insetto, esattamente lo stesso verme che aveva parassitato i grilli in Nuova Zelanda! Era andato all’altro capo del mondo per studiare un parassita e un ospite che si potevano tranquillamente trovare praticamente nel cortile di casa.

Qualche minuto dopo, un altro grillo è comparso, balzando nella piscina. Thomas si è sporto per osservare da vicino. Un “capello vivo” usciva sinuoso dal corpo del grillo. Credevo che sarei scoppiato in lacrime”, ha detto. “Era davvero incredibile.

A 75 km da casa mia, a Montpellier, cera probabilmente il posto migliore al mondo per studiare questo grillo”. Di notte, contro lo sfondo turchese della piscina illuminata, la violenta nascita del verme era facile da osservare, così come si osservano gli attori illuminati dai fari del palcoscenico.

Nei successivi studi sul campo condotti da Thomas e dai suoi studenti, presso una piscina scoperta vicino a un bosco di Avène-les-Bains, le opportunità di osservare questo elettrizzante spettacolo abbondavano. Oltre a dimorare nei grilli, i vermi sono risultati essere presenti anche dentro a cavallette di vario tipo, che avevano anch’esse sviluppato una misteriosa attrazione per l'acqua. Di fatto, gli insetti “stregati” arrivavano a frotte. In una tipica serata estiva, ne sciamava in piscina oltre un centinaio.

Questo testo è estratto dal libro "I Parassiti Influenzano il Tuo Modo di Pensare".

Data di Pubblicazione: 12 gennaio 2018

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